Al giro di boa della stagione 2020/2021, oltre il Covid e gli infortuni, potrebbero esserci altri calciatori assenti pensando al calciomercato. Genoa e Cagliari per i motivi sopracitati non potranno tirare i remi in barca.
Il calciomercato nella mente dei protagonisti genoani non potrà rendere vano ogni sforzo del lavoro fatto dal 3 gennaio 2021, decidere di non combattere in attesa che tutto passi. Meno male che adesso in casa Genoa Ballardini e Marroccu sono consapevoli che la vita e il calcio sono un pallone rotondo che non bisogna sgonfiare.
Ballardini contro il Cagliari chiede ai protagonisti in campo il sistema “motoretta”, correre con costrutto e organizzazione e non con un motore Porsche su una cinquecento correndo a vuoto.
Peccato che il Tempio sia vuoto, ma quelli davanti agli schermi vogliono rivedere un’altra corrida con undici “mulete“ rossoblù a quarti che gettano nella confusione i sardi. Lunedì qualcuno parlerà, scriverà di catenaccio genoano, ma dovrà rendersi conto della differenza di quello passato grazie alla mobilità dei protagonisti, l’idea di Ballardini.
Chi introdusse il catenaccio in Italia fu Helenio Herrera e fu soprannominato il Mago: non concederanno questo nomignolo a Ballardini anche se qualcosa a sinistra della Lanterna sta succedendo per l’ennesima volta. Oltre leggere le gare prima, durante e dopo assieme ai suoi collaboratori, mette in campo una dote speciale, quella di galvanizzare la squadra, senza scrivere frasi fatte alla H.H. sui muri del Pio Signorini.
C’è qualcosa di diverso in questo Genoa 2021: si ha l’impressione quando entrano in campo che si abbia dentro la voglia della vittoria, che annulla la paralisi della paura del risultato. In tutti deve esserci la consapevolezza che sarà difficile entrare nei sedici metri davanti a Perin e se per caso il Vecchio Balordo facesse un gol prima degli avversari potrebbe essere un vecchio “golden gol”.
La tattica e anche la formazione di Ballardini ormai è riconosciuta e non serve ricamarci sopra contro il Cagliari. Solo qualche piccolo dubbio, 5 sostituzioni facendone qualcuna nell’intervallo per ottimizzare le altre tre sarà opportunità nel corso del secondo tempo.
Ballardini cercherà il meglio dai suoi nel cuore del gioco, difetto non da poco dimostrato dai sardi dall’arrivo di Di Francesco. Per sopperire a tutto ciò la società sarda, oltre a Nainggolan, ha fatto arrivare sull’isola anche Duncan. Sono stati mandati subito in campo non tenendo conto che avevano giocato poco o niente nell’Inter e nella Fiorentina.
Arriva al Ferraris un Cagliari in crisi non solo di risultati. Undici gare senza una vittoria, cinque gare di fila perse, 12 reti incassate, ultime due partite senza realizzare una rete. Con questi numeri i sardi sono sprofondati in classifica vicini alla zona rossa. In Sardegna non solo i sondaggi indicano e attribuiscono le principali colpe di questo momento al tecnico Di Francesco.
In molti all’inizio, anche i compilatori di griglie del campionato 2020/2021, pensavano che Cagliari e la Sardegna potessero rilanciarsi con Eusebio Di Francesco vista la rosa a disposizione, per il suo gioco, come successo a Gasperini dopo il “mordi e fuggi” all’Inter. Gasperini ci è riuscito a Bergamo dopo aver rimesso a galla il suo vecchio Genoa. Invece Eusebio Di Francesco, dopo aver giocato una semifinale di Champions con la Roma e aver battuto il Barcellona di Messi, ha patito l’esonero a marzo della stagione successiva. Ha provato a rilanciarsi in una squadra, la Sampdoria, che eccetto il Derby si può godere tranquillità e anche qui è stato allontanato per scarsi risultati.
A Genova sponda rossoblù a quarti domani si gioca l’ultima chance di salvare la panchina. Operazione che potrebbe incidere sulla sua carriera di giovane allenatore del 1969, che metterebbe nuovamente in movimento il chiacchiericcio sulla sua inadeguatezza non solo ad allenare un team di prima fascia, operazione fallita anche da Giampaolo e Mazzarri, guru della tattica, dopo il flop nell’alta classifica rispettivamente con Milan e Inter.
Di Francesco sull’isola è arrivato con una sola idea: rilanciare il suo 4-3-3 che non ha funzionato neanche con il recupero di Pavoletti, il ritorno nei primi giorni di mercato invernale di Nainggolan, la buona forma nel vedere e sentire la porta di Joao Pedro e il lavoro di Simeone.
Di Francesco al termine della gara con il Milan ha dichiarato che “non è solo un problema tattico ma psicologico“. Tutto preventivato considerato che sull’isola quando è stato ingaggiato ha inserito anche uno psicologo nello staff?
Non solo a Cagliari nessuno ci ha creduto. In molti hanno messo il dito nella piaga sulla posizione del figliol prodigo tornato dall’Inter contro il Milan, quel Nainggolan in posizione da play. Critica giusta perché non è nelle sue caratteristiche tecniche. A Di Francesco nei primi tempi della sua carriera piaceva affermare che segue Pep Guardiola, ma il suo modello è sempre stato Zeman.
Il 4-3-3 caro a Zeman non si è visto in Sardegna, più un 4-3-2-1 o un 4-3-1-2, ma ultimamente per salvare risultato e panchina ha anche adottato il 4-4-2 con calciatori fuori posto, in particolare nel coprire la corsia di destra.
Al di là dei numeri tattici, i difetti sono stati sempre gli stessi: la zona di mezzo e una mancanza di pressione che lascia in braghe di tela la linea difensiva che non arretra coi tempi giusti. L’unica opzione alla Zeman è quella di tenere la difesa alta, opzione che ha permesso agli avversari di prenderli scoperti alle spalle.
Contro il Genoa ai box Faragò, Ounas, Rog. Ritorno al passato del modulo Maran che confezionò 14 risultati positivi consecutivi nello scorso campionato prima della caduta verticale con 8 sconfitte e tre pareggi: al Ferraris il 4-3-2-1, un modulo che piace ai vecchi titolari. Rientra Nandez da squalifica di due giornate, Marin farà il play, ruolo per cui fu ingaggiato, Duncan il ruba palloni, Nainggolan e Joao Pedro alle spalle di Simeone.
Partita diretta da Di Bello di Brindisi, classe 1981, bancario internazionale, 115 gare in serie A con 42 rigori e 32 espulsi. In stagione 9 gare in A e 1 in B, 7 rigori e un espulso. Inizio arbitraggio nel 2000, prima gara in A nel 2013 (Cagliari-Sampdoria).
Nell’ultima stagione ha fatto vedere dei miglioramenti non solo sotto l’aspetto tecnico, ma di personalità mettendo da parte una dote fondamentale dell’arbitraggio: montarsi la testa.
In carriera con il Genoa 2 vittorie e 6 sconfitte, con il Cagliari 1 vittoria, 3 pareggi e 7 sconfitte. Primo assistente Bresmes (Bergamo), secondo assistente Pagnotta (Nocera Inferiore), quarto uomo Pezzuto (Lecce), VAR Valeri di Roma, AVAR Tegoni (Milano).
Diffidati Genoa: Badelj, Bani, Ghiglione, Masiello. Diffidati Cagliari: Nandez, Pavoletti.