Vittoria goduriosa e importante nel Tempio Ferraris, un manicomio sempre più grande che i pazzi in campo e fuori lo allargano. La vittoria del Vecchio Balordo sui friulani è un breve compendio della vita del genoano: respira, sospira, ma alla fine non spira grazie a un gol di Zanoli, la fotocopia di quello fatto da Orsolini la scorsa settimana. Vediamo quanti titoli a caratteri cubitali ci saranno sui giornali sportivi italici.

Il Genoa non ha giocato da Genoa: qualche volta è mancato il suo gioco, ma contano poco le modalità con cui è arrivata la pesante vittoria. Genoa-Udinese è stata una partita molto tattica, con la ricerca della superiorità asfissiante in tutte le parti del terreno, senza lasciare spazio alle ripartenze avversarie, grazie alla preparazione dei due allenatori.

Meritata la vittoria rossoblù, anche se frutto di episodi, e meritata proprio perché il Grifone gli episodi se li è andati a cercare. Meritata perché i ragazzi di Vieira sono stati bravi nel bloccare i bianconeri: infatti non si è mai visto un friulano che non avesse di fronte o alle costole un rossoblù.

Una partita contro una squadra organizzata, dove la differenza è stata fatta da Vieira con il suo giro di moduli tattici. Non serve legarsi le mani tatticamente quando si può usare il meglio di diversi sistemi.

Per Guardiola al Barça, i numeri tattici erano come i numeri di telefono: non spiegano nulla dell’atteggiamento e dell’identità tattica di una squadra. Il modulo è solo la fotografia di un determinato istante che non spiega i principi di gioco.

I buongustai, vedendo i 35 punti del Grifone e i 40 delle zebre, si aspettavano un altro tipo di gara, meno bloccata dalla tattica. Il Genoa ha fatto la partita con palleggio e disimpegno, peccato che quando arrivava alle soglie dell’area avversaria qualcosa si perdesse.

Qualcuno dirà che Vieira e il Genoa sono stati anche fortunati, ma i cambi li fa l’allenatore, e se qualche volta li sbaglia, poche volte, è subito criticato. Invece, quando vengono indovinati, fa parte del mestiere. Diceva il signor Mimmo a Borgoratti: “La fortuna e il c…o nel calcio bisogna meritarli.

Come sempre, la partita con l’Udinese ha messo in evidenza l’arcigno bastione davanti a Leali, dove aspettavano imperterriti Sabelli, De Winter, Vasquez e Martin. A giganteggiare, oltre ai soliti Frendrup e Masini, anche Malinovskyi, regista avanzato. Anche l’ingresso di Onana, visto il suo rendimento, al posto di Masini, che ci sarà a Verona, fa pensare che la mancanza di Frendrup, squalificato, possa essere supportata e sopportata.

Domenica, contro il Verona, con la forza dei nervi distesi, si alzerà l’asticella del gioco, ma sempre ragionando con il misurino del farmacista, per non perdere nessun altro calciatore nelle ultime sette giornate di campionato.

Vieira, l’Uovo di Pasqua, vorrà romperlo il giorno di Pasquetta dentro il Tempio, anche se la sorpresa è già conosciuta dai 30.000 e più che rinunciano alla gita fuori porta.

Prima della gara con l’Udinese, vedere sul prato verde i ragazzi che hanno vinto il Torneo di Viareggio, la maggior parte nati calcisticamente con la maglia rossoblù a quarti nella scuola calcio dei bravi allenatori genoani, almeno l’80%, è stata una bella soddisfazione. Una gioia per il futuro del Vecchio Balordo che bisogna continuare a coltivare.


Genoa, Vieira: “Passo in avanti per la salvezza. Dobbiamo essere ambiziosi”