Questa sera cominciamo una rubrica dedicata al calcio dilettantistico ligure e genovese degli anni 70′ e ’80 traendo spunto da alcuni articoli di Genova Sport, settimanale di cui ieri sera ci ha raccontato genesi e storia il nostro collega Gessi Adamoli. Questa sera si parte da un’operazione di mercato risalente a quegli anni, quella che poteva portare Mario Pini dal Rapallo all’Athletic. Nella foto in fondo all’articolo, lo stesso Pini a contrasto con Manfrin.
“Sono partiti i campionati, ma Mario Pini, uno dei giocatori più rappresentativi e più validi dei campionati minori genovesi, non si è presentato ai nastri di partenza. Nel Rapallo il suo posto è stato preso dall’ex sampdoriano Mura, proveniente dal Montevarchi che interpreta il ruolo in maniera diametralmente opposta a quella di Mario (anche Mura è scuola Samp e con i blucerchiati ha vinto il Viareggio nel ’77 agli ordini di Canali: era il libero titolare). Tanto il nostro si affidava alla tecnica, che gli permetteva anche agganciamenti molto proficui in avanti con parecchi gol all’attivo, soprattutto su calcio di punizione, quanto invece si chiude in trance il nuovo battitore ruentino, garantendo sempre assoluta copertura alla difesa.
Mario Pini sembra essersi perso nella lotta dei tempi: sta attraversando una specie di “crisi calcistica”. Ha un po’ di indigestione di calcio, di trasferte. Di domeniche passate su un pullman, di allenamenti continui in settimana. A trent’anni non ha più voglia insomma di fare sacrifici che un campionato interregionale richiede. Dopo tanto tempo sente il bisogno di passare il weekend in montagna oppure concedersi anche di andare a vedere il Genoa, il suo grande amore, nonostante abbia fatto tutta la trafila della giovanile della Sampdoria. Certo tirare calci è una cosa che chi l’ha nel sangue non può certo rinunciarvi, ma Mario vorrebbe qualcosa senza impegno, magari al sabato pomeriggio. A complicare le cose poi ci sono anche i guai fisici che lo hanno tormentato e sono lì in agguato, pronti a sbucare fuori quando meno te lo aspetti. Già quest’estate nel torneo del “Palasport” aveva dovuto rinunciare a giocare qualche partita per i dolori muscolari, frutto di una attività troppo intensa, estate e inverno, per molti e molti anni.
Così per il momento fa da spettatore, lui che è sempre stato un fior di protagonista. “A dire il vero – ha detto – per il momento non sento assolutamente la voglia di giocare. Vorrei fare un anno diverso, riposandomi, lontano dalle tensioni e dagli impegni. Può darsi che più avanti mi torni di nuovo la “fame” di pallone. Ora proprio no”.
Avrebbe voluto andare a giocare con un gruppo di amici nel “Città di Genova”, ma il Rapallo non lo ha messo in lista di svincolo e quindi non è libero. Aveva espresso il desiderio di andare a giocare nell’Athletic del suo amico Sergio Imperato, ma solo al sabato e non alla domenica, ma a tutte queste idee vi è un ostacolo non indifferente, il Rapallo.
La società ruentina per il suo cartellino vuole infatti tanti soldi. Si parla di una quindicina di milioni, ma la cifra potrebbe essere anche più alta. Nell’Interregionale troverebbe subito un acquirente, anche se in età bob più verde; ma c’è anche da dire che dal Rapallo ha sempre percepito fior di quattrini come stipendio (si dice oltre mezzo milione al mese nell’ultimo campionato…).
È chiaro che Schimmenti e soci vogliano recuperarne almeno una parte. Pini resterà ancora alla finestra per un po’ sicuramente e non è detto che quest’anno lo vediamo in campo. Sarebbe però indubbiamente un grosso depauperamento tecnico per il calcio ligure!”.