Il Vecchio Balordo nelle dodici giornate di campionato giocate non è riuscito ancora a far vedere e stupire come negli ultimi due anni, le ragioni si conoscono e sono già state ripetute troppe volte. Da domani non ci saranno Natale, Capodanno, Befana all’orizzonte del campionato, ma quattordici giorni di calcio infuocato con sette gare da giocare prima del giro di boa che dovranno dire e fare qualcosa in più in casa Genoa.
Dopo questa sosta per le Nazionali, il Genoa dovrebbe essere quasi pronto ad iniziare un altro campionato con una buona parte di infortunati che hanno lasciato l’infermeria del Pio Signorini. Tutto programmato e annunciato prima dell’ultima sosta, anche se qualcuno “strombazza” la rivalsa di qualche calciatore nei confronti del passato tecnico: una panzana da cialtroni calcistici.
Gilardino e lo staff erano pronti per crescere avendo la possibilità di aggiungere qualcosa di quasi disegnato, anche senza le stelle preventivate, durante il ritiro di Moena. Non serve una scienza in laurea del calcio per rendersi conto che la classifica non è attendibile non solo nei punti in classifica, nei gol realizzati e quelli subiti. Il Genoa fino all’ultima sosta di novembre ha provato a giocare, battersi e sbattersi non riuscendo ad andare meglio degli avversari. Le nove assenze hanno inciso molto non sulla formazione che doveva andare in campo dal primo minuto di gioco, ma nelle sostituzioni e sulla metà della squadra che inizia la gara.
Il percorso fino al marzo 2025 non si fermerà più e prevede fino alla fine della stagione 26 gare con 78 punti a disposizione. Può succedere di tutto vista la classifica. Il giocattolo Genoa si è rotto da settembre alle prime giornate di novembre. Il momento difficile il Vecchio Balordo lo ha già pagato e subìto. Adesso è nelle mani di Vieira, con una rosa a disposizione più pingue.
Nessuno può mettere in discussione le sue doti di giocatore. Neanche quelle di allenatore cresciuto nel solco dell’Arsenal e di Wenger e del Milan di Capello. Si ha l’impressione che sia il vangare dell’era Shevchenko e l’icona del calcio italiano Tassotti, quando subentrò a Ballardini nel campionato 2021/2022. Le stesse modalità anche all’ingaggio dell’ucraino e dei suoi tre collaboratori, tutti si chiedevano da dove uscivano gli euro essendo le casse del Vecchio Balordo non all’altezza di poterlo ingaggiare.
In quella occasione furono i 777 ad alimentarle, in questa chi è il benefattore o il futuro azionista che ha voglia di investire, garantendo A-Cap e Banca Moelis? Il direttore sportivo Ottolini nella conferenza stampa di presentazione di Vieira ha raccontato la sua verità. Ha risposto alle domande, lasciando un pizzico di speranza sul futuro del Vecchio Balordo non solo sul campo verde. Intervista integrale su www.buoncalcioatutti.it.
Vieira parte in vantaggio rispetto all’ucraino vedendo i suoi trascorsi da tecnico in squadre di calcio che hanno giocato campionati in Europa. La sua sfortuna non avere il Tassotti di turno al suo fianco; la sua fortuna quella di avere lo staff del Genoa con esperienza da mettere in gioco da tempo. Importante non fare come l’ucraino e seguirlo nelle prime battute. Nel calcio è difficile assemblare una squadra in quattro giorni. Serve un miracolo a Vieira e i Genoani, sempre in 30.000 nel Tempio, ci sperano.
In conferenza stampa è stato abile come quando giocava e lo chiamavano il “regista mobile” dei successi di Wenger. Durante l’incontro con i cronisti, in modo intelligente, ha cercato di trasmettere una filosofia quasi ricreativa per l’anima dei Genoani. Per Vieira una squadra deve essere, come gli hanno insegnato il maestro Wenger e Capello, compatta in difesa, forte a centrocampo e imprevedibile in attacco, il tutto condito da un continuo movimento in campo.
Le tattiche più usate da Vieira sono il 4-4-2 e il 4-1-4-1, ma difatti in ambedue i moduli le posizioni in campo sono molteplici e si ha la sensazione spesso di giocare con il 4-2-3-1 o il 4-3-3. In soli quattro giorni di lavoro potrebbe continuare con il 3-5-2. Il Cagliari nelle ultime giornate ha utilizzato sulla carta il 4-2-3-, Vieira risponderà col 4-1-4-1? Tante domande. Le risposte a domani alle 14.30 a fine gara. Al sistema di gioco oggigiorno viene attribuito un esagerato valore tattico, addirittura determinante per i successi di una squadra.
Siamo invece dell’opinione, sempre scritto, che i numeri di modulo contino poco, che un efficace gioco di squadra non possa basarsi né esclusivamente né prevalentemente su di una particolare distribuzione degli uomini sul terreno di gioco, che deve corrispondere alle caratteristiche tecnico-tattiche dei giocatori a disposizione in grado di sviluppare le due fasi di gioco. A Vieira auguriamo buon lavoro. Stia tranquillo, l’amore per il Genoa non abbandonerà mai il popolo genoano. Che fatica costa amare come si ama il Vecchio Balordo!
Il Cagliari dopo il pareggio negli ultimi minuti contro il Milan, al Ferraris vuole riprendere fiducia dopo le tre sconfitte consecutive prima della sosta. Nicola ha imposto i suoi principi di gioco contro il Diavolo rimontando per ben due volte, operazione che non riusciva dai tempi di Ranieri in Serie B. Senza paura i sardi sono scesi in campo a specchio contro Fonseca, reduce dalla vittoria del Bernabeu con un 4-2-3-1.
Non bisogna dimenticare che nelle tre reti degli isolani c’è sempre stato lo zampino dei rossoneri con una difesa imbarazzante. Nicola di suo ci ha messo per pareggiare il ritornare al vecchio stile Ranieri e il fare entrare tutti gli attaccanti negli ultimi 25′ di gioco, Lapadula e Pavoletti. Il Cagliari operaio è la figura senza fronzoli voluta da Nicola: marcare a uomo, aggredire alto e non far respirare l’avversario in ogni parte del campo. Contro il Milan ha approfittato dei buchi rossoneri nelle due fasi gioco quando giocavano poco stretti.
Nicola rispetto ai sardi del passato che rinunciano al pressing concede possesso pallone alla squadra avversaria e vuole riuscire nella sua impresa messa in campo nel Crotone nel 2016/17 quando arrivò per la prima volta in Serie A con una squadra più aggressiva con tutti i calciatori pronti a ruotare intorno al pallone.
Dopo aver salvato l’Empoli lo scorso anno ha voluto rimettersi in gioco a Cagliari. Didi non sopporta di essere un allenatore buono solo per salvare le squadre in corsa. Nicola nel Crotone ha messo in crisi parecchie squadre nello sfruttare gli spazi dietro la prima punta partendo da un 4-4-2 di base che in fase di possesso diventava un 4-2-2-2 con le ali che andavano a stringere nei mezzi spazi. Quello che vuole attualmente Thiago Motta alla Juventus. Operazione che non gli sta riuscendo in Sardegna visti i 10 punti in classifica fatti di 2 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte.
Il Cagliari continua ad avere problemi dal punto di vista offensivo: 12 le reti realizzate, di cui le ultime tre al Milan, e anche la fase difensiva è carente con 22 reti subite. Tatticamente i sardi hanno ruotato nelle dodici gare di campionato la difesa a tre e a quattro e tutte le variazioni del 4-4-2 e 3-5-2, ultimamente contro Lazio e Milan hanno messo in campo il 4-2-3-1 con i tre alle spalle di Piccoli unica punta, con Zortea arrivato dall’Atalanta centrocampista di fascia o terzino destro e Viola mediano adattato a giocare dietro la prima punta. Il più pericoloso è l’unica punta Luvumbo: l’angolano crea spazi con il dribbling e la velocità sulle corsi laterali.
Contro il Genoa tutti a disposizione dopo la sosta. Nicola dovrà valutare gli otto nazionali in giro per il mondo. Recuperato il portiere Scuffet? Probabilmente non cambierà la difesa quasi sempre la stessa nelle altre partite giocate con Zappa, Mina, Luperto e Augello. L’unica incognita è Mina, che ha giocato mercoledì con la Colombia ed è arrivato sull’isola nel pomeriggio di venerdì. Per il centrocampo e quelli davanti, eccetto Piccoli prima punta, Nicola li ha variati quasi in tutte le gare.
Genoa-Cagliari diretta da Sozza di Seregno. Arbitro Internazionale dal dicembre 2023. Nato nel 1987, architetto. Arbitra in Serie A dal 2020. Un incidente lo ha fermato lo scorso anno. È tra i top nell’attuale categoria a disposizione di Rocchi. Sono 44 le gare dirette nella massima categoria. In stagione ha diretto sei gare di qualificazione a livello Europeo nelle varie competizioni, sei gare in Serie A e due gare in Serie B.
Ha diretto Cagliari-Empoli persa per 2 a 0. Con il Genoa sono cinque le gare, 4 vittorie e un pareggio. L’ultima la vittoria con l’Ascoli che portò il Genoa di Gilardino in Serie A. Primo assistente Tolfo (Pordenone), secondo assistente Di Monte (Chieti), quarto uomo Feliciani (Teramo), VAR Marini (Roma 1), AVAR Nasca (Bari). Diffidati Genoa: De Winter e Vasquez.