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Genoa, domani il D-Day

Domani è il D-Day, un giorno importante per la missione di salvare il Genoa in questo autunno caldo. La cavalcata dei social e della parte di “trumpismo” alla genoana, non solo della tifoseria, sarà uno dei tempi da risolvere al più presto già nell’Assemblea dei soci di domani a Villa Rostan con la fine – o quantomeno un armistizio – nella guerra sociale generatasi dentro il Genoa in questo momento di transizione importante. In cima a tutto devono esserci il Genoa, la sua salvezza, il suo futuro.

L’unico mezzo dovrà essere la comunicazione nero su bianco per fare in modo che arrivi prima dei pettegolezzi spifferati che creano atteggiamenti ambivalenti tra la tifoseria. Le controversie fra i principali esponenti della società in loco rappresentano uno dei momenti più pericolosi per la storia e l’equilibrio del Genoa, minando stabilità e compromettendo il futuro non solo in società, ma anche sul campo. In una squadra e società di calcio non si possono danneggiare le relazioni interne.

Dunque è fondamentale affrontare tali controversie in modo tempestivo ed efficace per garantire il benessere e il successo a lungo termine del Genoa. L’Assemblea di domani è l’occasione giusta per chiarire vista l’assenza di un confronto in conferenza proposta già da mesi, e mai messa in piedi, neanche quando le pause del campionato potevano permetterlo.

Interessante domani mattina sarà capire come e da dove arriveranno i milioni per ricapitalizzare vista la fatica ad aprire il portafoglio nell’ultimo calciomercato e nel recupero di giocatori svincolati. Curioso anche capire come siano arrivati per l’ingaggio di Vieira e i suoi collaboratori. Insomma, perché sembri poterci essere all’orizzonte un cambio di rotta. Importante capire quante sono le azioni in mano al Genoa S.p.a. oppure quante sono state date in pegno per garantire debiti.

Dall’ordine del giorno della convocazione dell’assemblea degli azionisti in programma domani mattina a Villa Rostan emerge il diritto di opzione per fare un aumento di capitale. Operazione che ha lanciato per aria tante ipotesi. La speranza che non sia una cambiale sul futuro del Genoa e che tale futuro venga fatto capire in modo chiaro domani mattina favorendo il dialogo e seguendo il buon senso pratico, civile e comune in questo momento delicato per le sorti del Vecchio Balordo. Non serve scendere e portare il conflitto in una dimensione esagerata e totalmente non consona al contesto del momento che stanno vivendo la società e la squadra.

Bisogna favorire il dialogo, incoraggiare la comunicazione, chiara, spalancata, per affrontare tempestivamente i problemi per evitare che la tifoseria, giustamente interessato alle sorti del Genoa, comprenda appieno le motivazioni e le questioni collegate ai pettegolezzi per i quali non si è capito quale sia il reale motivo. Divergenze di visione, problemi di gestione, comportamenti non etici, questioni personali?

L’Assemblea di domani deve essere l’occasione giusta per ritrovare un progetto Genoa e valutare tutti insieme le offerte che si saranno già riscontrate per acquisire il club. Ai genoani interessa solo il futuro del Genoa e non chi sia che porta i nuovi proprietari.

Importante che siano capienti per garantire il futuro: nelle società di calcio attuali, in mano a fondi e holding che sono all’ordine del giorno, mancano le proprietà familiari del passato.

I mali e i pericoli della finanza ottengono solo spazio e risalto quando gli euro, i dollari e altre valute mondiali scantonano. Il boomerang della “banana” calcistica fuori dal prato verde, alla fine, ricade sempre e solo sulle spalle dei tifosi e alla lunga potrebbe far passare in posizioni più basse della classifica degli sport mondiali il gioco più bello del mondo.

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