La trentaduesima giornata di campionato si apre con due domande. La prima: cosa hanno nella testa i calciatori, considerando la malattia che chiamano ludopatia, un disturbo psicologico caratterizzato da un bisogno incontrollabile di giocare in modo compulsivo? Non scommettono sulle gare dei campionati in corso, ma su altri sport e sul poker. Questo li porta a irritabilità e inquietudine anche sui campi da calcio, inseguendo entrate favolose o tentando di recuperare perdite sonore. La seconda domanda: quanti punti servono per andare in Champions, con 18 a disposizione?

Per lo scudetto la lotta continuerà tra Inter e Napoli. La lezione di Parma è servita a Inzaghi, e la vittoria in casa dei tedeschi ai quarti di Champions farà riflettere sul turnover.

Per le altre due posizioni Champions, il Bologna – in primis – deve sperare in un’altra crisi di Atalanta e Juventus. Difficile però che la Dea, che vince anche le gare sporche, inciampi ancora. Lazio e Roma, dopo il derby, possono solo sognare. La Fiorentina si è fatta harakiri da sola. Il Milan farebbe meglio a puntare tutto sulla Coppa Italia.

Stessa domanda in zona salvezza: quanti punti servono per restare in Serie A? In questo momento, solo Lecce, Empoli e Venezia sono pienamente coinvolte. Due posti per accompagnare il Monza in Serie B.

La prossima giornata – la numero 33, come gli anni di Cristo – nel giorno di Pasqua, potrebbe fare chiarezza in cima e in fondo alla classifica, visti gli scontri Milan–Atalanta, BolognaInter ed EmpoliVenezia.

Udinese–Milan 0-4. Il Diavolo, tra alti e bassi, resta a 8 punti di distanza dalla vetta e non molla la zona Champions. Gioca a poker a Udine, alla Teresina e a carte scoperte, spaventando i cugini in vista della semifinale di Coppa Italia.  L’Udinese affondata non fa più notizia: dopo aver raggiunto quota 40 punti, ha perso quattro gare di fila.

Venezia–Monza 1-0. I lagunari tornano alla vittoria dopo 4 mesi. Battono il Monza, ma per la salvezza sembra solo un piccolo passo. La carica del mister veneziano nell’intervallo ha acceso le polveri bagnate del gol.  Il portiere del Monza è il migliore in campo. La squadra di Nesta si scioglie nel finale, pur non avendo giocato male.

Inter–Cagliari 3-1. L’Inter non sbaglia e mantiene il primo posto, indipendentemente dai risultati altrui. I sardi, dopo il gol di Piccoli e una buona prestazione, hanno fatto tremare Inzaghi e i tifosi nerazzurri, temendo una rimonta tipo Parma. Ma una capocciata di Bisseck, salito in cielo, ha rimesso tutto a posto.  Il Cagliari, a 30 punti dopo il pareggio dei ducali, si consola con il fatto di non essere stato raggiunto. Nicola sarà contento, ma si arrabbierà per aver aspettato troppo il gioco del Biscione.

Juventus–Lecce 2-1. Tudor doma anche il Lecce: seconda vittoria su tre gare. Per una notte, la Juve torna sul podio della zona Champions. Passo indietro per la Dea, che però resta avanti di due punti sul Bologna. Funziona la nuova Juve: attacca dritta verso la porta avversaria. Il Lecce ha spaventato i bianconeri nel finale, impedendo a Vlahovic di godersi il vantaggio.

Atalanta–Bologna 2-0. A sei giornate dalla fine, la Dea vince la sua prima gara casalinga del 2025 e si riprende il terzo posto Champions, con uno scatenato Retegui: 23 gol stagionali.  Quando il bomber segna e il portiere para, la formula è giusta. Italiano fa i cambi, il Bologna si sveglia, colpisce un palo, ma incassa la seconda non vittoria consecutiva.

Fiorentina–Parma 0-0. Chivu, dopo il pareggio con l’Inter, strappa un punto anche a Firenze, portandosi a 4 punti dalla zona rossa.  L’Europa che conta si allontana per la Viola. Palladino soffre contro le squadre di bassa classifica, che chiudono gli spazi. De Gea, ancora una volta, salva i gigliati. Il Parma gioca duro e sfiora la vittoria.

Hellas Verona–Genoa 0-0. Pareggio che potrebbe andare stretto al Verona, fermato da Tarzan Leali. Genoa soddisfatto: “Importante non aver preso gol. Abbiamo sofferto, ma sappiamo soffrire” le parole di Sabelli e Vasquez. Vieira ha innestato una filosofia solida, ma combatte con una sterilità offensiva cronica e infortuni continui. Vuole controllare il gioco col possesso palla, ma spesso risulta poco redditizio. Attaccare in spazi larghi funziona, ma se le corsie laterali restano vuote, tutto si arena a centrocampo, senza dribbling, cambi di gioco o traversoni.

Como–Torino 1-0. Il Como ci crede di più, e il Toro deve abbassare le corna. I lariani, con 36 punti, sono praticamente salvi. Vanoli incassa la seconda sconfitta del 2025. Dopo una sfuriata iniziale, il palleggio di Fabregas mette in crisi il centrocampo granata. Il VAR annulla giustamente il pareggio al 92’: Biraghi, battendo il corner, tocca due volte il pallone.

Lazio–Roma 1-1. Dopo gli scontri fuori dallo stadio, Lazio e Roma si fermano anche in campo. Un pareggio che non serve a nessuno. Baroni non riesce a mantenere il vantaggio, Ranieri trova un’altra magia argentina con Soulé. La Lazio pensa già al Bodo per evitare l’eliminazione dall’Europa League. Lo stesso farà Spalletti, osservando i norvegesi in vista del playoff mondiale del 6 giugno.

Napoli–Empoli 3-0. Napoli “anema e core”, firmato Conte. Tre gol, tre punti, e solo tre lunghezze dall’Inter. A sei partite dalla fine, i partenopei non possono più sbagliare e devono sperare in due passi falsi dell’Inter, oberata da tre competizioni. Contro l’Empoli non è stata una passeggiata: il pressing alto ha messo in difficoltà Conte, con il solito difetto di poca incisività negli ultimi 16 metri. I toscani, penultimi in classifica, vengono superati dal Venezia per differenza reti, restando comunque a soli due punti dal Lecce.


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