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Bis al Tempio

Il Genoa ha risposto agli avversari che lo precedevano e anche a chi aveva storto la bocca per i risultati negativi arrivati per infortuni e non sul prato verde. Vittoria a Parma, grazie al collettivo e all’acuto di Ekhator e Pinamonti, e prova di personalità e autorevolezza da parte di tutti. Senza dimenticarsi la prova fisica per brillantezza.

Gilardino per la prima volta dal mese di settembre è riuscito a mandare in campo per due volte di seguito la stessa squadra. Piace il Vecchio Balordo quando gioca con aggressività e pressa in tutte le parti del campo con recuperi, raddoppi e grande intensità in un gara che non ha ammesso pause.

Piace questo Genoa concreto, tanto che alla fine i tifosi non residenti a Genova (questi ultimi a Parma sono stati squalificati per l’ultima volta, dalla gara di Udine potranno tornare ad affollare il settore ospiti) e di tutto il Centro-Italia lo hanno acclamato con il solito grido “vi vogliamo così“.

Invece da Genova, dentro i bar, i circoli e sulle poltrone, se ne avessero avuto la possibilità tutti avrebbero gridato di voler il bis questo giovedì. Perché il Genoa sul proprio campo e a fianco del suo popolo trasforma il Tempio in un Teatro dove vuole tornare a vincere.

Anche Gilardino e lo staff vogliono il bis, ma in queste 48 ore che hanno separato dalla gara con il Como faranno delle considerazioni sulle condizioni fisiche di chi ha giocato 90′ più recupero. Una vittoria è una vittoria, ma alcune valgono il doppio, più dei tre punti che hanno portato in classifica. Quella di Parma è una di queste. Per il morale, la consapevolezza di esserci con una prova di forza, prendendosi la partita con grinta, cuore e più tecnica.

Importante voltare pagina e non scivolare, tutti, nella presunzione perché è un attimo e sarebbe un errore scivolarvi in un campionato che ha fatto vedere in 11 giornate come nulla sia scontato. La strada è lunga, ma il Vecchio Balordo può affrontarla e dopo i venti giorni di sosta con i recuperi, che dovranno esserci per forza, partirà un altro campionato, sempre con lo stesso obiettivo: la salvezza.

Le trappole per il Genoa – e anche per il Como – non finiscono mai. Genoa-Como alla dodicesima giornata si giocherà  dopo 72 ore perché il Comune di Genova ha organizzato il Rally della Lanterna che dura tre giorni, più di quello di Montecarlo. Inizierà sabato mattina alle ore 8 e non davanti al Ferraris e per la Lega è stato difficile spostare la gara al venerdì: le telecamere libere c’erano e si gioca solamente un’altra gara. Campionato compresso per il calendario della UEFA e quello della Nazionale. La curiosità sarà vedere in quanti si lamenteranno domenica sera.

Il Como ha una proprietà ricchissima, indonesiana, nella Top 10 dei proprietari di società sportive più facoltose nel mondo e ha fatto acquisti ambiziosi per la squadra di Fabregas: da Pepe Reina e Audero come portieri, da Belotti a Mazzitelli, centrocampista dal Frosinone, da Dossena, ex difensore dal Cagliari, a Moreno, terzino dal Villareal. E poi Sergi Roberto, centrocampista dal Barcellona, Cerri attaccante dall’Empoli, Nico Paz e altri giovani dall’estero.

Fabregas nelle undici gare giocate ha cercato il gioco suadente spagnolo visto in Serie B. Non è andato tutto in porto e il motivo è legato alla condizione delle ex stelle e all’inesperienza degli altri che non abbiamo nominato nel precedente scritto sugli acquisti dei facoltosi proprietari.

Fabregas vede il calcio come e quando giocava nelle  squadre titolate come Barcellona, Arsenal, Chelsea, ma soprattutto vede il calcio delle Furie Rosse con le quali ha vinto tutto dal 2016 al 2021.

Adegua la strategia in base al contesto tattico, a come interpretare le gare alla lavagna e secondo il Mister devono poi essere i giocatori a trovare soluzioni pur non avendo in squadra Xavi, Iniesta, Messi e compagnia. Tanti i dubbi nelle undici gare giocate: nulla che dopo queste poche giornate faccia propendere al pessimismo, ma i campanelli di allarme suonati non lasciano tranquilli. In classifica 9 punti frutto di 2 vittorie, 3 pareggi, 6 sconfitte, con 12 gol fatti e 22 subiti.

È un calcio non privo di rischi quello di Fabregas e ha una caratteristica che nel campionato italiano non rende come nel calcio giocato in Spagna: invitare alla pressione gli avversari, giocando molto sui duelli individuali non essendoci la qualità e la pulizia tecnica di tutti i calciatori schierati come avviene nelle squadre di rango iberiche. Si parte dal portiere e la scelta di far giocare Audero o Reina è venuta al pettine, considerato che le ripartenze dei lariani partono dai piedi del portiere e Pepe Reina deve fare da maestro all’ex portiere dell’Inter.

Fabregas rispetto alla squadra della B ha cambiato poco davanti puntando sulla qualità di Strefezza nel creare superiorità numerica e sul nuovo acquisto Belotti, un “gallo” che dovrà spesso attaccare la profondità e che si sta deprimendo seduto in panchina.

Il Como ha fatto fatica ad abituarsi all’intensità fisica della Serie A, sbagliando molto e subendo troppo. Fabregas alla lunga dovrà decidere di cambiare il 4-2-3-1. Con il Genoa, peraltro, deve rimettere in piedi un altro centrocampo con Sergi Roberto e Perrone infortunati e Mazzitelli non al meglio.

Sulle rive del Lago di Como già si pensa al calciomercato invernale, sicuri di poggiarsi sulla potenza finanziaria dei proprietari, il tutto per fare uno step in più rispetto alle altre squadre che dovranno giocarsi la retrocessione.

Arbitra Rapuano di Rimini, 39 anni, agente della Polizia locale nel comune di Riccione. In Serie A dal 2020. Direttore della Supercoppa Italiana del gennaio 2024 tra Napoli e Inter. Tre gare in stagione in Serie A, mai Genoa e Como. Complessivamente 37 le gare dirette nella massima categoria.

Con il Genoa l’ultima la sconfitta per 1 a 0 a Lecce del settembre 2023, per il Como in Serie B pareggio 0 a 0 con il Lecco nel novembre 2023.

Primo assistente Cecconi (Empoli), secondo assistente Zingarelli (Siena), quarto uomo Massimi (Termoli), VAR Paterna (Teramo), AVAR Gariglio (Pinerolo).

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