In sala stampa, nel cuore dello stadio Olimpico, è intervenuto mister Gilardino per commentare la sconfitta contro la Lazio.

Si conoscono le difficoltà in cui state lavorando. Si poteva chiedere di più oggi?

“Credo che abbiamo fatto un buon inizio, così a caldo. Poi dovrà rivedere la gara. Siamo rimasti in gara fino al secondo gol della Lazio e abbiamo fatto, secondo me, un ottimo inizio di secondo tempo. I ragazzi hanno dato tutto. Ho dovuto fare delle scelte obbligate, Thorsby davanti vicino a Pinamonti sapendo benissimo che non è il suo ruolo. Ha fatto una partita di battaglia, di seconde palle e corsa. In panchina ho un ragazzo classe 2006, Ekhator, a cui si devono far fare i passi giusti dentro questo campionato. Per quanto riguarda le risorse dall’inizio e nelle sostituzioni siamo in emergenza, è un dato di fatto. Penso che i ragazzi, però, siano rimasti in partita per 70/75 minuti. Secondo e terzo gol non possiamo e non dobbiamo prenderli così facilmente”. 

Quanto può darvi l’arrivo di Balotelli?

“L’ho detto prima: Mario non può risolvere da solo i problemi del Genoa. Quello che sarà fondamentale, come sempre, sarà la squadra. Se lui arriverà e avrà desiderio, quel fuoco di mettersi a disposizione dei compagni e della squadra, mettendosi a disposizione dell’ambiente, potrà essere un valore aggiunto, ma da solo non può risolvere la situazione. Arriva da un momento lungo di inattività dalle gare, quindi confidiamo che potrà essere presto al top. Quel che conta e conterà più di tutto sarà la squadra, come reagirà la squadra. Lui può darci personalità, può scuoterci, ma andrà messo nelle condizioni sia fisiche che tecniche di potersi esprimere”. 

La cosa che ti preoccupa di più in questo momento e quella che più ti induce all’ottimismo?

“L’incazzatura per la sconfitta, non la tristezza. Incazzati sì, ma non tristi. Quest’anno sappiamo di dover fare una missione, una impresa difficilissima, ma sono convinto che piano piano rivedremo la luce. La squadra adesso ha bisogno di fiducia e consapevolezza attraverso prestazioni e, soprattutto, risultato. Dobbiamo continuare a lavorare e pensare giorno dopo giorno. Significativo che giochiamo dopo soli quattro giorni”. 

Su Ankeye cosa può dirci? Il suo infortunio è la fotografia di questa stagione fino ad oggi…

Ankeye ha subito una botta alla caviglia e Norton-Cuffy è uscito con un problema al flessore a fine partita, è stato fuori tre mesi per un problema ai piedi. Sono tutti giocatori, chi ha giocato o è entrato, arriva da lunghi periodi di inattività. Miretti ha giocato dopo un lungo periodo di inattività, Frendrup anche la seconda partita dopo un lungo periodo di inattività. La formazione iniziale e le sostituzioni sono state in base a quelli che ho a disposizione in questo momento. Non posso però recriminare su quanto hanno dato dentro il campo i ragazzi: dobbiamo avere ancor più cura dei dettagli, essere ancor più precisi. In questo momento c’è da fare questo”.

Come sta Gaston Pereiro? 

“Gaston, come detto nei giorni scorsi, sta facendo una mini-preparazione e ha bisogno di lavorare. Sarei un pazzo se lo facessi giocare dal primo minuto oppure a gara in corso un giocatore che ha bisogno di mettere benzina nel suo corpo”. 

L’atteggiamento a quattro ti soddisfa ?

“Abbiamo vinto e perso a cinque, perso e pareggiato a quattro. Non è una questione tattica. Precisione, dettagli, condizione mentale fanno la differenza in questo momento. Come detto prima, siamo chiamati a fare una grande impresa quest’anno e sono cosciente di questo momento di grande difficoltà. Ma all’interno di questo momento dobbiamo aggrapparci ad ogni situazione positiva, mantenere alto l’umore della squadra e far sentire importantissimi tutti i ragazzi che in questo momento ho a disposizione, andandoci a preparare per la gara contro la Fiorentina nel modo migliore”. 

Che prospettive avverte per il suo futuro? Il CEO Blazquez le ha dato qualche rassicurazione?

“Questo dovreste chiederlo alla società: hanno diritto di fare qualsiasi considerazione in merito. Io e lo staff lavoriamo giorno e notte per trovare soluzioni, migliorare e trovare qualunque tipo di situazione che posano dare beneficio a ragazzi e squadra. Ho vissuto momenti incredibili qui da allenatore del Genoa, l’anno scorso abbiamo fatto una stagione molto importante. Adesso, anche nelle difficoltà, sto dentro, lavoro e sicuramente voglio dare il mio contributo al 110% a squadra e ragazzi per tirarci fuori da questa situazione“. 

Che Lazio ha visto?

“La Lazio ha un DNA forte e giocatori da uno contro uno che in Serie A fanno la differenza. Quando hai esterni forti come la Lazio, da Isaksen a Dia, da Noslin a Castellanos, sono tutti giocatori che ti puntano nell’uno contro uno e creano superiorità numerica, potente mettere in difficoltà chiunque. La Lazio ha la fortuna di avere un allenatore che ha fatto la gavetta e si sta meritando questa panchina, facendo ottime cose”. 


Serie A | Lazio 3-0 Genoa, rossoblù sconfitti all’Olimpico. Ankeye si ferma di nuovo