Una corsa lunga 38 tappe per il Vecchio Balordo è stata – e sarà – piena di tante cose non solo sul prato verde. I 35 punti sono una garanzia, alle porte del Genoa c’è qualcosa di positivo e non solo perché in ballo c’è una quasi salvezza matematica, ma anche il futuro della società.
È stato chiaro Sucu intorno alla sfida con il Lecce: è la società che voglio. Vogliamo dare un futuro al club con il contributo di tutti quanti. Un Grifone condiviso, dove tutti ascoltano tutti per costruire la squadra e la società del futuro. Importante che tutto questo avvenga Aggiungiamo noi: come sul il prato verde, anche fuori.
Di peccati veramente mortali ce n’è che uno, il suicidio, alimentato dalle chiacchiere e dai pettegolezzi. Nel Genoa, spesso in difficoltà nella sua vita, ci sono stati guelfi e ghibellini, ma tutto si è risolto da genoani pensando solamente al bene dei colori rossoblù a quarti.
Vieira dentro l’Uovo di Pasqua vuole la matematica certezza della salvezza, quel grande sogno che tutti i genoani cullano dallo scorso luglio a Moena: senza infortuni sarebbe sicuramente arrivata prima la visione di questo sogno.
Bravi i tecnici nelle difficoltà a cercare forma e concretezza. Ed è l’ora già da domani sera contro la Juventus: allungando una mano sembra quasi di poter toccare questo sogno affidandosi al gioco, alla strategia, agli schemi di Vieira e del suo staff. Il Vecchio Balordo ha fatto vedere che è in grado ripetersi e confermarsi contro chiunque.
Il Genoa sotto la Mole ci arriva bene, non solamente da venerdì 14 marzo e dalla partita contro il Lecce. Vieira ha fatto vedere di essere un leader, come quando giocava. Ci sta mettendo qualcosa di più in questo momento per togliersi soddisfazioni e giocare con strategie nelle quali nessuno dei numeri di modulo ha davvero un significato. La squadra assume forme diverse in diverse situazioni di gioco. Si migliorerà con il recupero della qualità in infermeria e di Ruslan, con un Miretti in versione folletto e con la conferma di una fase difensiva solida e di un centravanti moderno.
Se a tutto questo aggiungiamo un popolo sempre più appassionato, che il calcio non può prendere per fondelli, sempre più coinvolto e partecipe, l’Uovo di Pasqua 2025 del Vecchio Balordo si potrebbe spaccare in anticipo per godersi la sorpresa. Dai Grifone, alle ore 20 precedi l’ora di luce legale in più programmata alle tre di notte! A domani per formazione e strategia.
Nella sfida di domani, poi, c’è da analizzare la Juventus. La formazione bianconera non è più bella nel gioco, impossibile da decifrare nel carattere. I bianconeri hanno sbragato nelle due ultime di campionato prima della sosta incassando 7 reti e realizzandone 0 nei confronti con Atalanta e Fiorentina, senza dimenticare una settimana prima l’eliminazione casalinga per mano dell’Empoli in Coppa Italia.
Intorno a Thiago Motta ormai si vedevano solo macerie. La storia era già finita perché mancato il fondamentale punto di appoggio del club assente per una allenatore da seguire e da proteggere, che invece è stato lasciato in balìa degli eventi, delle sue incertezze e di una squadra non all’altezza degli obiettivi, il tutto corroborato da una critica che lo ha massacrato.
L’italo-brasiliano si era illuso di ripetere quanto fatto con il Bologna l’anno precedente, ma ha dimostrato di non essere pronto all’impatto del campionato italiano con una squadra di vertice: non è stato il primo e non sarà l’ultimo. La Serie A con le cosiddette “big”, che dovrebbero stazionare nelle prime posizioni, vive di approcci speculativi, non ha mai consentito processi di apprendimento.
Thiago Motta sotto la Mole si è subito dimostrato troppo rigido non trasmettendo empatia e volendo da subito un adattamento ai suoi principi di gioco, senza però capire di essere in una nuova realtà. Un conto è insegnare calcio ai giovani, un altro a quelli che pensano di essere già arrivati nell’Olimpo della carriera. Doveva servire l’esempio del Maestro Gasperini all’Inter.
Ha preteso, coadiuvato dal Direttore sportivo Giuntoli, una tabula rasa della Vecchia Guardia. Tra i più famosi ad essersene andati Alex Sandro, Rabiot, Kean, Danilo oltre Chiesa, Rugani, Kostic e in corso di campionato l’isolamento da separato in casa di Vlahovic. Tutta esperienza, quella citata, che sarebbe tornata utile nei momenti più caldi della stagione, per di più facendo spendere alla proprietà 210 milioni di euro di nuovi contratti e ingaggi su giocatori in larga parte ancora non pervenuti.
Thiago alla fine delle gare difficilmente ha fatto autocritica, per niente preoccupato della squadra involuta, ancora dopo 29 giornate di campionato colpa di troppi calciatori in campo fuori ruolo, mentre i cambi dalla panchina difficilmente hanno inciso e la Signora fuori da tutte competizioni ha fatto rumore.
Confermato dopo le sberle di Firenze dal Direttore sportivo Giuntoli, ma non dalla proprietà, ha dovuto dopo 29 giornate di campionato fare dei passi indietro la scorsa settimana per tentare di raggiungere il quarto posto Champions. Vivere lo spogliatoio con colloqui, cene, con i resti rimasti alla Continassa visto che in 14 erano in giro con le nazionali.
Alla fine è stato esonerato a sei giorni dalla gara con il Genoa dalla proprietà, a rischio a fine campionato anche il Direttore sportivo. Al suo posto è arrivato Tudor che ha accettato quattro mesi di contratto.
Tudor è diventato l’allenatore girovago prima della Signora e si è seduto sulle panchine in corso di campionato a Udine, Verona , Lazio, Marsiglia. Tutte esperienze durate poco meno di quanto i club che lo avevano ingaggiato avrebbero pensato.
Con la Juventus l’obiettivo da raggiungere sarà più difficile: in nove giornate giocarsi la zona Champions. La prima cosa da scoprire sarà come mettere insieme i cocci di un progetto tecnico fallito. Contro il Grifone passerà subito alla difesa a tre o continuerà con la quattro? La manovra sarà più verticale con un centrocampo più folto? Ci saranno uno o due calciatori dietro la prima punta? Il modulo sarà il 4-3-2-1 o ci sarà un solo un trequartista con due punte? Stessa opzione tattica con la difesa a tre e un mediano in più. Anche per la Juve la formazione a domani alle 17.
Arbitro Rapuano di Rimini, 39 anni, vigile urbano. Arbitro nella massima serie dal 2020. La prima diretta in Serie A risale al 2017. In stagione ha diretto 11 partite, tra cui Lecce-Juventus 1 a 1 e due partite del Genoa: il pareggio casalingo con il Como e la vittoria ad Empoli.
Primo assistente Tolfo (Pordenone), secondo Dei Giudici (Latina), quarto uomo Ayroldi (Molfetta). Al VAR Aureliano (Bologna), come AVAR Meraviglia (Pistoia).
Diffidati Juventus e Genoa: nessuno. Squalificato: Martin.