Mercato invernale da 350 milioni di euro, mercato vorticoso prima di chiacchere e dopo definito nelle ultime ore come raccontato da Buoncalcioatutti. Volti nuovi, squadra per squadra, ma a spiccare con i risultati è stato solo Ibrahimovic.
I volti nuovi: Bellanova (Atalanta), Pereiro (Cagliari), Eriksen (Inter), Marques per il futuro juventino e Haraslin (Sassuolo). Gli altri movimenti sono tutte figurine già apparse sull’album della Panini in Serie A e in B.
T’amo, pio Grifo. È sempre l’anno del “boh” alla fine di ogni calciomercato, specialmente quello invernale, per i tifosi del Genoa. L’incertezza è il loro guscio di testuggine, il dubbio la lorotana del nascondino. Un campionato dopo l’altro vedono i calciatori sbarcare, ambientarsi, comportarsi bene o male. E quelli che fanno bene andarsene in ogni direzione non all’alba, ma quasi.
Tutti costretti all’oblio reciproco anche se non esistono più le bandiere che sono state arrotolate per fare spazio alla precarietà sentimentale e alle plusvalenze. Dunque, solo t’amo pio Grifo: meglio non affezionarsi e non progettare qualcosa di diverso come è successo la scorsa estate.
Anche alla fine di questo calciomercato invernale il pessimismo è comodo e caldo, e lo è perché giustificato. Il dubbio è più che concreto anche alla luce degli ultimi risultati ottenuti dalla vecchia rosa: si capisce che con pochi innesti mirati e subito a disposizione del tecnico si poteva svoltare immediatamente all’inizio del girone di ritorno verso la salvezza.
In un campionato dove i colpi di scena non sono mancati, la qualità degli investimenti nel mercato di gennaio potrebbe fare la differenza, non solo per il Genoa, e trasformarsi in un fattore decisivo indirizzando la corsa verso la salvezza. Il copione del campionato è incerto ed è logico che i colpi arrivati alla fine del mese di gennaio avranno – in senso negativo e positivo – un notevole peso specifico.
Venerdì scorso alle ore 20 in casa Genoa da parte dei critici e della tifoseria si vedevano problemi irrisolti e nuovi problemi in aggiunta.
Dopo la gara di Bergamo l’ampia rosa a disposizione di Nicola, il record al momento di cartellini rossi, potrebbe far cambiare opinione anche se per Didi Nicola avere 11 difensori a disposizione (compresi gli esterni) e visto il gioco attuato farne giocare 5 oppure avere 7 centrocampisti per farne giocare 3, o 6 attaccanti se ne giocano 2, non sarà facile da gestire senza risultati. Recuperare quelli in ritardo e se ci saranno infortuni la rosa ampia rispetto alle altre concorrenti potrebbe fare la differenza.
La strategia del mercato invernale genoana è stata impostata sulla ricerca dell’esperienza e anche su correzioni di bilancio e disciplina salariale vista la vicenda Criscito.
Il gioco delle tre tavolette o delle tre scimmiette sulla vicenda del Capitano è una operazione motivata con parole del vecchio regime democristiano non far capire da parte di tutti di chi è la colpa. Non si è capito se la Fiorentina lo voleva veramente e a chi si sono rivolti per averlo. Non c’è dubbio che i primi social figurati del Capitano hanno fatto capire che sapeva poco. Le parole del direttore sportivo Marroccu in conferenza stampa pre-Atalanta sono state solo pro-Genoa, ancor meno quelle di D’Amico, procuratore di Criscito, uno dei più potenti (è anche quello di Masiello) sono state da sudoku, come la salsa Wasabi che ha bruciato una sua commissione.
Con Criscito c’è stato il record del taffazzismo. Al capitano nell’anno della voluta genoanità si poteva prospettare in altra maniera la commedia fiorentina. Se c’era la volontà di alleggerire il monte ingaggi bastava dirgli: tu sei l’unico difensore ad avere mercato e da genoano puoi continuare a fare il bene della società. Chissà, forse si sarebbe immolato alla causa senza perderci nulla, prospettandogli di tornare come dirigente e non perdere nulla di quello che si era concordato al suo arrivo.
L’altra operazione non capita è stato il lancio del documento “quasi alla Milito” per ingaggiare Parigini dopo che aveva fatto le visite qualche giorno prima. Perché? Non si erano rivolti alla persona giusta per definirla oppure è stato un blitz di altra anima di mercato che lo voleva ingaggiare? Le mie sono solo supposizioni, non ero presente, ma anche voci e pettegolezzi arrivate dai saloni del calciomercato.
Per l’altra operazione, quella di Iturbe, nessun rimpianto, ma bastava rivolgersi a qualcuno che segue il campionato messicano e non fargli fare 24 ore di aereo o quasi in 48 ore. Decisione sofferta al Baluardo non concedergli l’ok con un lungo conciliabolo della medicina sportiva.
Per il mancato arrivo del centravanti bisogna confidare in quei giovani a disposizione. Pinamonti l’ago della bilancia durante il mercato. Tante le richieste che hanno dovuto fare i conti con il suo procuratore Raiola. Adesso che sia la valuta giusta per la salvezza.
Bene Masiello, bene Perin (tanta salute), bene Behrami, in attesa di Falque, piace per quello che ha fatto vedere in carriera Soumaoro: reattivo, esplosivo, forte di testa, tanta fisicità neanche lenta, doti che nel campionato italiano non si dovrebbero scontare. Ancora non visto Eriksson.
Ora toccherà a Nicola prolungare le “good vibrations” delle ultime due partite, ma non toccherà solamente a lui che vuole essere allenatore assemblando al gioco un rosa pletorica e non stregone. Per fare ciò ha bisogno fuori dal prato verde di rapporti con la squadra da parte non solo di Preziosi e delle sue apparizioni.
Marroccu tutte le volte che parla afferma del lavoro di un team molto affiatato in collaborazione con tutti dalla direzione generale e quella sportiva, dimenticandosi però di altri che hanno lavorato all’ultimo mercato. Radio mercato informava di una guerra dei Roses e Two Popes a Milano. Siamo contenti perché i tromboni del calciomercato si sono dati un gran d’affare per lasciare sfuggire un po’ di vento. Marroccu si dovrà anche abituare ai fantasmi di Villa Rostan.
Sul calciomercato delle contendenti alla salvezza, il giudizio potrebbe contare come il due di picche quando la briscola è a cuori.
Dai 25 punti della Fiorentina ai 24 dell’Udinese tutto può succedere. Solamente due risultati da tre punti consecutivi da parte di chi insegue potrebbero fare vacillare la loro certezza. La Fiorentina si è presa il voto più alto dalla stampa specializzata. Commisso ha investito volendo cambiare il volto alla sua Fiorentina, innesti di valore, uno su tutti Duncan. Tutto dipende dal manico in panchina come li utilizzerà.
Udinese: solo un ingaggio, anzi cambio e ritorno dal Watford con Zeegelaar. Obiettivo quello di non toccare una squadra che con il tecnico che non vuol stare in panchina stava facendo bene.
Sampdoria: Via Murillo, dentro Tonelli. Operazione sensata non come quella fuori Caprari e dentro La Gumina. Serviva qualcosa in più per non soffrire.
Lecce: i rinforzi possono cambiare la formazione di Liverani. Tutto questo si è visto contro il Torino. L’impressione che abbiano fatto scelte migliori rispetto al calciomercato estivo.
Spal: ha fatto cassa con Petagna, trattenendolo fino a giugno, e con Igor per investire sul ritorno di Bonifazi, ma per Semplici non sembra sia arrivato il salto di qualità auspicato.
Brescia: Cellino aveva tante trattative, ma alla fine la squadra è rimasta nella difficile situazione di inizio calciomercato. Serviva un rinforzo almeno per reparto, all’ultimo minuto ha perso anche Matri, svincolato. Più che alla salvezza Cellino penserà di più ai botti di giugno con le sue stelle già nel mirino delle grandi.