“We are The Champions” è difficile da cantare per le squadre italiane.
Per cercare di giocarsi la Coppa con le orecchie innanzitutto dovrebbero misurarsi con gli arbitri che dirigono in altri paesi dove le spinte, i contrasti, i tackle li giudicano come raccomanda il regolamento.
Le prime della classe italiane abituate agli arbitri della Penisola, ai quali basta un sospiro per fischiare fallo o rigore, non vengono aiutati. Ci sono stati errori nelle gare giocate,ma il VAR ha fatto da spettatore, chi ha deciso è stato il direttore di gara vicino all’azione e i replay vivisezionati non gli hanno fatto cambiare idea.
La Juventus è stata eliminata dal Lione che prima del fermo della Ligue 1 francese era settima in classifica. Il Lione ha meritato di vincere. La Juventus ha perso perché non ha fatto niente nella partita di andata e in quella di ritorno. CR7 non ha salvato Sarri, ma neanche la triade al comando Agnelli, Nedved e Paratici. Triade che funziona solo per gli ingaggi stratosferici che fanno la differenza, anche se solo nel campionato italiano.
La Juventus non ha mostrato nulla. Come nulla o poco ha mostrato nella vittoria del nono scudetto. Sarri non ha mostrato nulla come nulla ostentò al Chelsea. Con gli inglesi per vincere l’Europa League ha dovuto mettere da parte le sue teorie calcistiche adeguandosi ai calciatori, alla Juventus l’operazione non gli è riuscita.
Con Chelsea e Juventus era l’uomo giusto ma nel posto sbagliato. Ha cercato di scambiare il suo cliché da bancario, non operaio specializzato, sbagliando non solo comunicazione anche nell’atteggiamento naif non rivoluzionario nell’indossare la tuta per una guerriglia da populista alla divisa sociale. Operazione per perorare la causa di non avere punti di contatto con il censo e le regole della Real casa Agnelli.
L’ultima comunicazione sulla sconfitta con il Lione è da neofita avendo fatto guerra ad un regolamento che esiste dalla notte dei tempi. Sarri è stato licenziato in tronco, ma non per la sconfitta con il Lione, già qualche giorno prima quando Agnelli presentando Pirlo e citando tutta l’area tecnica si dimenticò di Sarri, facendo capire che il nono scudetto aveva una madre (la società), tanti figli (i giocatori) e nessun padre.
La Juventus mai aveva cacciato un allenatore nei nove scudetti vinti. Anche Allegri non ha mai vinto la Champions e mai fu messo all’uscio della Continassa.
Sarri non ha imparato nulla dalla lezione subita da Gasperini quando transitò all’Inter fresca vincitrice del Triplete, il bancario invece dopo 8 scudetti vinti.
Entrambi non sono stati aiutati dalla vecchia guardia in campo. Gasperini si è ripreso grazie al Genoa e ha dimostrato di essere il migliore e dopo il terzo posto in classifica è rimasto la bandiera dell’Italia in Europa. Forza Dea, sei rimasta tra le prime otto di Europa e non ci sono Juventus, Inter, Milan e compagnia. Sarri farà più fatica se non vorrà partire dalla provincia.
La Juventus a Pirlo, non sarà una scommessa conosce l’orto societario juventino, essendo intelligente, dogmatico, poco anarchico, conservatore alla juventina continuerà a fare il giocatore-allenatore dentro lo spogliatoio della Signora, creando una squadra e non rimanendo solo in balia di CR7 e Dybala.
Ha fallito Sarri, ha fallito la triade e adesso dovranno fare i conti con la proprietà e gli azionisti con i bilanci che saranno vicini al rosso.
In Barcellona-Napoli poche colpe del Ciuccio e di Gattuso: Messi è magico ed elimina il Napoli. La squadra di Gattuso ha giocato con cuore e grinta. La differenza, come nel campionato italiano, tra le medie squadre e quelle in cima alla classifica è stata l’incapacità di non approfittare delle occasioni concesse dai catalani.
La lezione spagnola del tecnico Setien è stata semplice confermando che il possesso pallone non serve a nulla se non crei nitide occasioni da gol. Il Barcellona gioca per Messi, tutti corrono per lui e quando gli arriva il pallone inventa il gol e assist. La foto di Barcellona-Napoli è questa e riporta alla mente lo slalom di Bernardeschi in Juventus-Lione che voleva andare in porta con il pallone dimenticandosi che a rimorchio, soli davanti al portiere avversario, c’erano CR7 e Higuain.
Inter ai quarti di finale di Europa League. Conte non dovrà attaccarsi solo a Lukaku contro il tedeschi del Leverkusen: occorrerà anche un gioco.
Roma USA e getta. Duro KO nel giorno dei texani da parte del Siviglia. Magica da rifondare senza trofei e Champions futura.
Anche l’Uefa uscirà sconfitta dalla testardaggine di solo business per giocare le Coppe non solo in piena estate, ma senza pubblico e con le polemiche che scoppieranno alla fine tra per l’inizio differenziato dei campionati e i ricavi che saranno in rosso.