Il Como vince per 1-0 e sorpassa il Grifone. Aritmeticamente è salvo, senza dover aspettare i risultati delle altre squadre.
La salvezza di entrambe le squadre era una pura formalità. Il Genoa ha ottenuto la certezza matematica già dopo la sconfitta del Venezia contro il Milan all’ora di pranzo e quella dell’Empoli in casa della Fiorentina.
Finalmente Vieira (e il Genoa) hanno la matematica certezza di aver conquistato la Serie A, probabilmente già prima del fischio d’inizio, vista la formazione schierata fin dal primo minuto: ben sette calciatori nati dopo il 2000, tra cui un 2005 (Kassa), un 2006 (Ektator) e un 2008 (Akanor).
Non è stata una sorpresa per chi aveva seguito la conferenza stampa pre-gara quella sul Lago di Como, soprattutto quando Vieira ha lasciato intendere che avrebbe fatto giocare questi giovani. Gli assenti erano sette. Tra i panchinari, Zanoli e Vitinha avevano accusato problemi alla schiena in settimana, mentre Bani e Messias erano da preservare. Gli unici in grado di scendere in campo erano Sabelli, Badelj e Pinamonti.
Nel primo tempo, il Vecchio Balordo avrebbe meritato il vantaggio. Ma, come nel pugilato, ha perso ai punti: un clamoroso gol sbagliato da Kassa, un palo colpito da Akanor e una rete annullata a Thorsby per un fuorigioco millimetrico.
Il Genoa “yè-yè” è piaciuto sul piano del gioco: uno stile giovanile, da rock and roll, ancora da perfezionare. Una squadra viva, che ha lasciato pochi spazi ai lariani, oscurando la fonte del gioco avversaria, Nico Paz, grazie alla marcatura attenta di Kassa e Frendrup.
La gioventù in campo ha mostrato l’organizzazione richiesta da Vieira, cercando di esprimere il proprio talento senza però lasciare troppo spazio all’improvvisazione tattica. Per applicare correttamente queste strategie basate sulla fluidità, è fondamentale che gli interpreti siano consapevoli dell’importanza dei movimenti senza palla. I ragazzi hanno dimostrato di aver assimilato bene gli insegnamenti di Vieira e del suo staff, migliorando di partita in partita.
Nel secondo tempo è uscito Kassa (non è chiaro se per un piccolo problema muscolare) ed è entrato Messias. Il Grifone ha iniziato attaccando, ma con il passare dei minuti il Como è cresciuto nel cuore del gioco, grazie a Caqueret e Da Cunha, creando superiorità numerica e scaricando il gioco sulla trequarti genoana. Il Genoa, in avanti, è stato beffato da un contropiede coast to coast di Strefezza, su assist di Cutrone.
La gara è cambiata ancora, con il Grifone preoccupato dai contropiedi: almeno altri due rischiavano di avere esiti negativi. In panchina, Wilson (vice di Vieira) ha parlato a lungo con il tattico Aitor Unzué, e, tramite auricolari in contatto col mister, hanno cambiato modulo passando a un 4-4-2. Sono usciti Ekhator e Ahanor, sostituiti da Pinamonti e Vitinha, che però hanno fatto poco per cercare il pareggio, restando ancora una volta a secco.
Abbassando il baricentro, il Vecchio Balordo si è affidato ai guizzi di Messias per cercare di salire, subendo anche falli non sanzionati con il giallo dall’arbitro debuttante Arena. Un’altra gara che lascia l’amaro in bocca ai 900 genoani accorsi in riva al Lago di Como. Sempre la stessa storia: infermeria piena da ottobre, una difesa compatta ma costretta a soffrire, e l’ennesima beffa in contropiede.
La fase offensiva continua a essere in difficoltà: ancora una volta non si è segnato. Difficile dare colpe a chi ha cercato di concludere, ricevendo poca assistenza. Ma qualcosa in più, a livello caratteriale, va fatto per evitare di essere accusati di mancanza di stimoli. Il Como, di proprietà dell’indonesiano Paperon de’ Paperoni, si è salvato grazie ai dollari.
In campo contro il Genoa c’erano solo tre calciatori già presenti nella stagione precedente: Goldaniga, Da Cunha e Cutrone. Tre sono stati ingaggiati nell’agosto scorso, quattro sono arrivati dal mercato di gennaio 2025.
I 100 milioni di euro spesi dalla proprietà nelle due sessioni di mercato 2024/25 hanno portato un risultato impensabile fino alla 25ª giornata. Hanno l’ambizione di crescere ancora: danno l’impressione di voler seguire le orme del Parma ai tempi di Parmalat e Callisto Tanzi, ma dovranno presto mettere in conto la costruzione di un nuovo impianto sportivo. Alle ore 17 del 27 aprile, finalmente, il Vecchio Balordo è salvo matematicamente con 39 punti.
Le prossime quattro partite in calendario – contro Milan, Atalanta, Napoli e Bologna – saranno difficili, con tutte le avversarie in lotta per scudetto e zona Champions. Ma potrebbero anche essere motivo di gioia per i tifosi rossoblù, fieri di aver raggiunto la salvezza con quattro giornate di anticipo.
Queste gare permetteranno a Proprietà, Società, Vieira e allo staff di capire che piega potrà prendere il campionato 2025/26. Sono in ballo contratti, riscatti, ma soprattutto l’esigenza di evitare minusvalenze importanti che peserebbero sul bilancio.
Il Grifone vuole avere il coltello dalla parte del manico e degli artigli, soprattutto dopo l’arrivo di Sucu. A Como era presente anche l’ex presidente Zangrillo, che però da genoano ha dovuto assistere a una sconfitta.
La salvezza, il movimento genoano sempre più in fermento, il Ferraris sempre pieno, e le trasferte con tribune strapiene potrebbero spingere qualcuno a investire al fianco di Sucu per far volare il Grifone. Sta per iniziare maggio, e tutti i Genoani si aspettano che le rose possano fiorire: sul campo, in infermeria…e anche a livello societario.