“Se questa è la mia annata migliore? Beh, sicuramente una delle più positive, ecco. Sono tornato in Serie A e quindi questo mi rende molto entusiasta e orgoglioso di quello che sto facendo”. Le parole sono di Nicola Leali, portiere rossoblù, intervenuto ieri ai microfoni di Radio Serie A.
Le domande proseguono incentrandosi sulla forza del gruppo rossoblù, emersa con costanza anche nel passaggio da Gilardino a Vieira. “Di sicuro abbiamo attraversato un periodo difficile a ottobre per via dei tanti infortuni che abbiamo avuto – esordisce Leali – Noi siamo stati bravi a reagire, a rimanere uniti come poi abbiamo sempre fatto in questi ultimi anni, almeno da quando sono arrivato io, ma anche dall’anno prima sicuramente, perché se vinci un campionato vuol dire che comunque c’è unità. Detto questo noi abbiamo semplicemente continuato a fare quello che stavamo facendo, rimanendo uniti. Fortunatamente poi i risultati sono arrivati“.
A chi gli domanda se abbia pesato per lui l’aspettativa cucitagli addosso di essere l’eredi di Buffon, Leali risponde: “Questo non lo so, io personalmente ho sempre cercato di dare il meglio di me, poi all’esterno non so che percezione c’era. L’unica cosa che posso dire è che quando ho trovato continuità in un club sicuramente ho potuto crescere di più, perché comunque ho potuto dare continuità a un certo tipo di lavoro, a conoscere meglio me stesso. Mi ha aiutato più questo, perché comunque quando ero della Juventus in tanti club, ad un certo punto, inconsciamente non avevo più un obiettivo preciso“.
“Da giovane, la Serie B sicuramente mi è servita a fare esperienza – prosegue Leali – Allora avevo 18-19 anni, quindi sicuramente questo è stato importante. Poi negli ultimi anni sono stato in Serie B con un’altra veste, perché era una veste un po’ più importante, un po’ più da senatore dello spogliatoio, e sicuramente questo mi ha arricchito molto. Sicuramente fare esperienza e giocare penso che per un giovane sia fondamentale. Questo aiuta a farsi le ossa, a conoscere bene com’è vivere una prima squadra, come vivere le situazioni negative soprattutto, perché poi penso che per un portiere sia fondamentale capire come reagire, come vivere i momenti negativi. Vivere quelli positivi penso che possa essere un po’ più semplice. L’importante è non “gasarsi” troppo“.
“Cosa significa parare sotto la Gradinata Nord? È bellissimo, hai sempre i brividi, anche in quelle giornate dove magari può capitare di non sentirsi al 100% – aggiunge Leali – Quando ti ritrovi sotto la nostra Gradinata sicuramente ti risale tutta l’energia che magari non hai fisicamente e la ritrovi grazie al tuo stadio. Il Ferraris è veramente importante ed è molto bello giocarci. Penso che sia uno di quegli stadi dove un bambino sogna di giocare da piccolo“. Parare sotto la Gradinata Nord se l’è meritato guadagnandosi la palma di portiere titolare scalzando Gollini, out per infortunio e poi passato alla Roma.
“Ho sempre cercato di lavorare bene, anche se l’anno scorso ho avuto davanti un portiere che ha fatto una grande annata, come Martinez, sul quale l’Inter ha fatto anche un investimento importante – spiega Leali – Quest’anno ai blocchi di partenza non dovevo essere il titolare. Poi successivamente penso di aver sfruttato la mia occasione nel momento in cui l’altro portiere Gollini si è dovuto fermare per un infortunio. La mia bravura è stata quella di sfruttare il mio momento, fortunatamente poi il mister mi ha dato fiducia. Cerchi comunque di stare vicino all’altro collega, di apprendere e di trasmettere anche quella competizione sana. Non è sempre facile fare il secondo. È molto difficile. In realtà, io non mi ero mai trovato in una situazione così per un anno intero. Devo dire che è stato molto difficile, più che altro perché devi sempre essere pronto in qualsiasi momento, anche se non hai mai giocato. In ogni caso, devi alzare il livello dell’allenamento come giusto che sia. È difficile ritrovarsi a giocare perché non hai le tue sensazioni, non hai le controprove. Diciamo che la partita è sempre l’esame finale di quello che fai, di quello su cui lavori. L’allenamento non riesce a portarti fino in fondo. Quindi non è facile, mentalmente è molto difficile“.
Mentre l’intervista procede, tra il messaggio rivolto ai genitori al racconto di come nasce la sua passione per il ruolo di portiere, il sondaggio lanciato da Radio Serie A e votato da molte persone riporta un dato: la maggior parte dei votanti lo vorrebbe titolare anche la prossima stagione col Genoa. “I tifosi sono il cuore pulsante del calcio, quindi sicuramente fa molto piacere e dà soddisfazioni. Adesso mancano ancora nove partite che saranno fondamentali per finire al meglio il nostro campionato. Nel calcio è importante essere sempre preparati partita dopo partita perché le cose possono cambiare da un momento all’altro: ormai ho imparato a ragionare in questo modo e a ragionare veramente di settimana in settimana nel nostro caso“.