Un pareggio che incrementa solo la classifica. Tutto sarà gradito a Vieira, non avendo fornito una prova gagliarda sia tatticamente che tecnicamente. La prima volontà genoana di non concedere spazi nel cuore del gioco si è vista, ma concedere marcature blande non era previsto, viste le parate di Leali, premiato come il migliore in campo.
Difficile fare il gioco preparato in settimana per abbattere la linea robusta a cinque calciatori veronesi, giocando con ritmi blandi, senza pressing e, soprattutto, senza utilizzare le corsie laterali.
Non è riuscito un dribbling al Vecchio Balordo, anzi uno per la precisione di Vitinha, che è costato un giallo al difensore gialloblù. Non è arrivato un pallone giocabile a Pinamonti. Anzi uno, come prima, al 95’ di gioco, che poteva far fare bingo.
Un primo tempo senza emozioni, solo una parata importante di gamba di Leali. Il secondo tempo è stato più vivace per il Verona, con protagonisti gli errori difensivi, il salvataggio di Vasquez a porta aperta e un’altra parata di Leali. Ai punti ha vinto l’Hellas.
Zanetti si consolerà per la solidità della difesa ritrovata, Vieira non potrà consolarsi per non aver mai tirato in porta contro la squadra che ha incassato più gol di tutti (59). Tuttavia, forte di una posizione tranquilla, sarà contento di aver controllato le sfuriate veronesi del secondo tempo, anche senza la solidità mostrata in altre gare.
Peccato che i cambi, programmati come un computer, questa volta non abbiano avuto l’effetto sperato, in particolare nel cuore del gioco e in fase offensiva. Da chiedere al tecnico: cosa serve Messias per fare il terzino? La mossa di Vieira con Messias sarà stata quella di cercare talento in campo, al quale bisognava dare più fluidità, riducendo una tattica che non funzionava in favore di una tattica individuale. Ma tutto ciò non si è visto.
Qualcosa potrebbe essere successo anche con l’uscita di Badelj: senza il fulcro a centrocampo, nessuno vuol discutere la scelta del mister, ma nessuno dei centrocampisti in campo era predisposto alla gestione dei tempi di gioco e al controllo del pallone. Mai armata un’azione offensiva. Il Genoa ha fatto risultati positivi quando ha giocato compatto e determinato, limando i propri difetti e portando al massimo i pregi, ma al Bentegodi non è successo.
Vieira correrà dei rischi nelle prossime sei gare da giocare per segnare più gol. Cercherà di imporre uno stile di gioco offensivo con molti uno-due, mantenendo il blocco offensivo compatto per ottenere il massimo dai giocatori a disposizione, al di là del numero di strategie tattiche.
Lo stomaco di Vieira e dei genoani, su cui germoglia il pensiero del futuro, dovrà essere positivo. Tranquilli: Vieira, senza utilizzare l’intelligenza artificiale, vuole essere la sorpresa dentro l’uovo di Pasqua genoano, con 24 ore di ritardo dentro il Tempio, stracolmo come sempre di genoani che rinunceranno alla gita fuori porta. La sorpresa non sarà la salvezza, ma quel salto nella parte sinistra della classifica.
Genoa, Vieira in sala stampa: “Un buon punto dopo una settimana complicata”