La Signora non ha messo sotto il Vecchio Balordo. Per la Juventus solo un colpo “gobbo”, ma non ha vinto la squadra che ha giocato meglio. Un pareggio sarebbe stato stretto per i rossoblù per il modo in cui hanno giocato e  condotto la partita.

Il Vecchio Balordo piglia e porta a casa una sconfitta non giocando male. Un errore in fase difensiva nella scalata ha permesso a Yildiz di fare mezzo campo spostandosi da sinistra a destra e fare il gol della domenica bianconera. Peccato per questo gol che ha l’aria di un umorista che si burla del gioco e dell’organizzazione tattica della squadra di Vieira.

La semplice alchimia del tecnico francese, senza eccesso di tatticismo, i falli tattici e la grinta, pur avendo addosso la maglia che omaggia il Boca Juniors, ha permesso al Genoa di  fare un figurone.

La mossa vincente è stata il quadrilatero di centrocampo che non ha mai permesso alla Juventus di ragionare e di ripartire negli spazi tenendo la squadra corta. I puntigliosi Frendrup, Masini e Onana, aiutati dai raddoppi, hanno bloccato il centrocampo e le ripartenze juventine. Peccato che gli esterni Zanoli e Miretti non siano riusciti  a mettere in crisi le corsie laterali dove non c’erano zebre bianconere, ma giocatori fuori ruolo.

Bene la difesa con Sabelli, Vasquez (fresco campione della Nations League americana), De Winter (che ha fatto capire perchè  Vlahovic non giocava con Thiago Motta) e anche Matturro, che ha sbagliato qualche appoggio, ma si è difeso bene pur patendo la linea laterale.

Qualcosa il Genoa ha perso in attacco, con il solo Pinamonti unica e prima punta, vista una sola occasione uscita di un pelo. Un’altra sconfitta rossoblù che va in archivio con rammarico perché la strategia tattica di Viera  ha  fatto un figurone all’Allianz Stadium in fase di non possesso, meno in evidenza nelle ripartenze per gli errori in fase d’impostazione con la transizione del pallone sbagliata.

Peccato perché poteva essere un’occasione giusta per fare uno sgambetto alla Vecchia Signora non in palla, abbastanza sotto ritmo, e solamente alla ricerca di far vedere da parte dei calciatori che erano tutte colpe di Thiago, L’operazione non è riuscita e ha confermato che Koopmeiners e Nico Gonzalez sono stati acquisti sbagliati.

In tutti i modi la legge del calcio per l’ennesima volta non si è smentita. La differenza tra le cosiddette grandi squadre e le altre è solamente una: avere un’occasione e sfruttarla.

La forza del Grifone, di non aver perso la bussola dopo il casuale gol, è stata concentrarsi e ripartire con il proprio gioco. Il Genoa quando attaccava faceva paura: oltre al pressing, anche la qualità di possesso del pallone è stata buona e si sono visti movimenti senza pallone. Tanti e variegati, senza mai un giocatore rossoblù fermo in attesa degli eventi. Peccato che tutto venisse poi sprecato negli ultimi 18 metri.

Vincere aiuta a convincere, ma spesso è la sconfitta a mostrare il cammino corretto: importante è crescere di partita in partita.

Sarebbe bello continuare a farlo con l’aiuto di tutti cominciando da venerdì prossimo contro l’Udinese, un’altra partita da “c’ero anch’io” per provare a cambiare le cose, non solo sul  campo.

Si può fare risultato, ma occorrerà una “febbre del venerdì  sera” non solamente sul terreno di gioco, ma anche fuori dal campo, mettendo da parte tutte le altre vicende che hanno poco a che spartire col prato verde.


Genoa, Masini: “Buona partita, ma potevamo fare di più. Dove il mister mi mette, gioco”