Il Genoa non andrà a vedere il Lago di Como, anche se incerottato, considerando le parole di Vieira dopo la gara con la Lazio sul recupero degli infortunati. Avrà solamente in più Bani in difesa, in panchina mercoledì sera, e un Messias quasi rinato nella sua posizione preferita e i giovani lanciati al Ferraris. Anche Vieira non sarà sul campo, squalificato per aver “insegnato” ad Ayroldi, come i suoi dirigenti, come si deve arbitrare.

Il calcio di Vieira ha creato punti e una salvezza anticipata, proponendo un gioco di scambi ravvicinati del pallone, il cui movimento è stato sempre indispensabile per mantenere la squadra corta nella zona del pallone.

Ciò si è verificato perché Vieira, ottimo centrocampista, per mancanza di giocatori di qualità e a causa degli infortuni, ha capito: meglio provare a giocare di prima, con passaggi ravvicinati, che lanciare lungo, in particolare senza Thorsby in campo, così che anche i calciatori meno dotati tecnicamente possano partecipare attivamente.

Contro la Lazio, nei primi venti minuti di gioco, fino al rosso a Otoa, si è vista un’altra interpretazione: un 4-2-3-1 – oppure difendendosi con due linee strette lasciando avanti Pinamonti e Vitinha un 4-4-2 – che non ha permesso all’Aquila di Lotito di “volare”. Si è vista anche una corretta applicazione dei movimenti senza palla da parte di tutti, variando in un 3-5-2 con l’avanzamento dei mediani in linea col terzetto dietro Pinamonti, oppure in un 4-3-3 con gli esterni ad affiancare il centravanti, mentre Vitinha arretrava per trasformare il centrocampo a tre.

Sarà difficile per il mister e il suo staff capire, solamente attraverso gli allenamenti, chi potrà far parte del gruppo la prossima stagione.

Al di là di queste “paturnie” da cronista, bisogna ringraziare Vieira e il suo staff per aver salvato il Vecchio Balordo con largo anticipo. Nelle prossime cinque gare potremmo vedere un Grifone non più ingessato da un gioco pensato, giustamente, per minimizzare i rischi.

Si scontreranno due filosofie di gioco sulle rive del lago: quella di Fabregas, “meglio dominare 65 minuti e poi perdere che difendere”, e quella di Viera, “aspettare, controllare per 70 minuti e poi, con i cambi, ottenere il risultato”, come visto in questo campionato.

Il Genoa, a Como, continuerà a lavorare sul risultato e, con il suo staff, sui difetti dei lariani. Il Como è una squadra che cerca sempre di giocare ad alti ritmi, sia offensivamente che difensivamente, basando tutto sull’intensità del pressing alto, che tante volte l’ha portato a rischiare molto. L’aggressività nella metà campo avversaria è stata un rischio non sempre calcolato bene dall’allenatore spagnolo.

A Fabregas la “ciambella” è riuscita alla 25° giornata, battendo consecutivamente Fiorentina e Napoli, vincendo le ultime tre gare contro Monza, Torino e Lecce. Nelle ultime nove gare, oltre a perdere con Roma e Milan, ha pareggiato due gare casalinghe contro Venezia ed Empoli, rischiando anche di perderle.

Vieira, pensaci tu assieme al tuo staff! Il Como vince la terza gara consecutiva e si avvicina alla salvezza matematica. Per il Lecce doveva essere la partita della vita: lo è stata solo nel secondo tempo. Giampaolo ha provato a scuotere i salentini con i cambi, le ha provate tutte, ma la squadra non ha reagito, scatenando la contestazione contro il tecnico e Pantaleo Corvino.

Fabregas ha sbagliato poche mosse e, con il tempo, la squadra ha assimilato il suo gioco. Ha rivalutato anche giocatori provenienti dal campionato italiano, come Ikoné dalla Fiorentina, Vojvoda dal Torino, e due attaccanti dalla Liga spagnola, non certo con le polveri bagnate: Diao, autore di 8 reti da gennaio con il Real Betis (ora infortunato fino a fine stagione), e il greco Douvikas dal Celta Vigo.

Nel calciomercato di gennaio il Como ha ingaggiato ben 11 nuovi calciatori. Fabregas ha faticato, come spesso succede dopo il mercato di riparazione. A fine novembre, i lariani erano terzultimi in classifica. Raphael Varane, Sergi Roberto e Alberto Moreno, fortemente voluti dal tecnico spagnolo, non hanno dato il contributo atteso, specialmente alla ricca proprietà indonesiana, innamorata del Lago di Como, che ha fatto fortuna vendendo sigarette aromatizzate ai chiodi di garofano.

Tra gli ultimi arrivati, sta facendo parlare di sé il francese Caqueret, ex riserva del Lione, diventato giocatore universale per Fabregas nel cuore del gioco. A illuminare la manovra del Como c’è Nico Paz, argentino classe 2006, autore di gol e assist.

I risultati di Fabregas nella prima parte di stagione non erano quelli da “corto muso” in voga nel campionato italiano. È stato subito etichettato come un “giochista”, pur non avendone i mezzi, accecato da un’ideologia spagnola proveniente dal gioco di posizione del Barcellona, di cui era stato protagonista.

Fino a Natale c’era quasi ilarità tra i cronisti nel commentare le sue partite, più propensi a raccontare della tribuna intasata di VIP cinematografici arrivati dall’estero.

In un calcio italiano dove si pensa che per salvarsi servano difese disperate, marcature a uomo e negazione degli spazi, il gioco di Fabregas non convinceva. La sua tattica di possesso palla, una sorta di dominio narcisista, svaniva nelle aree avversarie. Tutto è cambiato nel girone di ritorno, grazie anche alla proprietà che, tra mercato estivo e invernale, ha investito quasi 100 milioni di euro, quanto una squadra di alta classifica.

Tatticamente il Como ha sempre mantenuto il 4-2-3-1, nel bene e nel male. Il Como, con 39 punti in classifica, in 16 gare casalinghe ha raccolto 6 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte, realizzando 24 reti e subendone 23.

Nella formazione lariana sarà assente per squalifica Maximo Perrone, argentino di 22 anni, centrocampista titolare arrivato in estate dal Las Palmas, in prestito dal Manchester City. Due dubbi per Fabregas: Cutrone al posto di Diao o il greco Douvikas, e il tedesco Engelhardt (24 anni, ex Fortuna Düsseldorf) oppure, più probabilmente, il francese Caqueret.

Arbitra Alberto Ruben Arena, della sezione di Torre del Greco, 33 anni, esordio in Serie B ad agosto 2024. Prima volta in Serie A proprio in Como-Genoa. Figlio d’arte, laureato in Scienze Motorie. In Serie B ha il cartellino giallo facile, ma difficilmente doppia le ammonizioni. Assistenti: Carbone (Napoli) e Peretti (Verona). Quarto uomo: Marchetti (Ostia Lido). VAR: Pezzuto (Lecce). AVAR: Massa (Imperia).

Diffidati Como: Da Cunha, Engelhardt, Goldaniga, Kempf, Moreno, Sergi Roberto, Strefezza. Diffidati Genoa: Thorsby, Pinamonti.