Le prime pagine e i quotidiani sportivi odierni sono stati costretti a raccontare la giornata di ieri, ignari che questa mattina, proprio all’inizio delle trasmissioni televisive, il Ministro dello Sport Spadafora avrebbe ulteriormente aggiornato il quadro della questione calcio parlando a La7 (clicca QUI per leggere le sue parole). L’annuncio è stato di quelli che circolavano da tempo nell’aria, mai detti chiaramente: se si fermano Olanda e Francia, perché non si può fermare anche l’Italia del pallone? Oltretutto la polemica che questa mattina rilanciano i quotidiani è legata all’assenza della data del 18 maggio per la ripresa degli allenamenti dello sport di squadra all’interno del decreto del Governo. Motivo per cui la Lega Serie A avrebbe bypassato il Ministro Spadafora scrivendo direttamente al premier Conte.
Questa mattina i giornali sportivi riannodavano il filo con quanto dichiarato ieri dallo stesso ministro in una diretta Facebook (clicca QUI per ascoltare le sue parole): la prudenza era la chiave necessaria per tenere aperto anche solo un minimo spiraglio alla ripartenza del calcio in Italia, in particolare della Serie A. E se la Serie B compatta si dà tre mesi di tempo per terminare la stagione, anche fino ad agosto inoltrato, in Serie A lo scenario è assai più complesso. In Serie C, nel frattempo, si va verso la sospensione e si ipotizza che oltre alle tre promozioni (Monza, Vicenza, Reggina) si possa disputare un playoff promozione fra le tre migliori seconde e la migliore terza.
L’AIC ha provato ieri a mettere pressione al Governo con una nota ufficiale in cui si chiedeva di rimediare e dare la possibilità ai calciatori di allenarsi in forma individuale all’interno dei centri sportivi. Questa mattina Damiano Tommasi è tornato ad esprimersi in un’intervista esclusiva con la Gazzetta dello Sport. Intervista nella quale ha usato la similitudine ciclistica dello scalare lo Zoncolan per dare la cifra della difficoltà di poter riprendere la stagione calcistica in sicurezza.
A ribadire la sua posizione è anche Adriano Galliani, che al Corriere della Sera sgombra il campo dall’ipotesi che a generare confusione siano le spaccature frequenti tra Lega Serie A, CONI, Figc e Lega Serie A. “Non credo che il problema risieda nelle figure che presiedono queste istituzioni. L’origine di tutti i mali è l’imposizioni della UEFA di far terminare tutti i campionati entro il 2 agosto per dare spazio nelle settimane seguenti alle finestre europee e ricominciare poi a settembre con i nuovi gironi delle coppe. Sono sbagliati i tempi: sarebbe stato meglio assecondare le osservazioni della FIFA e consentire ai singoli campionati di poter concludere le stagioni con le squadre sì al lavoro, ma da agosto e in campo da settembre“.
GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA
CORRIERE DELLO SPORT – L’edizione odierna del Corriere dello Sport, che dedica uno spazio esclusivo all’allestimento definitivo del nuovo corpo del Ponte per Genova parlano di “lezione” che il capoluogo ligure ha dato a tutta Italia, si comincia anche a parlare di calciomercato e di movimenti che potrebbero riguardare il Genoa. Indirettamente, a dire il vero, a tessere le fila sarebbe il Bologna, che vorrebbe provare a strappare Andrea Favilli al Genoa. Preziosi chiede 10 milioni di euro.
SECOLO XIX – “Salute e lotta salvezza: per Genoa e Sampdoria sarebbe meglio fermarsi“. Titola così il Secolo XIX questa mattina in edicola, sottolineando la preoccupazione di Ranieri e Ferrero per i giocatori colpiti da Covid-19 (e quindi per una ripartenza) e le mosse di Enrico Preziosi, che contrario a playoff e playout avrebbe già aggiustato il bilancio grazie alle cessioni di gennaio di Agudelo e Kouamè che potrebbero portare il bilancio 2019 in attivo. L’approfondimento del Decimonono si chiude con alcune dichiarazioni di Andrea Masiello, difensore del Genoa. “Servono garanzie, i medici vogliono garanzie. Se il calcio si ferma 2/3 mesi non succede niente“.
TUTTOSPORT – All’interno di Tuttosport è un trafiletto dedicato a Domenico Criscito l’unico legato al mondo Genoa. Il capitano rossoblu, nell’ambito di una diretta Instagram con Antonio Nocerino, è tornato a parlare del suo futuro. “Mi piacerebbe allenare i ragazzi, tipo l’Under 15 o 16, ma c’è tempo: ho ancora tre anni di contratto e qui sto bene. Nicola? Un allenatore da 10. Non lo conoscevo ma è uno spettacolo: ha forza e la trasmette. Ci manda video in cui ci spiega la fase difensiva o il tipo di gioco da fare sulle palle inattive, in fondo si può vincere una gara anche da un calcio d’angolo”.
LE PRIME PAGINE
Serie A, Spadafora: “Fossi nei presidenti, mi organizzerei per ripartire dal prossimo campionato”