A inizio settimana Davide Nicola era intervenuto via social per rispondere a distanza una serie di domande (clicca qui). Questo pomeriggio l’allenatore del Genoa è stato invece ospite di SkySport, collegato via Skype dal Tower Hotel di Genova Aeroporto. “Sto passando la quarantena nel quartier generale – racconta Nicola – La mia famiglia è a Vigone, in provincia di Torino. Abbiamo preferito così: in questo momento è giusto rispettare le disposizioni. Fortunatamente la tecnologia, in questo senso, ci aiuta moltissimo”.
Mister e giocatori hanno lanciato più di un appello per aiutare l’Ospedale San Martino di Genova (clicca QUI per effettuare una donazione). “Si, come credo tutti gli sportivi stiano facendo. La parte positiva di fare un lavoro che ti dà visibilità è utilizzarla per questi scopi. Certo che mi manca tornare ad allenare, così come a tutti gli italiani poter tornare alla propria normalità. La tranquillità di poter fare il proprio lavoro e fare ciò che più piace e soddisfa: vale per me e per tutti gli italiani.”
Risposte importanti sul campo in poco tempo: come è stato possibile? “Sono molto pratico. È vero che il Genoa ha fatto un grande lavoro. Io sono stato accolto con grande entusiasmo, ho portato le mie idee e il mio modo di vivere il gruppo. Una persona da sola fa poco e niente, il merito maggiore è dei giocatori che sono riusciti a credere in ciò che si voleva. Tutti stanno percorrendo la stessa strada, dai magazzinieri fino al presidente. Il percorso di un allenatore è unico. Generalmente quando si subentra e si ha un passato come il mio arrivi in squadre che lottano per non retrocedere. Con questa avventura sono entrato in una grande squadra. Siamo la squadra con la migliore precisione sotto porta? Questo è da riconoscere alla qualità dei giocatori. L’idea è un’idea di gioco propositiva che possa conquistare spazio con un possesso molto più improntato sulla qualità e sul rischio del passaggio. Tecnicamente si sta cercando di lavorare su priorità che sono state recepite, secondo me c’era da trovare un equilibrio e questo sta pagando. Sono passate 9 partite, il percorso è ancora lunghissimo.”
Come da copione, Nicola preferisce non parlare di singoli: quel che conta è il gruppo. “Agli allenatori non piace parlare di un giocatore più di un altro. Il merito è dei ragazzi che hanno recepito velocemente e sono riusciti a creare un gruppo. Sono rimasto colpito da chi ha giocato di più ma anche da chi ha giocato meno. Il resto lo ha fatto la società, con innesti mirati di qualità ed esperienza. Posso dire che sono stato coinvolto nelle scelte, laddove non potevo individuare un giocatore ho fornito delle caratteristiche. L’obiettivo era trovare giocatori che aumentassero la competitività”.
Lo staff continua a lavorare, i giocatori hanno i compiti a casa. “Dobbiamo pensare che domani si riparta: quindi si porta avanti la normalità. Siamo realisti in questo momento. Non possiamo lasciarci andare, dobbiamo coltivare la nostra normalità anche in questa situazione. Ho la fortuna di avere uno staff molto competente, poi ci sono io che spesso e volentieri rompo le scatole ai miei giocatori in orari non sempre prestabiliti. Ho un gruppo di ragazzi che hanno passione, intelligenti, spesso e volentieri ci mandiamo dei video per stimolarci a vicenda. Il concetto fondamentale è mantenere l’assoluto realismo con ciò che ci gira attorno. Spiace quando si legge che la nostra categoria non ha la percezione di ciò che accade: noi l’abbiamo eccome.”
La chiosa di Nicola è sulla piazza rossoblu e sul derby: “Voglio essere la persona giusta per questa avventura: lo desidero come allenatore, per me è un piacere ed un onore guidare questa squadra. Noi abbiamo ancora margini di crescita, ma è un attimo perdere quello che si è fatto: ogni settimana si azzera tutto. Il derby? Stiamo parlando di una fra le partite più belle in assoluto, anche a livello italiano. È una partita che rappresenta la storia: non vedo l’ora di poter giocare una partita del genere.”