Venerdì da Grifoni. Vittoria del gruppo, affamato e spietato. Genoa in Harley Davidson sul piano fisico con una sola idea, quella di vincere, nel quadro dell’amaro pessimismo che ha pervaso tutti viste le undici assenze.
La prima doverosa constatazione è questa: i genoani si sono battuti, tutti, con slancio virile, molto ammirevole e in certo modo non sorprendente dopo aver visto, sette giorni prima in Sardegna, la squadra combattere nella seconda parte della gara, nonostante i pesanti cerotti. È difficile non dirsi fieri di questi ragazzi, dopo quanto si è visto e sofferto.
Partita importante avvincente sotto l’aspetto agonistico in una partita orchestrata alla grande da Vieira in panchina e dal gruppo in campo. C’è un “hombre d’orchestra” ed è Malinovskyi, per 60′ autore di due assist da gol e due pennellate in profondità (è ormai una rarità un tiro in porta da fuori area), coadiuvato da un Miretti in gran spolvero, autore di una doppietta, e di un Pinamonti che ha interpretato alla grande il ruolo del centravanti moderno con una tecnica non comune: oltre la finalizzazione, ha favorito l’inserimento dei compagni in avanti.
4-2-3-1, 4-3-3 o 4-4-2 sono la stessa cosa per il Genoa di Vieira perché non sono fossilizzati con un sistema di gioco particolare, cercando di curare uno specifico modo di attaccare. Vieira e lo staff tentano di evolvere il gioco del Grifone, cambiando da gioco statico a gioco dinamico, e gli avversari fanno fatica ad inquadrarlo come è successo a Giampaolo, tecnico del Lecce, nel primo tempo. Al Vecchio Balordo ieri sera è stato difficile prendere le misure visto che assumeva forme diverse nelle situazioni di gioco.
Uscito Ruslan, mancando il direttore d’orchestra, la squadra si è trasformata in una musica “gitana” reagendo colpo su colpo e facendosi trovare difficilmente in ritardo sui palloni morti. Protagonisti nel pressing, nella corsa e nell’intercettazione Frendrup e Masini, che hanno reso il modulo impenetrabile e tenuto la squadra corta nelle due fasi di gioco.
Bene la fase difensiva del Genoa con Vasquez, De Winter (quando si concentra) e Sabelli che non hanno perso un duello fisico e hanno colpito qualsiasi cosa che passasse dai loro piedi. Centrocampo, già detto, con esterni compatti: Zanoli e Martin hanno sempre attaccato senza scomporsi pallone e avversari. Bello vedere il Grifoni non perdere duelli dal punto di vista fisico.
Giampaolo dopo l’uscita dell’ucraino pensava, giocando con quattro punte, di riprendere il risultato, ma ha sbagliato non facendo i conti coi cambi di Vieira e la verve di Ekhator, la fisicità di Onana e quella di Norton-Cuffy e Matturro.
Così, oltre il calcio di rigore concesso dal VAR e da un protocollo che ha costretto Maresca, in crisi una decina di minuti, ad andare davanti al televisore richiamato da Mazzoleni, per il Lecce c’è stato un solo tiro. È rigore da bar quello di Matturro, certamente non da regola 12 su falli e scorrettezze.
Vieira giorno dopo giorno conferma di essere un maniaco quieto che studia il calcio cercando di essere pronto con lo staff a qualsiasi situazione da affrontare sul prato verde. Non ha voglia di protagonismo, regge i momenti difficili, come i dieci infortunati più Balotelli, porta in panchina sei 2006 e un 2007 che andranno, in parte, a giocarsi in settimana la Coppa Carnevale di Viareggio con i 2018 di Gennaro Ruotolo.
Godete genoani! Questi 35 punti in classifica possono farvi sedere tutti sulla riva del Bisagno ad aspettare la matematica certezza della Serie A, lontana solamente di uno o due punti. Lanci il primo pallone chi si aspettava – e Buoncalcioatutti lo ha scritto – che il Vecchio Balordo sarebbe stato quasi in salvo alle Idi di Marzo.
Emozionanti e giusti i cinque minuti iniziali di silenzio di tutto lo stadio ai si sono dovuti adattare anche i quasi 1200 tifosi salentini. Giusto il lenzuolo con la scritta “il calcio che volete” fatto di orari indecenti, trasferte vietate senza senso e a pochi giorni dall’evento. Peraltro nella serata che ha visto il Genoa nuovamente piazzato di venerdì sera contro l’Udinese, al Ferraris, e di lunedì alle 18 per la sfida casalinga con la Lazio…
Peccato che chi utilizza i fumogeni non abbia ancora imparato a fare i conti con il vento, non c’era un refolo di aria. Tutto ciò non ha permesso ad una buona parte di spettatori della Nord di non vedere quasi 15′ di gara soffocati dal fumo. Altri due candelotti fumogeni accesi buttati sul prato verde. Speriamo che arrivi solamene una multa.
Ora arriva la sosta per le nazionali: la speranza è di recuperare qualcuno degli infortunati anche se Vieira dovrà fare come il farmacista, che agita bene una soluzione prima di servirsene. In ogni caso, la Signora con 35 punti in classifica fa meno paura.
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