Tutti i Genoani non solo nel Tempio, ma anche davanti alle tv, con i telefonini accesi in giro per i regali natalizi, collegati via internet in tutto il mondo, aspettano non tanto Babbo Natale, quanto piuttosto Babbo-gol e Babbo-tiri in porta. Vieira per adesso ancora non si è preso il Genoa con le sue idee di calcio.
È difficile giudicare il lavoro del trainer francese: ad oggi sembra deciso ad impostare la sua avventura al Genoa sulla coerenza. Lui può giudicare, non guardare i nomi o la carriera del calciatore, ma solo le loro prestazioni in allenamento e durante le gare. Noi, per contro, non possiamo non assistere a nessun allenamento.
La scelta di giocare con la stessa formazione, o quasi, dalla prima gara e non utilizzare tutti gli slot per effettuare i cambi va in quella direzione. Solamente ad Udine li ha effettuati, quando c’era il rischio di pareggiare in superiorità numerica. Operazione giusta per far arretrare i friulani.
Probabilmente non sono scelte forti quelle di non utilizzare o utilizzare pochissimo alcuni elementi, ma è una questione di rendimento. Solamente in cronaca ci si potrebbe accorgere di questo fattore. Vieira ha difficoltà ad imprimere una mentalità vincente nella squadra. Ci prova mettendo davanti l’efficacia collettiva e individuale sciorinata negli allenamenti.
L’opzione di difendersi si adatta alle caratteristiche dei calciatori a disposizione, non per cercare di non prendere gol, ma cercare di non lasciare il pallino del gioco in mano agli avversari. La fase difensiva del Vecchio Balordo è sempre funzionata, al di là degli errori singoli, quando il pacchetto difensivo è stato diretto da Badelj e Bani.
Il Genoa in non possesso pallone funziona e si vedono giocatori, indipendentemente dal ruolo, dietro la linea del pallone. Peccato che scappino indietro invece di avanzare per coprire il pallone. Si tratta di movimenti collettivi di tutti i calciatori in campo, ormai codificati, che fanno funzionare al meglio la fase difensiva chiudendo tutti gli spazi alla manovra avversaria.
Il Genoa, con qualsiasi allenatore, è da tempo che ha difficoltà nel far uscire bene il pallone dalla difesa. Porta avanti il pallone a fatica e difficilmente trova la mezzala, con diverse caratteristiche di quelle in rosa, pronta a ricevere la sfera e generare la fase offensiva con un passaggio, un dribbling oppure qualcuno centravanti che arretri a prendere il pallone per ribaltare e fare gioco. L’Albert dello scorso anno.
Nessuno può mettere in discussione Badelj, Frendrup e Thorsby sul piano dell’aggressività, dell’intensità e dell’attenzione con pallone e senza, ma vanno in difficoltà durante il possesso per peculiarità tecniche. Seguendo le gare del Genoa qualcosa di diverso succede quando è Badelj a superare le linee avversarie.
Al Genoa manca da troppo tempo un incursore di buona pericolosità, per l’esattezza da cinque anni. Un giocatore di qualità e pericolosità per cercare la via del gol e del tiro in porta, pericoloso nelle aree nemiche: un clone di McTominay, lo scozzese che vedremo in campo domani sera. Domani c’è il Napoli al Ferraris e non sappiamo se Vieira e i suoi analisti abbiano cercato altre alternative al gioco visto in queste quattro gare.
Giusto l’equilibrio, del resto prendere solamente due gol su due calci di rigore in quasi 390′ di gioco compresi i recuperi è un buon viatico, ma domani occorrerà tirare in porta e fare gol indipendentemente dal risultato: Babbo-gol Vieira pensaci tu!
Formazione alle 17 di domani. La strategia, poi, la vedremo sul prato verde.
Venendo all’avversaria, potrebbe essere l’anno del Napoli, Atalanta permettendo. Sono gli episodi che lo fanno pensare. Si fa male Kvara e il suo sostituto, il brasiliano Neres, manda in briciole il sogno dell’Udinese di pareggiare dopo un primo tempo quasi alla pari con i napoletani. Sei dribbling e l’85% dei passaggi riusciti hanno cambiato il volto e il secondo tempo del Napoli. Lo devono all’esterno mancino, cui piace giocare a destra, che con un gol sorpassa i friulani e con un assist li mette KO.
Neres, nato a San Paolo in Brasile nel 1997, è arrivato in Europa all’Ajax nel 2017, passato alla Shakhtar nel 2022 e al Benfica nello stesso anno. Conte avendolo seguito nella squadra portoghese ha fatto aprire il portafoglio a De Laurentiis per 28 milioni di euro, sicuro che il verdeoro sarebbe stato l’opzione più giusta per sostituire Kvara o Politano visto il campionato di alti e bassi dell’anno precedente. Adesso Conte quando Kvara riprenderà a giocare avrà dei dubbi su chi far giocare? Sicuramente non “giocherà chi sta meglio” ha detto in sala stampa ad Udine.
Da una doccia calda per Conte e i napoletani ad una fredda: nell’allenamento ad inizio settimana Buongiorno lo stopper arrivato dal Torino si è rotto due vertebre e salterà le prossime gare di campionato. Conte già dal primo allenamento ha cercato soluzioni alternative. La prima giocare a tre con Di Lorenzo a destra, oppure nella difesa a quattro inserire Marin, il centrale arrivato dal Real Madrid, un altro gigante di un metro e novanta. Con Marin mai utilizzato in campionato, Conte ha virato sull’esperienza di Juan Jesus. L’allenatore partenopeo salomonicamente ha detto: “fino alla quindicesima giornata siamo stati fortunati e bravi a non avere infortuni“.
Non lo penserà solamente il tecnico salentino considerati il secondo posto in classifica, i 35 punti, le 11 vittorie, 1 2 pareggi e le 3 sconfitte con 24 gol fatti e 11 subiti. Conte spesso è stato ritenuto un integralista del 3-5-2. Ad inizio campionato ha cercato il 3-4-2-1, alla quinta giornata contro la Juventus inaspettatamente ha virato alla difesa a quattro, su un 4-2-3-1 o 4-3-3, spiegando anche i motivi: dal mercato sono arrivati McTominay e Gilmour ed è stato reintegrato Folorunsho. Prima aveva due soli centrocampisti, ora un reparto forte da sfruttare. L’altro motivo è stato quello di non lasciare il pallino del gioco in mano alla Signora.
In fase di non possesso il Napoli schiera due linee vicine tra loro tra difesa e centrocampo lasciando più spazio agli esterni, tante le giocate ad un solo tocco provate già dal ritiro in Trentino. Non rinuncia al pressing, ma preferisce il ripiegamento.
La forza di Conte ha fatto defilare il Presidente De Laurentiis: la scena calcistica viene occupata solamente da lui, protagonista assoluto sotto il Vesuvio. La forza di Conte è aver capito la forza di McTominay dopo essere stato bistrattato in Premier. Lo ha fatto debuttare contro la Juventus come mezzala sinistra, in fase di possesso era il primo ad andare ad affiancare Lukaku. Con lo scozzese che occupa l’area avversaria in modo sistematico rispetto al passato, gode Conte per gli automatismi che ha sempre voluto nel suo passato di allenatore.
La sfida tra Genoa e Napoli sarà diretta da Federico La Penna della sezione di Roma 1, coadiuvato dai guardalinee Mondin (Treviso) e Vecchi (Lamezia Terme). Quarto uomo sarà Perenzoni della sezione di Rovereto. Al VAR andrà Doveri (Roma 1), AVAR Chiffi(Padova).
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