Napoli-Genoa 6 a 0. Piglia su il Vecchio Balordo e porta a casa. Importante non dare solo  colpa al Covid, alla vigilia seppur travagliata e a Marchetti che ha sostituito Perin, per non pentirsene durante il campionato appena iniziato.

Il Genoa ha giocato un primo tempo incoraggiante e ha ritenuto di poter insistere, ma nel secondo tempo sono spariti subito dall’inizio sprecando tutto con passaggi elementari trasformati in assist-gol per i partenopei che per contro giocavano quasi a memoria con una strategia tattica. Strategia che poteva sviluppare quasi il 4-2-4 del Brasile Mundial o 4-2-3-1 di moda all’estero, grazie alla supremazia tecnica dei singoli elementi che compongono la squadra piuttosto che all’efficienza del loro sistema di gioco per la loro scarsa consistenza, non di qualità, nella zona centrale del campo affidata solamente a due calciatori, mezzali e non mediani.

Il Genoa nel primo tempo ha provato, qualche volta ci è riuscito, a sfruttare il punto debole del Ciuccio nel cuore del gioco con cambi campo che mettevano la difesa davanti a Meret in soggezione.

Ottenuto il primo gol regalato nel primo tempo perché la catena laterale di sinistra non funzionava sbagliando la diagonale difensiva di Pellegrini,  gli uomini di Gattuso non hanno fatto una piega. Sono tornati al loro schieramento anche con l’uscita di Insigne per infortunio e l’entrata di Elmas che ha preso tatticamente il posto del capitano, largo a sinistra. Una posizione che ha dato più equilibrio stringendo le distanze nel cuore del gioco. Hanno continuato a premere secondo i loro schemi semplici e efficaci, fatti di larghe battute e di aperture in profondità sempre effettuate a colpo sicuro su un uomo libero non marcato per mancanza di raddoppio di marcatura in avanzata sulla corsia.

Il Genoa ha replicato, ha creato scompiglio. Una rispettabile reazione con Lerager che si è mangiato il pareggio scivolando solo davanti a Meret. Tutto ciò deve avere ingannato anche Maran che non ha posto rimedio sulla corsia di sinistra genoana (destra napoletana) con Pellegrini e Zajc in evidente difficoltà: il primo a rinculare, il secondo a coprire da mediano la corsia. Zajc è una mezzala offensiva, non un mediano da utilizzare  per dare scaglionamento e collaborazione in fase difensiva. Può aiutare il centrocampo come ha fatto sempre con l’Empoli di Andreazzoli risolvendo però le giocate con improvvisazione e sorpresa davanti alle aree avversarie.

A Maran se fosse stato possibile bisognava chiedere perché – eccetto Perin – ha cambiato la squadra di domenica scorsa inserendo Pellegrini e Pjaca, tenendo fuori Ghiglione e Pandev e Zapata, rinunciando a Zappacosta e Biraschi a sinistra dove hanno imperversato Di Lorenzo, Fabian Ruiz e Lozano.

Errore aver voluto affrontare il Napoli a viso aperto. Lo scorso anno quando Maran vinse fu attendista e dopo fregò Ancelotti in contropiede solo con una azione.

La partita del cronista finisce al 45’ del primo tempo non solo per la cinquina presa da commentare, ma anche perché il Mister rossoblu a quarti nell’intervallo non aveva fatto i cambi necessari per cercare di fare una sostituzione in grado di non far continuare a giocare il centrocampo troppo piatto.

Maran si sarà reso conto che tra tutti i centrocampisti a disposizione non ha un calciatore in grado di alzare i ritmi? L’unico che potrebbe avere questa identità è Sturaro, l’altro con altre qualità, in particolare la corsa, è Cassata. Oltre ad un altro portiere, un centrale difensivo e un attaccante da doppia cifra occorre dal calciomercato un centrocampista di cambio passo differente da quei 4/5 a disposizione.

La fase difensiva tecnicamente denominata “fase di non possesso” va lavorata attentamente sia dal punto di vista individuale e collettivo, sia dal punto di vista dei principi della fase difensiva che sono singoli e collettivi.

Il Genoa prossimamente ha bisogno di giocatori che diano equilibrio e si trovano sempre ad agire sulla linea centrale che divide in campo in verticale, potendo così spostarsi da un lato all’altro del campo trasformando il lato debole in lato forte. Quello non successo sulla corsia di sinistra ieri con il Napoli. Badelj questo lavoro lo sa fare, ma ha bisogno di mediani vicini di gamba e di cambio passo.

Contro il Crotone, al di là della forza dell’avversario, la tattica è stata eseguita con autonomia da ogni calciatore. Ognuno è stato autore del disegno tattico. Ognuno si è dimostrato responsabile decidendo in fatto di modi, tempi, spazi, scelta, esecuzione, tenendo conto dei movimenti dei compagni. Con il Napoli almeno 4 volte l’operazione è riuscita nel primo tempo.

Maran e giocatori ieri la San Paolo hanno sbagliato la capacità di tentare e prendere possesso delle zone nevralgiche del campo, cioè trovare equilibrio.  

A Preziosi e Faggiano per la difesa del Genoa bisogna chiedere di ingaggiare qualcuno che abbia dentro l’odio del gol subito, un’onta da evitare anche nelle partitelle a Pegli. Qualcuno che comandi la difesa in modo perentorio, bracchi e faccia braccare gli avversari. Qualcuno che sappia impostare l’azione da dietro, che però non si disorienti a guardare il pallone e non l’avversario, anche dentro l’area di rigore. Con tutto il rispetto come calciatore e uomo con la sua carriera, Ranocchia non sembra avere queste caratteristiche non tanto tecniche, ma caratteriali.

A Maran bisogna chiedere, senza dimenticarsi del caro e vecchio adagio italiano del prima non prenderle, di correre qualche rischio per le sue idee. Quelle del passato che potrebbero  essere più efficaci per far esaltare le caratteristiche realizzative delle mezzali e dei trequartisti in rosa nel suo 4-3-1-2 giocato corto, raccolto e compatto, provando a tirare almeno una volta nella porta avversaria: le idee non possono fare paura a chi ne ha avute non al Real o al Bayern.

La partita, al di là delle problematiche esterne, dovrà essere impressa nella mente non solo di Maran, ma anche di Faggiano e Preziosi in questi ultimi sette giorni di calciomercato, altrimenti come scrivono i giornali specializzati ad avere responsabilità sarà solo Maran e alla fine, come il calcio insegna, sarà l’unico capro espiatorio della situazione.