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Genoa, Vieira si presenta: “Pronto per la sfida che ho davanti. Ho trovato un gruppo orgoglioso”

Alle ore 15 è andata in scena a Villa Rostan la conferenza di presentazione di Patrick Vieira come nuovo allenatore del Genoa. La conferenza è arrivata a meno di due giorni dall’esordio in panchina contro il Cagliari. Queste le sue dichiarazioni, anticipate da un’apertura del Direttore Sportivo Ottolini, che ha salutato Gilardino.

“Prima di presentare il nuovo mister, volevo salutare mister Gilardino e ringraziarlo per i due anni trascorsi, belli intensi e ricchi di successi. Nel calcio, poi, ci sono questi momenti e queste situazioni. Lo volevo ringraziare e salutarlo. Ora siamo contenti, felici e onorati di presentare qui il nuovo allenatore”. 

Direttore sportivo Ottolini. Ci spiega l’esonero di Gilardino e la tempistica, arrivata durante la sosta ma non subito?

“Quando ci sono un esonero e una decisione di questo tipo – risponde Ottolini – è chiaro che si analizzano tante cose. Quello che può aver sorpreso un po’ è la tempistica, essenzialmente dovuta ad un iter burocratico che dobbiamo seguire in questi casi. Analizzando la situazione, poi, le scorse tre pause per le nazionali di giocatori a disposizione ne abbiamo avuti pochissimi, considerando anche i nazionali, per lavorare e farlo con una squadra che così si possa definire è stato complicato. Abbiamo messo tutto sul piatto della bilancia e questa settimana siamo riusciti a concretizzare l’arrivo di Patrick Vieira. Cosa ci ha portato alla decisione? Andare nelle motivazioni specifiche è sempre complicato – ha proseguito Ottolini – Quando si prende una decisione del genere sul piatto della bilancia vengono messe diverse cose. Si parte dai risultati e si comincia a fare un’analisi più approfondita sia delle cose che si vedono dall’esterno sia su altre sensazioni e situazioni quotidiane. Ad un certo punto ci si siede e si fanno delle considerazioni. Abbiamo avuto anche un altro numero di infortuni e c’era la sensazione dei voler fare uscire un po’ tutti dalla comfort zone, chiedendo a tutti, a noi stessi, un po’ di più. Cosa è maturata la decisione. Chi ha preso la decisione e ha deciso l’esonero del nuovo mister? Io sono qui da fine luglio di due anni fa e tutte le decisioni a livello tecnico sono passate dalla mia scrivania. Chiaro che come società e parte di un progetto più ampio tutte le decisioni vengono prese in maniera collegiale e deve esserci un ampio consenso. A livello interno, poi, il responsabile sono io e il primo responsabile della scelta sono io”.

Mister Vieira, le sue prime impressioni? Quanto e se è stato complicato inserirsi in un gruppo che era molto legato al precedente tecnico Gilardino?

“Tra me e il club è stata una cosa molto veloce. Quando ho sentito che c’era la possibilità di venire ad allenare una grande società, a questo non si può dire di no. Per la società è un periodo difficile, sicuramente, ma la volontà di lavorare e fare bene c’è. Ho trovato un gruppo molto orgoglioso dal punto di vista del lavoro. Ho visto un gruppo che ha voglia di fare bene per la società. Non è facile perdere un allenatore che stava bene coi giocatori. C’era tanto rispetto tra i giocatori e l’allenatore che è andato via. Questo non cambierà mai perché credo che il precedente allenatore fosse molto apprezzato da giocatori e tifosi. Qua è stato un grande allenatore e anche un grande giocatore e questo non cambierà mai. Ora l’importante è guardare avanti e pensare a come poter fare per vincere la partita. Questi due giorni fatti coi giocatori sono rimasto molto contento per l’attitudine e la voglia di lavorare e imparare. Per me questo è stato importante”. 

Lei ha scritto pagine importantissime della nostra Serie A. Quanto ha seguito questa Serie A? Ha trovato differente anche in Balotelli dopo l’esperienza a Nizza?

“Il calcio italiano è cambiato, come il campionato inglese e francese. Ci sono giocatori differenti, ma la Serie A è ancora un campionato molto, molto difficile dove giocare e dove non è facile vincere le partite. Questa difficoltà c’è sempre stata in Italia. Però, ancora una volta, credo che abbiamo la qualità per fare bene, ma dobbiamo lavorare e farlo bene. Mi aspettavo la domanda di Balotelli per prima, ma è arrivata come terza. Va bene così (sorride, ndr). Mario lo conosco bene, è un giocatore e una persona che mi è sempre piaciuta. Anche come giocatore è un giocatore importante, che sa fare gol. Ora deve continuare a lavorare, l’ha fatto molto bene. Ora deve essere a disposizione di squadra e società per vincere le partite. È un giocatore importante”.

È la prima volta che lei subentra in panchina a stagione in corso. Cambia qualcosa rispetto alle precedenti occasioni?

“È un’altra cosa quando arrivi che il campionato è già iniziato, ma ho anche trovato uno staff a mia disposizione col quale abbiamo lavorato tanto sui punti forti e deboli della squadra. Abbiamo cambiato idea su come hanno lavorato prima e quale idea voglio portare adesso. Devo prendere in considerazione quanto fatto. Non si tratta di cambiare tutto, non è il mio punto di vista: ci sono cose che la squadra faceva bene e dobbiamo prenderle per essere ancora più solidi, in generale”. 

Lei ha giocato col 4-3-3, col 3-5-2. Ha giù un’idea in testa di schema? Ha trovato già un Vieira nell’ambito Genoa a prima vista?

“Dal punto di vista tattico, quando ho giocato ero abituato a usare queste due formazioni. Anche la squadra lo è. La cosa importante è l’animazione del gioco. C’è ancora un po’ di tempo per iniziare due o tre cose. La partita di domenica è importantissima. Non va dimenticato però che dopo queste partite ce ne sono ancora. Domenica è importante e faremo di tutto per fare una bella gara e una grande partita. So già che tutto non sarà perfetto, che ci saranno punti su cui lavorare, ma quello che ho visto fino adesso, negli ultimi due giorni, mi ha reso contento. La città devo visitarla un po’ di più, ma mi sento bene perché chi ho alle spalle mi dà una mano a stare ben qua. Se ho già trovato un Vieira qui? Non mi piace parlare di Patrick Vieira giocatore, ma di Patrick Vieira allenatore. Questo è il punto più importante per me”.

Sui recuperi per domenica: “Aspettiamo domani per saperlo. La cosa interessante è sapere di aver avuto giocatori importanti che hanno fatto allenamenti negli scorsi giorni. Troppo presto per dire sì al fatto di fare minuti domenica. Ma se non sarà domenica, sarà la partita dopo”. 

Si torna parlare col Direttore Sportivo Ottolini a cui fa una domanda Buoncalcioatutti. Direttore, è il momento della comunicazione. Il calcio vive nel sociale. Non si può sempre dire è stato quello, è stato quell’altro, è stato quell’altro ancora. Lei ora ha chiarito che tutte le situazioni passano da lei, da Spors, Dransfield, dagli americani. Quello che pensiamo è che con l’arrivo di Vieira ci sia qualcosa di positivo per il futuro del Genoa, non solo sul prato verde…

“Credo che lei abbia detto una cosa giusta, nel senso che se Patrick Vieira ha deciso di arrivare da noi ha visto e intravisto qualcosa di positivo. Prima di tutto, questa maglia, questi tifosi e questa città, con un club di livello alto. Questo ha contribuito a convincerlo, altrimenti non credo che avrebbe deciso di venire da noi visto che ha un mercato anche di Premier League e nazionali top. Questo penso sia un segnale positivo per il futuro di questa società”.  

Vieira, lei è cresciuto con Wenger. Ci sono dei principi di gioco che nessuno le chiederà di applicare in quattro domeniche, però immaginiamo che lei non sia stato contattato ieri, ma da diverso tempo. Quindi avrà visto qualcosa del Genoa nelle settimane precedenti. Un Genoa a cui mancavano nove giocatori e che pra ne sta recuperando 4/5 di giocatori. Cosa si può fare di diverso?

“Lo vedremo un po’ più tardi. Recuperare questi giocatori è importante per la squadra. Adesso dobbiamo lavorare sulla fiducia perché in un gruppo i risultati portano fiducia. Importante sarà portare nuova energia per essere più competitivi. Come qualità c’è un gruppo che sarà più forte quando tutti i giocatori torneranno dagli infortuni”. 

La tifoseria era molto legata a Gilardino. Lei non pensa che possa crearle qualche problema, magari all’inizio?

“Questo non cambierà mai il punto di vista dei tifosi. Gilardino è stato un personaggio importantissimo per la città. Ciò non si cambia mai e non cerco di cambiarlo o di convincere la gente su questo punto. Lui ha fatto felice la gente e queste cose non cambieranno mai. L’importante per me è essere arrivato in una società importante, coi tifosi che amano la società. I tifosi fanno parte di un’unione, di una famiglia che per me, da fuori, lascia vedere una relazione tra tifosi e squadre che è più importante che in altre squadre che ho conosciuto. Questo è un valore importante. Lo comprendo e mi devo integrare in questa famiglia. Come? Lavorando bene, con determinazione, con un’idea chiara di come fare, facendo il massimo per società e tifosi”. 

Per risalire la classifica pensa di lavorare di più sulla testa, sul fisico o sulla tattica dei giocatori?

“Per i giocatori deve andare bene la testa e noi come staff dobbiamo essere chiari su quello che vogliamo da loro dal punto di vista tattico. Se riusciamo a fare questo e la testa è a posto, loro sul campo si divertono”.

Cosa più di tutto l’ha convinta ad arrivare a Genova? E ci può presentare lo staff che si è portato? Arriverà qualcun altro?

“Una cosa veramente importante è la relazione che io posso avere con direttore e società dal punto di vista di aver l’aiuto a fare il mio lavoro. Quando abbiamo parlato l’idea della società era chiara su quello che volevano fare. Io mi sono sentito bene durante le discussioni avute, in primis sul punto di vista umano e sulla chiarezza di ciò che la società vuole fare. Il secondo punto importante era la qualità del gruppo dal punto di vista di unità e qualità. È vero che gli infortuni avuti sono stati molto complicati, però io vedo un gruppo dove c’è qualità, un gruppo che è pronto a lavorare duro per vincere le partite. E se metti tutto assieme in un progetto molto interessante per me come allenatore, sono molto orgoglioso di essere qua. Ringrazio il direttore e la società che mi hanno dato l’opportunità di lavorare in un grande club”

Sullo staff e se potrebbe arrivare una terza persona: “Per me era importante avere due o tre persone con le quali ho lavorato prima, ma la cosa importante è avere anche uno staff che conosce bene la società e i giocatori. Questo mi aiuta a conoscere i giocatori più velocemente. Siamo molto contenti di essere qua”.

Cosa ne pensa del pubblico? Sono un po’ sconcertato da questa situazione, ma ci sono sempre stati e domenica saranno oltre 30mila allo stadio…

“Ho veramente voglia di arrivare a domenica perché il punto forte della società è il pubblico. Giocare in casa deve essere un punto di forza per i giocatori. Ho davvero voglia di arrivare a domenica per vivere questo momento perché il pubblico è un elemento importante per la società. Spero che loro, come sempre, stiano dietro alla squadra. È una partita importantissima e abbiamo bisogno dell’aiuto dei tifosi per fare una bella gara”.

Si è detto che il Genoa non è stata una squadra che ha mostrato qualità offensive. Ha già dato qualche indicazione?

“Bisogna creare più opportunità. Dobbiamo avere più possesso, stare più alti come squadra ed essere più aggressivi dal punto di vista offensivo, avendo più giocatori dentro l’area avversaria. Tutto questo dobbiamo migliorarlo, ma ci vuole tempo. Abbiamo iniziato a lavorare negli ultimi due giorni su video, campo, comunicazione e allenamento. Proviamo a creare, questo è importante per me come allenatore”.

Sull’avversario: “C’è uno staff che è ancora qui e che nelle ultime due settimane ha lavorato sul Cagliari. Abbiamo parlato dell’avversario di domenica. È una squadra alla quale piace giocare in maniera diretta, hanno giocatori importanti davanti. Hanno qualità, ma per noi è veramente importante focalizzarci su come vogliamo giocare noi. Se facciamo una bella partita, possiamo mettere in difficoltà il Cagliari”.

Tra un mese inizierà il calciomercato di gennaio. Ne avete già parlato anche Oltreoceano?

Parla Ottolini: “Ci confronteremo nelle prossime settimane. Il mister sta prendendo visione dei calciatori a disposizione, stanno rientrando calciatori rimasti fuori nelle ultime settimane e ci siederemo per capire dove sarà il caso eventualmente di intervenire. A quel punto manifesteremo le eventuali necessità a chi sta Oltreoceano e vedremo cosa sarà possibile fare”.

Cosa si porta dietro delle precedenti esperienze avute in carriera?

“Dopo l’Inghilterra e la Francia mi sento più forte come allenatore avendo avuto queste esperienze con i giocatori e con le relazioni che ho avuto con loro. Mi sento pronto per la sfida che c’è davanti a me e per fare bene per il Genoa”.

Quanto saranno importanti i recuperi di giocatori come Messias e Vitinha?

“Messias ha tantissima qualità, Vitinha lo conosco bene perché ha giocato al Marsiglia in Francia ed è un giocatore con talento. Per quello è importante avere questi giocatori disponibili”.

Quanto tempo le serve per entrare nella testa dei giocatori? Ed è già stato impressionato da qualcuno?

“Questo è difficile da rispondere, ci vuole tempo. La cosa importante sono la volontà e la concentrazione del calciatore per imparare ancora di più e per mettere la mia idea sul campo. Adesso la cosa che dobbiamo fare è lavorare con fiducia e andare in avanti”

Che ricordi si porta da giocatore al suo passaggio al Ferraris?

“Al Milan ho scoperto di essere calciatore, ho avuto la fortuna di essere allenato da Capello, che mi ha insegnato cosa dovevo fare per essere un calciatore ottimo. Ho avuto la fortuna di essere vicino a giocatori importanti che mi hanno insegnato come gestire il lavoro per essere più completi come calciatori. Ho sempre avuto affetto per l’Italia perché da lì è cominciata la mia carriera internazionale”.

Che ricordi ha del pubblico del Ferraris?

“È una delle ragioni per cui sono qua. È la base fondamentale. L’atmosfera, la passione, determinazione, l’essere molto competitivi: noi dobbiamo essere come i nostri tifosi. Una squadra che gioca con passione, che è difficile da battere. Se riusciamo a farlo con la nostra idea di gioco, possiamo fare cose interessanti”.

Ha sempre giocato con un certo tipo di giocatori. Ci sono le possibilità di vedere qualcosa di diverso anche sfruttando in maniera diversa i calciatori a disposizione?

“Per me il mercato è tornare ad avere i giocatori infortunati. Questa è la cosa più importante oggi, perché sono giocatori importanti. Quanto ho visto rispetto alla volontà di lavorare e accettare i cambiamenti che un tecnico può portare è stato molto positivo da parte dei giocatori. Mi ha dato gioia. Ho trovato un gruppo di giocatori dallo spirito molto aperto e per me era molto importante. Non cambierò il calcio, non giocheremo in dodici, ma sarò chiaro coi giocatori su cosa vorremmo fare. Metterò i giocatori dove potranno esprimere le loro qualità, è fondamentale. Ci sono cose che posso chiedere in maniera diversa, però alla fine dobbiamo vincere e guadagnare fiducia”


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