Spalletti e gli Azzurri si sono presi Parigi e Bruxelles, invece non hanno acceso le luci di San Siro perdendo 3 a 1 contro la Francia.
La nuova nazionale vista nelle prime gare di Nations League, trasformata nel gioco e nella mente rispetto a quella fallita in Germania, non ha deluso solamente per il carattere messo in campo fino all’ultimo minuto di gioco.
Gli Azzurri non sono primi nel girone di Nations League solamente per la differenza complessiva di una rete. Peccato perché da secondi dovranno fare un altro show calcistico come successo nel girone di qualificazione contro altre nazionali titolate d’Europa, la più pericolosa il Portogallo che ha vinto il suo girone.
Bravo Deschamps, il CT transalpino contestatissimo in Francia. Bravo a prendere le contromisure al gioco degli Azzurri bloccando le corsie laterali e non permettendo al rombo di centrocampo italiano di ruotare e non dare punti di riferimento marcando i suoi interpreti quasi a uomo.
I centrocampisti azzurri sono stati poco dentro il gioco rispetto ad altre gare riempiendo poco l’area francese, lasciando i due centravanti schierati in balia dei due centrali e facendo mancare il loro apporto. Retegui non ha mai tirato e portato su la squadra, gli è riuscito difficile smarcarsi. Kean solo all’84esimo ha fatto venire i brividi a Maignan.
Come sempre le formule vincenti nel calcio dopo due o tre interpretazioni trovano l’antidoto avversario e Spalletti questa volta ha insistito con la stessa strategia non cambiando il 3-5-1-1.
Lo schema dopo 75’ di gioco è variato con una difesa a quattro e due trequartisti di ruolo, Raspadori e Maldini, concedendo alla sua famiglia di giocare al Meazza in azzurro: entrambi assenti dal gioco.
Solamente la forza dei nervi nell’ultimo quarto d’ora più recupero ha permesso agli Azzurri di dimostrare che lo spirito delle gare giocate non era andato in cantina, giocando e lottando senza paura.
L’ossatura delle squadra azzurra è ben definita e il ct non ha voluto cambiarla contro la Francia schierando i titolarissimi. Alla fine non è stato premiato, vista anche la stanchezza. Il ct francese non ha fatto giocare le stelle Mbappé, Kanté e altri rifugiandosi nel lancio lungo e nella forza fisica di Thuram.
Operazione riuscita superando la prima linea di pressione e facendo male a centrocampo e difesa azzurra perché dopo il corpo a corpo del giocatore dell’Inter, diversi calciatori accompagnavano l’azione facendo da sponda. La Francia ha vinto non tirando in porta su azione, l’Italia il gol su azione lo ha fatto.
Le tre reti dei Bleus sono frutto di palloni inattivi: due su calcio d’angolo, dimenticandosi di Rabiot autore delle due reti per ostacolare i giganti difensivi francesi, e un altro su un calcio di punizione che si è incastrato nel sette ribattuto con la schiena dal portiere Vicario, sostituto dell’influenzato Donnarumma. La partita non deve intaccare la ricerca del futuro da parte di Spalletti dopo l’Europeo.
Il ct dovrà trovare la medicina giusta su calci di punizioni e corner avversari oltre ad accorgimenti tattici difensivi. Troppi i gol incassati (7) e quasi tutti su palloni inattivi nelle gare di qualificazione del girone di Nations League. La soluzione sarà trovare altri giganti in difesa oppure marcare a uomo.
Spalletti è stato bravo dopo l’Europeo a costruire un’altra Nazionale, prima di tutto psicologicamente, abbinando questo aspetto a tecnica e tattica. I reduci della Caporetto tedesca erano solamente cinque, quelli che hanno giocato a Bruxelles come a San Siro (eccetto gli infortunati): Di Lorenzo, Bastoni, Barella, Dimarco e Donnarumma. Assente Calafiori.
Con lo spirito e il gioco visto nel girone di Nations League si possono superare anche i quarti di finale contro qualsiasi avversario nelle due gare di andata e ritorno. Importante non abbattersi per la sconfitta contro i vice campioni del Mondo.