Ieri mattina al Genoa è stato accostato con insistenza il nome di Rahhal Boulgoute, presidente di Marita Group Holding, impresa globale che si concentra su soluzioni chiavi in mano nello sviluppo di immobili, parchi a tema, energie rinnovabili, produzione e veicoli elettrici. Nei giorni precedenti erano comparsi i nomi di una cordata anglo-italiana, capeggiata dal family office Gestio Capital di Matteo Manfredi, col supporto di Andrea Radrizzani, già presidente di Aser Venture e del neo promosso Leeds.
In Marocco Boulgoute è considerato un imprenditore dinamico, con una forte sensibilità per le energie rinnovabili e un vero e proprio impero immobiliare costruito nel tempo. Figlio di un contadino immigrato in Italia, ha lavorato per diversi anni in Toscana, per conto di un’azienda che creava dispositivi in sughero. Dopo aver avviato una fabbrica in Marocco in collaborazione con il suo ex datore di lavoro italiano, ha cominciato a rifornirlo di materie prime. Nasce tutto così, in un ambito molto di nicchia come quello del sughero, mentre la visibilità dell’imprenditore è aumentata sensibilmente dal 2016, quando è stato messo a capo del “Green Tech Valley“, progetto portato avanti nella vallata del Bouregreg, a Rabat, per creare una zona interamente sostenuta da energie rinnovabili.
RAPPORTI CON L’ITALIA – Stando ad un articolo dell’anno 2017 scritto in concomitanza con la joint-venturesiglata tra il gruppo e la società Maccaferri, si parla di SMI come di una holding con sede in Marocco “con 7600 dipendenti e un piano di investimenti di 1,7 miliardi di euro entro il 2023″. La collaborazione tra Maccaferri e Marita Group Holding ha portato alla costruzione di uno stabilimento per l’avvio di una linea di produzione di reti in acciaio, gabbioni e reti metalliche a doppia torsione sempre nella zona industriale di Rabat, per la precisione a Salè.
Non è l’unica partnership di natura finanziaria che Marita Group ha intavolato col nostro Paese. Come riportato dall’Economiste, nel novembre 2018 è stato ratificato un accordo anche con Bertone Design “per lo sviluppo di un importante progetto immobiliare nella capitale”, con un costo totale che si sarebbe dovuto aggirare intorno ai 3,7 miliardi di Dirham, moneta locale, equivalenti a 350 milioni di euro. Si parla di uno dei cavalli di battaglia di Marita Group: un progetto immobiliare e turistico su 70 ettari a Souissi, una città composta “da ville intelligenti con energia positiva, un boutique hotel, un’accademia di calcio, un country club in stile americano con un parco sportivo di 12 ettari“.
GREEN ECONOMY – Ma la genesi di Marita Group Holding è in realtà un’altra. La società di Rahhal Boulgoute nasce infatti nel settore del sughero, tant’è vero che il gruppo ne domina l’intera catena di produzione dopo aver preso il controllo del secondo operatore del settore, l’azienda triestina Colombin, che vanta oltre 120 anni di storia.
Oggi opera in quattro continenti, con 32 uffici tra Nord America, Europa e Asia (oltre a quelli situati in Africa). Un’espansione che le ha permesso di portare avanti vari progetti di sviluppo residenziale, con costruzione di resort, negozi, hotel, scuole e anche un campus calcistico a Rabat, divenuto presto una cantera del Barcellona. Inoltre, in collaborazione coi principali produttori automobilistici, Marita Group Holding “ha introdotto il primo sistema di trasporto di veicoli elettrici per il settore pubblico e privato in Africa“, per la precisione a Marrakech.
MAROCCO E PETROLIO – Nell’ottobre 2019 un’altra delle società del gruppo Marita (MYA Energy), controllata al 50% dal Rahhal Boulgoute e per la restante parte da Moulay Youssef El Alaoui, uomo d’affari legato alla famiglia reale, si è inserita nel mondo del petrolio siglando un accordo con la Russia. L’accordo avrebbe dovuto riguardare la costruzione di una raffineria. Da quanto si apprende dall’agenzia marocchina Telquel, la nuova raffineria dovrebbe sorgere all’interno delle strutture portuali di Nadar West Med e avrebbe dovuto porre fine alla dipendenza dall’export di petrolio. Ma il progetto petrolifero ha trovato scetticismo nel mondo della politica locale ed è tutt’ora nel limbo.
Nei giorni scorsi, sempre in merito a una possibile cessione del Genoa, sono sorti anche i nomi di Gestio Capital ed Aser Ventures, entrambe collegate all’Italia e al Regno Unito. La prima è un family office con sede a Londra, fondato da Matteo Manfredi. La società in questione gestisce patrimoni di privati e famiglie facoltose, in questo caso desiderose di investire nel mondo del calcio e nella Serie A. Dall’estate scorsa è stata siglata una partnership con Frontis NPL (“società specializzata nell’acquisizione e gestione di NPE, Real Estate e Special Situations”) e Pietro Martani, già fondatore di Copernico e Halldis, attive nel mercato degli affitti di breve durata.
E ASER VENTURES? – Si tratta della holding sportiva gestita da Andrea Radrizzani, già proprietario del Leeds e fresco di promozione in Premier League. L’ambizione di Aser Ventures è quella di diventare la principale piattaforma di investimento in materia di sport, media e intrattenimento. “Investiamo sul potenziale” è uno fra i motti dell’azienda, fondata nel 2015 e fondatrice del canale Eleven Sports, dal 2017 attivo anche in Italia (per trasmettere diverse partite di Lega Pro).
LEEDS: DA CELLINO A RADRIZZANI – Nello stesso anno è stata completata l’acquisizione del Leeds dal presidente Cellino. Un’acquisizione in due passaggi: prima l’ingresso di Radrizzani al 50% nel gennaio 2017, poi l’ingresso al 100% nel maggio successivo al prezzo simbolico di 50 centesimi e l’incoronazione ufficiale dello stesso Cellino (“proseguirà il lavoro che ho iniziato e dimostrerà che gli italiani sono gente onesta e lavoratori seri“). Nel giro di tre stagioni, sotto la guida del Loco Bielsa, è riuscito a tornare nel massimo campionato inglese a 16 anni di distanza dall’ultima volta. Per un presidente italiano che scende, come Gino Pozzo e il suo Watford, ce n’è un altro che sale. La promozione in Premier, è bene ricordarlo, consente alle società in questione di aumentare le entrate fino a cifre superiori ai 150 milioni di sterline.
Numerosi i marchi che possono vantare una partnership con il club di Radrizzani, il cui valore della rosa è superiore ai 70 milioni di euro (TransferMarkt): fra questi anche Wish, Deliveroo, Heineken e due piattaforme di scommesse online. Come riportato da Calcio e Finanza, nell’anno 2018/2019 la parte commerciale ha generato introiti per 21 milioni di sterline. Il braccio destro di Radrizzani in Italia è Lorenzo Tonetti, tra le altre cose noto proprietario di un ristornate milanese diventato celebre anche per le trattative di calciomercato.
TIRARE LE SOMME – In conclusione, non si conosce l’entità e la capienza delle offerte rese pubbliche nelle ultime 72 ore. Sappiamo però di aver provato a chiedere ieri una reazione al presidente rossoblu Preziosi e di aver ricevuto come risposta di non voler neppure sentire parlare di queste trattative. Se a mezzo stampa, senza avere comunicati ufficiali o intermediari chiari, è stata diramata la notizia dell’offerta da parte di Gestio Capital, lo studio di avvocati e il legale Giordano si sono molto esposti ieri mattina, parlando di un accordo preliminare stipulato già a luglio.