Al termine della sfida di questo pomeriggio contro la Cremonese (clicca QUI per la cronaca del match), Jacopo Sbravati, mister del Genoa Primavera, ha parlato ai nostri microfoni:

Faccio i complimenti alla squadra perché l’approccio e il dominio dei primi 35′ è stato palese fino all’1-1: siamo andati in vantaggio con merito, abbiamo creato opportunità per andare sul raddoppio. La personalità con la quale si è giocato senza buttare mai via la palla è ciò che ci fa più piacere perché su questo si prova a farli crescere. Le prestazione individuali sono state di tutto rispetto, sono stati tutti adeguati al livello della partita. Siamo stati bravi a capire i momento. Il problema è stato non buttarla dentro negli ultimi sette o otto tiri, quando siamo rimasti in 11 vs 10. C’è rammarico, per la loro crescita oggi devono andare via con rabbia e con il desiderio di migliorare. Tante partite siamo rimasti con l’amaro in bocca per le tante occasioni: con l’Empoli, con il Bologna e tante altre prima. Significa che bisogna crescere e migliorarsi e avere il desiderio di perseverare. Anche per loro è gratificante vincere una partita dove siamo superiori“.

Per quindici minuti avete patito un po’ il loro pressing. Nel secondo tempo i vostri cross sono stati un po’ imprecisi…

Loro hanno tenuto un blocco basso quando sono rimasti in dieci, come è normale. Si arrivava bene alla soluzione perché abbiamo mosso bene la palla, ma alcune palle sono state impreciso e ci sono state alcune opportunità clamorose: le due di Nuredini, il colpo di testa di Barbini e tutte le altre palle rimasti lì, la traversa di Arboscello. Alcune volte la rifinitura è stata imprecisa, altre volte buone. Dobbiamo dar loro i mezzi per migliorare questo aspetto qui, ma sono orgoglioso della personalità tecnica e del lavoro svolto. Ho visto crescere la squadra, con tutte le squadre abbiamo avuto questo approccio. E’ un peccato non averla portata a casa per i sacrifici che fanno”.

Sette partite in venti giorni, eppure avete tenuto botta fino alla fine…

La condizione è buona perché si allenano forte, la miglior prevenzione è allenarsi come se fosse la partita. Abbiamo i nostri preparatori super sul mezzo, è quindi normale che si arrivi a performare fino alla fine con quantità, mentre oggi poteva essere migliore la qualità: la finalizzazione è stata un po’ precaria. I ragazzi però si allenano forte“.

Con il Monza su 25 giocatori tra campo e panchina c’erano undici calciatori nati dal 2000 in poi e il 60% veniva dal settore giovanile: non è una cosa da poco…

E’ il primo obiettivo che ci ha dato la società, ci dà grande orgoglio vedere che vivono quei palcoscenici. Chi l’abbiamo avuto qualche anno fa e chi è partito con noi quest’anno. Deve essere il primo obiettivo se si vuole fare settore giovanile e Primavera, siamo una delle squadre più giovani del campionato e bisogna quindi imparare dagli errori. Se qualche partita non la vinci, non deve diventare un problema“.

Gli allenatori delle squadre che giocano ogni tre giorni dicono che l’allenamento è la partita: i vostri allenamenti com’erano?

Gestione di chi ha giocato. Ci sono tanti ragazzi di Under 18 e Under 17 che accorpano il gruppo con impegno e qualità, ci sono profili nelle leve inferiori molto validi che abbiamo la fortuna di far allenare con noi. Però c’è gestione, c’è attenzione per chi ha giocato. Poi bisogna dosare le forze e capire chi è più affaticato, è bello e noi siamo stati allenati da questo punto di vista quando c’è stato il Covid che si giocava ogni tre giorni. In quel caso si è vissuta l’esperienza di chi fa le coppe, ero il vice di Luca Chiappino quell’anno ed è stato un allenamento da questo punto di vista“.