Il campionato del Genoa è pieno di tante cose. La rosa a disposizione degli allenatori al netto degli infortuni, troppi, ha sempre fatto vedere già dal ritiro estivo di Moena di avere le carte in regola per disputare un campionato tranquillo.

Il Genoa da domani, alle Idi di Marzo, in 13 giorni ha alle porte un momento che può e deve essere decisivo per chiudere la salvezza anticipata e coronare quel sogno che da luglio si è cercato (e in questi ultimi mesi con ancor più peso per dare forma al risultato auspicato).

Vieira, lo staff, tutta la dirigenza con Sucu in primis, Blazquez, Ricciardella, Ottolini e i giocatori di tutta la rosa devono essere consapevoli che allungando la mano c’è la possibilità di toccare l’obiettivo prefissato di salvare il Genoa non solo sul campo, ma anche all’infuori con l’operazione economica di fine dicembre rivolta a programmare il futuro con largo anticipo. Vieira e lo staff dovranno far capire alla società chi riscattare e in sicurezza ci sarà più spazio per tutti.

Importante per tutti, dentro e fuori del campo e in particolare nello spogliatoio, non considerare banali le prossime tre gare in programma con Empoli, Cagliari e Lecce: saranno 270’ di gioco più recupero di fuoco dove il Vecchio Balordo dovrà sapersi ripetere come nelle ultime prestazioni e confermarsi senza paura.

Il gruppo ha vinto e pareggiato, raramente non ha convinto anche nelle sconfitte viste la tattica e la voglia di non mollare mai, pur segnando pochi gol e mettendo il chiavistello alla porta di Leali. Per riuscire a gonfiare le reti con una rosa quasi nuova a disposizione, Vieira cercherà il gioco che si vede in settimana nelle competizioni europee. Il gioco si è allargato ritrovando le ali d’attacco che hanno preso il posto dei fantasisti, il centravanti pronto a rientrare per mandare negli spazi gli esterni. È un modo di giocare diverso rispetto  a quello che si gioca nel campionato italiano (eccetto la Dea quando è in forma) vista la velocità con cui bisogna giocare dove la fantasia conta meno.

Il Genoa gioca con inizi improntati a una maggiore aggressività, altri più sornione, trasmettendo inattaccabilità. Poi, frustrato l’avversario, imbastisce le azioni offensive sufficienti per fare il risultato. Il modulo e la tattica sono quisquilie rispetto alle  strategie messe in atto da Vieira e lo staff che hanno sempre centrato i difetti degli avversari. Strategie  che hanno  permesso di non partire battuti contro nessuno e di sfruttare i cambi tattici, che hanno permesso di rosicchiare punti importanti nella parte destra della classifica.

Bene per la vittoria dell’Empoli nei quarti di finale di Coppa Italia in casa Juventus. Leggendo attentamente le parole di Thiago Motta e Perin al termine della partita, tutto ciò è un bene affinché sia una partita da Grifoni, in particolare se si guarda all’atteggiamento messo in campo dai bianconeri, al punto da vergognarsi. Vieira ha pienamente in mano il gruppo e avrebbe presentato lo stesso la gara con l’Empoli, come se fosse una finale di Champions. Ci sono altri mattoni da mettere in costruzione. Una partita per il popolo genoano:  il sale non potrà essere insipido e i giocatori dovranno dal primo minuto dargli sapore.  

A costruire la casa salvezza Viera e i suoi ragazzi non saranno mai soli grazie non a quelli che cercano il pelo nell’uovo o l’ago nel pagliaio, ma ai tifosi che amano il Vecchio Balordo e sono sempre più coinvolti e partecipi nel pensare al Genoa. Per la formazione alle 14 di domani. Strategia, schema o modulo, sempre variabili, emergeranno durante la gara.

L’Empoli di D’Aversa entrato nel buco nero della classifica. I toscani sono crollati sotto i colpi di Gasperini nell’ultima gara di campionato. Hanno reagito sfruttando l’opportunità di una Signora in ciabatte e pigiama, affrontando la gara con orgoglio e portando l’Empoli nella storia con la prima semifinale di Coppa Italia.

D’Aversa ha messo in campo allo Stadium una squadra con giovani della Primavera: il 2006 Tosto, il 2005 Bacci, il 2006 Konate. Ha lasciato in panchina tanti titolari reduci dalla “manita” della Dea, recuperando in difesa Marianucci (2004) e solamente per un tempo Ismajli, reduce da un infortunio muscolare. Il capitano albanese è uscito al termine del primo tempo per preservarlo contro il Genoa oppure per ricaduta dell’infortunio muscolare, ma D’Aversa ha continuato a giocare con un 3-5-2 elastico negli spazi nel deserto  juventino, meritando la vittoria non solo ai calci di rigore.

In campionato D’Aversa ha allungato la striscia negativa ad undici gare e solamente due punti conquistati. La squadra ha fatto vedere di non avere la forza per reagire: alla fine dell’incontro con la Dea il Direttore sportivo Gemmi, nella  sala stampa  dove tutti aspettavano la comunicazione di allontanamento del tecnico, si è rimasti sorpresi   per la conferma.

Sarà durissima per i toscani salvarsi: oltre le assenze importanti quelli in campo sono sembrati a corto di fiato. Alla fine la curva degli ultras toscani ha applaudito non ironicamente per sottolineare che in campo ci hanno messo tutto e le colpe non sono solo dei calciatori e dell’allenatore.

Nel mercato estivo non hanno riscattato Caprile in porta, Luperto in difesa, Cambiaghi, Marin, Cancellieri e Cerri,i più titolati che giocano in altre squadre, e hanno ingaggiato solamente Esposito dall’Inter e il portiere Vasquez dal Milan. Nel mercato di riparazione visti gli infortuni solamente Silvestri il portiere e Kouame attaccante.

Tutto questo scenario “quasi” conferma la caratteristica peculiare del tecnico D’Aversa: partire forte nel campionato e arrivare pianissimo. In questa stagione all’inizio in sei giornate di campionato ha messo in classifica 10 punti battendo in Coppa Italia a domicilio Torino e Fiorentina e ai quarti la Juventus mercoledì scorso.

Dopo l’infortunio grave a Pellegri, autore di tre reti in tre gare, e a seguire quello di Fazzini, i toscani hanno rallentato la corsa fino arrivare alle ultime nove sconfitte consecutive intervallate da  due pareggi.  La classifica dei toscani dice 21 punti in classifica frutto di 4 vittorie, 9 pareggi, 13 sconfitte, 22 reti fatte e 43 subite.

Tatticamente utilizzata sempre la difesa a tre. Con le cosiddette grandi il 3-5-2, con le altre il 3-4-2-1. Con l’Atalanta ha aperto le autostrade a Gasperini giocando con un 3-1-4-2?

Contro l’Atalanta erano nove gli infortunati, mentre contro il Genoa D’Aversa spera di recuperare Marianucci e Ismajli in difesa. Difficile ci possano essere Anjorin, Fazzini e Viti, così il tecnico dovrà tenere conto del 120’ giocati  al mercoledì sera con la Signora.

Arbitro Massa di Imperia, bancario, classe 1981. In serie A dal 2012, internazionale dal  2014. In questa stagione Massa si presenta al Ferraris con 11 gare dirette in serie A, 12 in tutte le competizioni europee (dove è l’unico a dirigere con Mariani e Guida in Champions) eduna gara nel deserto per la Coppa Saudi Super Cup. Mai diretto Genoa e Empoli. Con il Genoa 14 gare fatte di 4 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte. Con l’Empoli 17 gare così suddivise: 8 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte.

Una favola capire di quale squadra sia tifoso Massa: nessuna, può da darsi da bambino Juventus. L’ultima gara diretta con il Grifone il pareggio di Genoa-Juventus 1 a 1 del dicembre 2023. L’imperiese prese una giornata di stop da Rocchi per non aver espulso  Malinovskyi per un fallo su Yildiz.

Primo assistente Mondin (Treviso), secondo assistente Luciani (Milano), quarto uomo Prontera (Bologna), VAR Sozza e AVAR Marini

Diffidati Genoa: Martin. Diffidati Empoli: Cacace, Gyasi