Altra sosta per le nazionali, altro stop del campionato. Anche se i partenti per le squadre nazionali saranno tanti, sarà utile in particolare per fare rifiatare le squadre impegnate in Europa che in alcune gare alla settima di campionato hanno permesso a squadre che guardano l’Europa in tv di fare sgambetti negli ultimi minuti di gioco utilizzando i cambi.
La settima giornata di campionato ha esaltato il ruolo del portiere, in particolare in Fiorentina-Milan con tre rigori parati. I poveri arbitri, oltre al fallo di mano, finiscono in crisi per qualcosa che non c’entra nulla con il gioco del calcio, la dittatura dello “step on foot” (“pestone” in italiano): per le tv se avviene in area è calcio di rigore senza cartellino, se avviene fuori dai sedici metri per l’arbitro è giallo subito corretto dal VAR in rosso. Chi ha giocato al calcio e chi lo ha seguito conosce benissimo che il gioco del pallone è alimentato dai piedi e il contatto avviene con il pallone in mezzo ai piedi. Il Regolamento del gioco calcio parla di “vigoria sproporzionata” nel recare danno ad un avversario, ad esempio con una gamba tesa alta e non con un colpo casuale in un contrasto di gioco.
La settima giornata racconta di 11 squadre in 6 punti e permette al Napoli di Conte di tentare la “fughina”, all’Inter di inseguire perché prende troppi gol e alla Juventus di perdere terreno perché ne realizza pochi, senza dimenticare il Milan che non riesce a mettersi insieme. Saranno i troppi infortuni a fare la differenza nel campionato 2024/2025?
La Champions, viste le ultime due giornate, è un flop alla luce dei risultati tennistici in molte gare con squadre di basso livello, quasi come nelle amichevoli estive. In fondo alla classifica di Serie A ci sono le altre 9 squadre in 5 punti: farà passi in avanti chi sfrutterà alla lunga gli strascichi alla lunga impegnate in Europa.
Verona-Venezia 2 a 1. Il Derby Veneto va al Verona, mai battuto in Serie A dai lagunari. Zanetti stoppa la striscia negativa delle tre sconfitte consecutive, Di Francesco non quella del Venezia alla quarta in cinque gare. Zanetti cambia il Verona e torna al 4-2-3-1, Di Francesco si affida al 3-5-2. Zanetti ci mette le idee, Di Francesco il gioco ma viene punito dagli errori singoli: Joronen dopo quelli con il Milan combina un altro pastrocchio sulla rete del 2-1, che diventerà poi un’autorete dello stesso numero uno.
Napoli-Como 3 a 1. Conte tenta la fuga al “Maradona” e si gode la testa della classifica per tutta la sosta. Lukaku entra in forma e partecipa agli schemi del tecnico non solo con i gol, ma anche con gli assist. Il Napoli è quasi una sorpresa per Conte: non si aspettava che ingranasse dopo sette giornate di campionato. Il Ciuccio non raglia più e spaventa gli avversari che giocano in Europa. Fabregas cerca di giocare nascondendo il pallone con il palleggio: deve rendersi conto che non gioca nel campionato spagnolo e il “giochismo” non rende se non hai i calciatori giusti.
Udinese-Lecce 1 a 0. Vincono i friulani dopo due sconfitte consecutive. I salentini è da agosto che non vincono una gara. Ha creduto di più nella vittoria la squadra di Runjaic, meno quella di Gotti che tornava nello stadio che le consegnato la panchina di Serie A per la prima volta. Il tecnico tedesco bravo nei cambi, Gotti deve fare di necessità virtù mancandogli la qualità in panchina.
Inter-Torino 3 a 2. La stella di Thuram con un tripletta illumina il “Meazza” interista. Si è portato a casa il pallone tra tante sofferenze e palpiti nerazzurri. Torino in partita, pur giocando in inferiorità numerica quasi per 80’ di gioco, recuperi compresi. Due gol di testa di Thuram al centro dell’area granata che hanno fatto imbestialire il tecnico Vanoli. Zapata e Vlasic illudono il Toro di poter riprendere il Biscione, che incominciava a strisciare dopo la parentesi europea. Il finale è stato rovente. Tre punti per Inzaghi per inseguire il Napoli. Godinho, il sostituto di Vanoli in panchina perché squalificato, ha goduto poco per l’espulsione di Maripan per lo step on foot a centrocampo segnalato dal VAR. Inzaghi si consola con la vittoria ma le distrazioni, come quella di prendere due reti in superiorità numerica, sono un po’ troppe e lo allarmano.
Juventus-Cagliari 1 a 1. La Juventus paga lo sforzo europeo e permette al Cagliari sul gong della gara di pareggiare e, con più minuti a disposizione, di poter mettere la Signora all’angolo. Il passo falso di Thiago Motta lo allontana dal Napoli e non supera l’Inter. Thiago al di là dei suoi moduli fantasia deve trovare alla svelta il sostituto di Bremer, assente per tanto tempo. Crede nei giovani, ma li deve sostituire ad inizio ripresa. Bravo Nicola: ha iniziato prudente aspettando il finale di gara e mettendo in campo gli attaccanti per fregare la Signora stanca.
Bologna-Parma 0 a 0. Nel derby del “tortellino” tra Bologna e Parma Italiano non vince pur giocando un tempo di gioco in superiorità numerica. Pecchia dopo sette giornate ha capito che la Serie A e diversa dalla Serie B e sotto le due Torri è stato più prudente tatticamente, non rinunciando ad attaccare – specialmente nel finale – con i felsinei che avevano l’Europa nelle gambe. D Bello di Brindisi aiutato dal VAR per allontanare un calciatore ducale per un pestone da gioco tramutando un giallo in rosso.
Lazio-Empoli 2 a 1. Primo stop in campionato per l’Empoli, ma non perde la faccia giocando per tutta la gara come nelle altre gare di campionato, soprattutto da squadra. La Lazio sfrutta un errore elementare dei toscani lasciando Zaccagni solo a battere di testa in area al 48’ del primo tempo. Una carica diversa per l’Aquila, che nel secondo tempo ha ribaltato il risultato con una perla di Pedro appena subentrato. Poi i cambi hanno fatto la differenza.
Monza-Roma 1 a 1. Un punto che serve poco ad entrambe le squadre. Il Monza rimane sempre ultimo in classifica e la Roma perde l’occasione per passare dalla parte sinistra della classifica. Era l’occasione per far dimenticare lo stop europeo. I troppi gol sbagliati dai giallorossi hanno fatto imbestialire Juric, ancor più arrabbiato per un rigore evidente negato da La Penna di Roma, altro colpo di teatro del designatore Rocchi. Il dischetto romano non aiutato dl VAR a tre minuti dalla fine della gara.
Fiorentina-Milan 2 a 1. De Gea portiere Superman para due rigori al Diavolo. Oltre le massime punizioni si veste da assistman con un passaggio di 45 metri che permette a Gud di avere la porta milanista a portata di piede e non sbagliare. Maignan, il portiere rossonero, para a sua volta un rigore. Partita che ha salvato la panchina di Palladino, espulso, e mette di nuovo in dubbio Fonseca dopo la vittoria risanatrice del derby e dopo i cambi non riusciti. Pairetto azzecca i tre rigori senza la tecnologia.
Atalanta-Genoa 5 a 1. Per tutte le cronache, travolto il Genoa dalla Dea senza che nessuno tenesse conto della formazione forzata mandata in campo da parte di Gilardino. Arrabbiatissimo alla fine non per il risultato, ma per la calata di calzoncini dopo il secondo gol bergamasco. Nessuna mette in discussione la vittoria di Gasperini sulla via del ritorno per prendersi la scena in A, e ancor di più in Europa quando i meccanismi del gioco si saranno stampati nella testa degli ultimi calciatori arrivati.
Sul piano della mentalità negli ultimi quattro incontri giocati, dal secondo in casa del Venezia, il Grifone ha fatto dei passi da gambero. In particolare, quando incassa la prima rete, non cerca di intimidire l’avversario, senza possesso pallone. Il coraggio dello scorso anno è svanito e non è una buona notizia perché che non è collegato solo alla tattica e alla tecnica. Senza paura il Vecchio Balordo ha sempre raggiunto buoni risultati.
In questi 15 giorni senza calcio Gilardino e lo staff dovranno esser bravi a trovare nuovamente non solo le motivazioni, ma anche una difesa senza sbavature e una fase offensiva con idee per eliminare dalle statistiche quella di essere la squadra che impegna meno i portieri avversari.
La nuvola di Fantozzi è diventata una pioggia ultra-localizzata riconosciuta non solo dai meteorologici, ma in particolare da tutti i genoani. In molti casi da troppo tempo. Attualmente il Genoa è la squadra che tira di meno in porta, la difesa dello scorso anno si è smarrita, il calciomercato che da solamente i frutti nei gol importanti di chi è partito e nelle parate di quelli che non sono arrivati. Occorre fra dodici giorni rivedere il sole nel Tempio.