Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora nella giornata di ieri ha chiesto al presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino “di verificare se favorevoli condizioni, rispettose della normativa vigente e degli accordi in essere, possano eventualmente consentire la libera fruizione televisiva di imminenti competizioni calcistiche di cui si prevede la disputa a porte chiuse”. La risposta della Lega non si è fatta attendere (diffusa a mezzo stampa via ANSA) rigettando la richiesta al mittente: “Pur comprendendo e condividendo le finalità alla base della richiesta del Ministro Spadafora, volta, in un momento di massima emergenza per il Paese, a valutare la possibilità di consentire la libera fruizione televisiva del campionato di Serie A TIM, la Lega Serie A rileva che il quadro normativo vigente, e gli obblighi contrattuali già assunti, non consentono di potervi aderire“.
A poche ore dalla replica della Serie A, ripresa in prima pagina anche dai colleghi del Corriere dello Sport, a parlare è stato anche il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Intervenuto nel corso della trasmissione Porta a Porta, Gravina ha confermato come la proposta avanzata dal ministro dello sport “avrebbe dato un momento di maggiore distensione sociale”. “La Lega ha detto no perché ci sono due vincoli: uno di tipo normativo e uno di rispetto per alcuni vincoli contrattuali che sono già stati assunti – ha dichiarato a Rai Uno – La Lega insieme ai licenziatari ha tutti gli elementi per poter valutare in maniera approfondita. Certo, l’idea del ministro Spadafora, in un momento così importante e delicato per il nostro Paese, avrebbe dato un momento di maggiore distensione sociale, sicuramente ne abbiamo bisogno”. Gravina ha poi aggiunto: “In caso di giocatore positivo al Coronavirus non possiamo escludere la sospensione del campionato”.
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