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Nessun dolcetto per un Genoa a dieta di punti

La Notte di Halloween per il Genoa è iniziata alle ore 18.30 quando le squadre sono scese in campo con i “fantasmi”, in casa Genoa, delle dieci assenze per infortunio più Balotelli.

Tra zucche, pipistrelli, mostri, facce colorate, teschi e scheletri il Genoa ha fatto la sua partita contro la Fiorentina e non meritava di perdere. Neanche con la maglia nera, con tanti bordi oro, il Vecchio Balordo è riuscito ad esorcizzare il risultato.

Una sconfitta che brucia, che certifica per la prima volta dall’arrivo di Gilardino l’ultimo posto in classifica, da fanalino di coda inaspettato. Gilardino ha fatto ricorso all’usato sicuro, sulla carta un 3-5-2 che si è quasi subito collocato in fase difensiva in un 5-3-2.

Il sistema si esprime numericamente più difensivo rispetto ai centrocampisti e alle punte. Peccato contro la Viola nei primi 45 minuti abbia fatto vedere che i due difensori esterni, pur essendo fluidificanti di buona spinta, hanno badato più alla fase difensiva subendo sulle corsie laterali

L’operazione è riuscita nel primo tempo e in fase difensiva è andata in porto. Palladino e i quattro attaccanti hanno  provato pungere di più ma si sono  trovati  di fronte un Grifone corto, organizzato e dislocato sul terreno di gioco in modo che tra i calciatori non ci fosse una distanza eccessiva, coinvolgendo tutta la squadra in sovrapposizioni e raddoppi di marcatura con tempismo e intelligenza tanto da non far tirare quasi mai in porta la squadra che aveva realizzato tra campionato e Conference League 17 gol.

Il solito problema da molte partite è poi venuto a galla anche con la Fiorentina: gli spazi si chiudevano con efficacia in fase di non possesso, ma erano difficili da trovare in fase offensiva e il lancio lungo non procurava pericoli.

Tutto ciò è riuscito meglio nelle ultime 4 gare giocate e le occasioni da gol non sono mancate anche se De Gea, un monumento per il piazzamento tra i pali, ha corso pochi pericoli. Una sola ottima parata come Leali nei quasi 100’ di gioco.

Il Tempio si gasava nel vedere il Genoa con spirito di sacrificio, con la voglia di giocare e cercare di non arrivare secondi su nessun pallone anche dopo corse a vuoto. Un Grifone dove si aiutava il compagno alzando meglio i ritmi rispetto alle ultime gare giocate per cercare di fregare gli avversari.

Nel  secondo tempo attaccando sotto la Nord che rombava i rossoblù hanno messo in crisi la Fiorentina dei fenomeni con un pressing nel cuore del gioco a rubare il pallone e ripartire  cercando di non lasciare spazi dietro la linea della sfera.

Palladino cambiava tutto il centrocampo e qui si è vista la differenza con il Genoa attuale: i cambi degli avversari facevano la differenza quelli di Gilardino e in particolare gli ultimi arrivati non lasciavano il segno.

La sfiga anche dei cambi ha fatto subito capolino: uscito un Ehkator stremato, nell’azione successiva il Grifone è stato impallinato complice anche un fallo, una spinta a due mani  non rilevata dall’arbitro di Gosens su Masini.

Gilardino per la prima volta in conferenza stampa ha tuonato per il fallo subito in occasione del gol e perché Chiffi di Padova ha sorvolato su un pestone di Martinez Quarta già ammonito al 68′, con concessione di un vantaggio che ha mandato al tiro Martin. L’arbitro doveva e poteva tornare indietro e ammonire per la seconda volta il difensore viola.

Il Genoa contro la Fiorentina ha dato qualche dolcetto al Popolo genoano: il debutto di Ehkator dal primo minuto, un talento verso la maturazione; quello di Pereiro; il ritorno di Badelj che per 65’ ha registrato la fase difensiva. Matturro cresce gara dopo gara e anche Thorsby è stato uno stantuffo a tutto campo, non premiato dalla tecnica.

Dispiace vedere il Genoa ultimo in classifica, dispiace rivedere i lenzuoli appesi in città contro la dirigenza, un ritorno al passato che sembrava dimenticato, con accuse non banali. Lenzuoli che lasciano dei dubbi circa e che contengono accuse senza prove. Pensare di  lanciare il sasso e nascondere la mano si pensava fosse uno sport dimenticato nel mondo Genoa. E fa male doverlo registrare in questo momento alla ricerca della salvezza.

Ieri la festa americana scimmiottata, oggi si festeggia il giorno di tutti i Santi. Il popolo rossoblù, anche quelli che non pregano, devono chiedere aiuto affinché si svuoti l’infermeria per portare avanti l’operazione salvezza.

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