Alla vigilia di Genoa-Cagliari è intervenuto in conferenza stampa Davide Nicola, allenatore del club sardo ed ex tecnico del Grifone. “Chi è rimasto ha lavorato con grande entusiasmo, chi è tornato lo ha fatto molto motivato. Ho visto un gruppo che dopo il pareggio col Milan ha lavorato con entusiasmo e motivazione per una partita on uno stadio caldo. Sono gli stadi che preferiamo: chi fa il nostro lavoro ama giocare in questi stadi. Il Genoa è un passato molto lungo della mia carriera, non solo da allenatore ma anche da giocatore. È la squadra che mi ha permesso di affermarmi nel calcio e ovviamente c’è un passato molto più lungo con ricordi importanti, che custodisco con piacere e disinvoltura. Mia moglie è di Genova e non è quindi solo un rapporto con la città, è proprio una parte della mia vita. Sono sempre molto contento e piacevolmente concentrato sull’affrontare un avversario che conosco bene per la qualità che ha e i tifosi che rappresenta. Dovremo fare una partita molto concentrata, consapevoli che ci sarà da battagliare dal primo all’ultimo minuto. Speriamo solo che sia una bella partita”.
“Genova per me rappresenta il grande rispetto e i grandi maestri di calcio avuti, da Mainetto a Maselli al mio scopritore Palotti. È stata un’avventura che ha creato i presupposti per creare una parte della mia vita che non riguardasse solo il calcio, c’è massimo rispetto per questo. Credo loro abbiano imparato a rispettarmi per la persona che sono, per come vivo il mio lavoro. In qualsiasi contesto io sia, conta solo questo e faccio di tutto per battere ogni avversario, indipendentemente che rappresenti il mio passato. Come faranno loro e come giusto che sia, altrimenti non sarebbe sport”.
Sul cambio di allenatore al Genoa: “Negli ultimi giorni c’è stato un surplus di lavoro per me e lo staff, ma è ciò che ti dà nuova linfa e motivazione. Ci siamo subito catapultati con l’idea di capire le squadre che ha allenato, ipotizzando potenziali modi di stare in campo. Il cambio non è avvenuto da molto tempo, quindi in cinque giorni immagino, anche da collega, che prendere coscienza del posto in cui vai è concerne al più presto le dinamiche, capire quali sono le priorità, scegliere se partire dal conosciuto subito o razionalizzare la tua idea. Sono considerazioni di Vieira, a noi interessa solo sapere che possano giocare come hanno sempre giocato. Da parte nostra, ci siamo messi nella condizione di capire le possibili alternative che potrebbero avere. Lo scopo è anche quello di scoprire: l’importante è sapere, che giochino in un modo o nell’altro, come dobbiamo interfacciarci”.
Sulle scelte di formazione e i possibili ballottaggi in porta: “Scuffet e Sherry sono pronti entrambi, domani deciderò in base all’istinto e a ciò che percepisco. A centrocampo abbiamo degli happy problem, abbiamo cinque giocatori dei quali diventa difficile dire che non mi fido. Abbiamo alternative da inizio partita e in corso di partita. In realtà io vorrei metterli tutti, ma so che non posso. So che ne metterò quattro sicuramente. Se Mina è pronto per giocare? Si è allenato in nazionale e con noi. Sono più preoccupato di Yerry quando fa troppe partite, non quando non ne fa molte. Avesse giocato nella partita che hanno perso cinque giorni fa, sarei un po’ preoccupato perché, pur essendo il nostro obiettivo portarlo a fare più gare possibili mantenendo un certo range e rendimento, come abbiamo visto che quando ci sono tre partite in una settimana non riusciamo ancora a farlo. Lui vorrebbe, ma non riesce ancora a vedersi da un certo punto di vista. È rientrato motivato, vedremo”.
Un passaggio anche sulle maggiori difficoltà che il Cagliari ha avuto nel fare punti contro le dirette concorrenti salvezza: “In termini di numeri non credo. Abbiamo incontrato Como, Parma, Lecce ed Empoli e l’unica partita dove abbiamo meritato di perdere – e ce lo siamo sempre detti – è stato con l’Empoli. Col Como abbiamo fatto bene, col Parma abbiamo conquistato punti, col Lecce in dieci credo sia stata un’ingiustizia sportiva. Se hai occasioni per portare a casa punti e non lo fai, è un demerito tuo e non dell’avversario. Sostanzialmente, di quattro scontri diretti abbiamo preso quattro punti. Vogliamo fare sempre meglio. Ogni partita è uno scontro diretto”.
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