Lecce-Genoa porta soddisfazione per il risultato e per i 20 punti in classifica al giro di boa del campionato. Il Vecchio Balordo si è mantenuto con il pareggio nella zona sicurezza, Vieira su sette gare alla guida del Grifone ha perso solamente una gara col Napoli. Il Lecce invece è stato raggiunto in zona retrocessione dal Cagliari, vincitore a Monza.
La partita sul piano del gioco non è stata bella, tatticamente esasperata da parte dei due allenatori che hanno cambiato modulo parecchie volte. Una partita a scacchi sul rettangolo di gioco tra Giampaolo e Vieira, entrambi alla ricerca dello scacco matto.
Partita a scacchi con i portieri attenti, ma quasi disoccupati. Partita che ha fatto tremare solamente tre volte i legni delle porte: una volta con Krstovic del Lecce su errore difensivo in disimpegno della difesa e due volte consecutivamente, nella stessa azione, con Thorsby, a due metri dalla linea di porta, e col tiro su ribattuta di Pinamonti.
Il primo tempo è scivolato come il secondo con tanto possesso salentino, ma infruttuoso. La coperta corta del Genoa ha fatto subito capolino durante la prima discesa di Gallo, esterno sinistro, con tutta la fascia libera. Vieira subito bravo a trovare la mossa per rimediare spostando Vitinha sulla corsia di destra a contrastare la velocità avversaria, operazione difficile ma non riuscita al meglio in fase difensiva. Vitinha, poi, ha dato “pan per focaccia” al Lecce e a Gallo in fase di possesso con il suo dribbling.
Il primo tempo è finito con l’unica occasione di tutta la gara, già raccontata, che avrebbe potuto portare il Genoa in vantaggio grazie a Vitinha, tra i migliori in campo, che ha saltato Gallo nell’area di capitan Baschirotto. La scelta di Zanoli in panchina e Miretti in campo avrà avuto le sue ragioni da parte del tecnico, tanto da far pensare all’inizio ad un 4-3-1-2 con Miretti vertice alto di un rombo.
Giampaolo nella prima parte della gara, considerato che il Genoa giocava solo con Pinamonti davanti, ha schierato la difesa a tre per contrastare il Genoa con un 5-4-1. Nel secondo tempo tanto agonismo, tanta tattica, ma nessun gol. Anche i cambi non hanno portato oro, incenso e mirra da ambo le parti.
Tanta tattica da parte dei due tecnici, anche se dall’esterno al sistema di gioco viene attribuito un esagerato valore tattico, addirittura determinante per i successi di una squadra. Gli allenatori si basano prevalentemente su una particolare distribuzione degli uomini sul terreno di gioco, anche per contrastare il gioco avversario.
Sono loro che vedono gli allenamenti con gli staff, ponderano di non sbagliare, pensando ovviamente alle caratteristiche generali tecnico-tattiche dei giocatori a disposizione da utilizzare. Al Genoa da troppo tempo manca un uomo nella cucitura tra i reparti.
Il centrocampo del Genoa è funzionale ed efficace nella scalata difensiva, ma fa fatica nelle rotazioni per risalire in fase offensiva con ordine. Perfetti Bani e Vasquez in difesa. Vieira ha fatto vedere di non essere un “talebano” dello schema e dietro i suoi sistemi di calcio c’è un lavoro importante assieme allo staff.
Dato che in questo momento i risultati arrivano, giusto in questo momento non cambiare, modulo, strategia, schema per non mandare in confusione i calciatori? Tocca a Vieira fare le richieste giuste in entrata e in uscita in questo calciomercato invernale. I margini tecnici e tattici dell’ampia rosa a disposizione sono stati ormai compresi, senza dimenticarsi dell’odissea di infortuni che la limita dopo ogni gara.
È bastato vedere Balotelli in panchina per scatenare commenti in negativo. Il giocatore inquadrato alla fine della partita era quasi fumantino senza far vedere nessuno segno. La Gazzetta dello Sport sul proprio sito ha immediatamente messo in onda il filmato di una discussione tra Vieira e Balotelli ai tempi del Nizza. Ieri, in tarda serata, lo stesso giocatore ci ha tenuto a prevenire eventuali polemiche di natura sportiva con un messaggio diffuso via social.
Dentro la Calza della Befana genoana di questo 2025 nessun gol, ma del carbone bianco per il buon punto e per la prima presenza del maggior azionista Sucu con la squadra, dall’albergo agli spogliatoi. Complimenti a chi ha fatto 30 ore di viaggio per stare vicino al Vecchio Balordo.
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