Vola Grifone! Puoi volare, viste le fatiche della Lazio contro il Bodø/Glimt, nel giorno di Pasquetta, quando i genoani hanno rinunciato alla gita fuori porta. Tutti aspettano il superamento dei fatidici 40 punti in classifica, che ormai da parecchi anni non contano più nulla ai fini della salvezza.
Ci si aspetta un Grifone che artigli anche qualche squadra che giostra nella parte sinistra della classifica, dopo aver già ringhiato contro la maggior parte di quelle della zona destra, conquistando una salvezza anticipata grazie a una difesa solida e a un attacco pallido. Attenzione, non è necessariamente solo un difetto: qualche scudetto è stato vinto non subendo gol e segnandone pochi.
All’andata, a ottobre, il Genoa perse 3-0 sotto il Cupolone, con una squadra malandata a causa delle assenze. Probabilmente qualcosa di simile potrebbe accadere lunedì sera, non solo per l’infermeria piena di qualità, ma anche per la presenza in campo di giocatori attesi da tempo che non riescono a esprimere le proprie potenzialità, e altri, molto utilizzati, che non hanno dato i risultati sperati viste le prestazioni altalenanti.
Vieira, nella sua testa e con lo staff, ha in mente di far fiorire e sbocciare i giocatori che si allenano da tempo al Pio Signorini e che avrebbero potuto portare la Primavera ai playoff.
Anche il tecnico rossoblù si sentirà tradito da alcune prestazioni dei singoli, sempre difesi in ogni conferenza stampa dopo le gare. Tradito perché, prima delle partite, ha sempre parlato di “cultura del lavoro”, “giocatori al centro del progetto”, “ottima riuscita dell’allenamento settimanale”. Eccetto che prima di quella contro l’Hellas: in campo si è capito il perché.
Vieira e lo staff, come molti allenatori nel calcio moderno, hanno dimostrato che il calcio posizionale è superato: solo il movimento fuori zona fa la differenza, e in settimana ci credono, ci lavorano, ci insistono.
Ma nelle gare, a volte, tutto questo sembra svanire: si vedono poche transizioni, pochi dribbling, poco pressing, pochi affondi sulle corsie laterali, pochi cross e poco riempimento dell’area avversaria. Ci si rifugia nella solidità difensiva e nell’intoccabile agonismo e cuore.
Dai Grifone! Approfitta di una Lazio sulle gambe per gli impegni ravvicinati. Dai Vieira! Lunedì alle 18 spacca l’Uovo di Pasqua di fronte ai soliti trentamila (e più) che riempiranno il Tempio. Anzi, ancora di più, con il settore ospiti aperto alle famiglie genoane, nella speranza che la sorpresa siano un bel risultato, bel gioco e punti meritati. Un premio per il vostro lavoro e la salvezza raggiunta con largo anticipo.
L’Aquila laziale, dall’allontanamento del falconiere, non è più volata sul prato dell’Olimpico. La squadra di Lotito, nelle 10 gare interne, ha messo in classifica solo 9 punti. In compenso, ha vinto 9 partite in trasferta, con 1 pareggio e 6 sconfitte.
È successo anche nell’ultimo derby della Capitale, un pareggio che potrebbe stare stretto ai biancocelesti. Un risultato che probabilmente ha allontanato la Lazio dal sogno Champions e che potrebbe costare caro a Baroni, in ottica riconferma per la prossima stagione.
Lotito è molto arrabbiato e non si dà pace: non capisce come la squadra abbia dilapidato, dopo il derby d’andata, quanto era stato costruito con gioco e risultati. Lotito, però, deve fare i conti anche con i suoi errori, come non aver preparato una rosa adeguata a competere su tre fronti.
Nelle ultime partite, la Lazio ha giocato con il fisico stanco e la testa vuota, senza riuscire ad affondare il colpo neanche contro i cugini, schierati da Ranieri in stile provinciale: pronti a difendere più che ad attaccare.
Adesso la Lazio dà l’impressione di giocare oltre i suoi limiti, con un organico tirato e spalmato su più gare decisive. Giovedì scorso, dopo aver perso 2-0 in Norvegia, si è aggrappata alle condizioni atmosferiche per giustificare la sconfitta. Nel ritorno, si è suicidata: dopo aver segnato due reti e condotto fino al 100’, ha subito un gol evitabile al 109’. Travolta dalla fatica, ha sbagliato tre rigori, lasciando la semifinale di Europa League alla formazione norvegese per la prima volta nella storia scandinavo.
Mister Baroni, dopo il derby, ha ricevuto i complimenti per il coraggio e l’incoscienza con cui ha affrontato la stracittadina, ma è stato massacrato da radio e social per aver lasciato in campo Dele-Bashiru troppo a lungo, inserendo un altro centrocampista solo nel finale. Figurarsi dopo aver fatto calciare l’ultimo rigore a Tati, claudicante per tutto il secondo tempo supplementare.
Quello che sembrava uno schieramento quadrato e convincente, una strategia azzeccata, è andato in fumo non avendo portato a casa i tre punti. Solo un altro gol su calcio da fermo – il tredicesimo – e le solite amnesie in fase di possesso. La Lazio in campionato conta 16 vittorie, 8 pareggi, 8 sconfitte, 53 gol fatti e 43 subiti.
Dopo il mercato estivo, in cui ha perso gran parte dei suoi leader tecnici, e dopo l’addio di Tudor, i biancocelesti si sono ritrovati disorientati. Baroni, il nuovo tecnico, ha costruito una squadra votata al tiro da fuori area: il più ostinato in questo senso è stato Isaksen, che contro il Genoa sarà assente per squalifica. La Lazio è infatti la squadra che tenta più conclusioni dalla distanza.
Tatticamente, Baroni punta sul gioco laterale per aggirare il pressing avversario: le catene di fascia si attivano per il cambio gioco e per produrre cross, con l’area avversaria da riempire con inserimenti da dietro.
I problemi arrivano quando gli avversari gestiscono il possesso, rendendoli vulnerabili alle ripartenze, trovandoli tutti nella metà campo offensiva e poco reattivi nel pressing alto. Il modulo base resta il 4-2-3-1, non posizionale ma dinamico, con movimenti continui. Nei momenti difficili, Baroni si è affidato all’esperienza dei veterani come Pedro e Vecino.
La formazione della Lazio è in balia del turnover. Dopo le gare di Europa League con Braga e Viktoria Plzeň, Baroni ha schierato quasi la seconda squadra in trasferta, risparmiando la difesa e mandando in campo i titolari in campionato. Contro il Bodø/Glimt sono tornati i titolari per tentare la rimonta. Per la gara di lunedì alle 18 contro il Genoa, senza tifosi al seguito, la formazione sarà comunicata alle 17. Contro il Bodø/Glimt, la Lazio ha perso di nuovo Tavares, per la ricaduta di uno stiramento. Altri sono usciti con i crampi.
Arbitra Ayroldi di Molfetta, 33 anni, figlio d’arte. Arbitra dall’età di 16 anni. Esordio in Serie A a gennaio 2020. In questa stagione ha diretto 9 gare di Serie A, tra cui Genoa–Verona 0-2 e due vittorie casalinghe della Lazio contro Empoli e Cagliari. In totale, 51 gare di Serie A negli ultimi 4 anni.
- Con il Genoa: 5 gare, 0 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte.
- Con la Lazio: 7 gare, 4 vittorie, 3 pareggi, 0 sconfitte.
Ayroldi è stato recentemente sospeso dall’AIA, che ha chiesto scusa pubblicamente dopo Inter–Genoa per non essere andato al VAR in un episodio decisivo per la sconfitta del Grifone. Stesso discorso per Lazio–Cagliari, dove espulse due sardi. Primo assistente Di Gioia di Nola, secondo assistente Moro di Schio. Quarto uomo Cosso della sezione di Reggio Calabria, VAR Paterna di Teramo e AVAR Mazzoleni di Bergamo
AVAR: Mazzoleni di Bergamo.
Diffidati Genoa: Thorsby. Diffdati Lazio: Belhayane e Zaccagni. Squalificati: Isaksen