Abbiamo proseguito la nostra analisi sul girone di andata appena concluso con l’intervento telefonico di Enrico Currò, firma de La Repubblica, che è tornato sui temi relativi alle prime diciannove giornate di Serie A
“Il campionato, intanto, non è un campionato sincero perché chiaramente falsato dalle condizioni particolari in cui si gioca, dall’assenza del pubblico e dagli stadi vuoti in cui le partite si giocano. Detto ciò, non so se possiamo definire il Milan una sorpresa visto che nel girone di ritorno dello scorso campionato aveva un po’ vinto lo scudetto del post-lockdown. Squadra che meglio ha saputo assorbire gli imprevisti del calendario con l’innesto di Ibrahimovic avvantaggiato anche dalle condizioni particolari. Ci sono marcature più blande, un tipo di gioco più lento (e ci sono dati che lo dimostrano: ritmo e intensità sono più bassi) e di queste condizioni si può giovare un giocatore carismatico e fisicamente integro come Ibrahimovic, che non devo dire io quanto valga dal punto di vista tecnico.
Ma la vera sorpresa, per me, è l’Atalanta: ha continuato a giocare e vincere come prima. Questo significa che è la squadra a mantenere il rendimento più regolare, migliorandolo. Ora ha sette punti di distacco dalla prima e questo indica un trend in miglioramento, nonostante un girone di Champions molto impegnativo e abbia deliberatamente scelto di concentrarsi, fino a dicembre, sulla Champions League con l’obiettivo di qualificarsi agli ottavi con un girone che comprendeva Liverpool e Ajax, più scafate a livello europeo. Quindi l’Atalanta, per me, ha fatto anche più di quanto si pensasse e, siccome nel girone di ritorno è di solito la squadra che va meglio, bisogna stare molto attenti: in condizioni particolari, come quelle di un campionato dove si azzerano i rapporti di forza dovuti alla pressione del pubblico, credo possa diventare la classica outsider del campionato.
La delusione più grossa, invece, credo sia il Torino che sta in bassa classifica per aver fatto molto meno di quanto prometteva. Tra le grandi, eccetto il Milan, tutte probabilmente hanno avuto un rendimento inferiore alle aspettative. Ma è un campionato equilibratissimo, con Napoli e Juventus che devono ancora recuperare una partita. Ci sono sette squadra in nove punti ed è un campionato talmente strano che, dal mercoledì alla domenica, tutte le sentenze possono essere smentite. Secondo me è presto per dare giudizi di questo tipo”.
Cosa ci ha invece raccontato la lotta salvezza? È tutto ancora apertissimo con una decina di squadre in dieci punti.
“È un po’ lo stesso discorso della parte alta di classifica: lo stesso equilibrio si riscontra nella bassa classifica. Anche squadre come la Fiorentina, che tutti gli anni parte con ambizioni sproporzionate rispetto al livello tecnico della squadra, possono essere associate a questa parte di classifica. Trovo ci siano rose molto vicine, con una campagna acquisti che per ragioni economiche non può più fare nessun genere di differenza, quindi retrocessioni illustri ci potrebbe essere. Anche se alla fine lo diciamo sempre, ma poi si solito non succede”.
Il tuo giudizio sul girone d’andata del Genoa, che nell’ultimo mese si è rimesso in gioco con Ballardini e ha tenuto un ritmo da sesto posto recuperando punti su tutte le formazioni della parte destra della classifica?
“Il Genoa di Ballardini è indubbiamente una squadra molto più equilibrata dal punto di vista tattico, coi giocatori al posto giusto, ma è anche una squadra che ha recuperato alcuni giocatori, come Zappacosta, che è giocatore di medio-alto livello per la Serie A. Poi il recupero di Criscito dal punto di vista fisico e l’innesto di Strootman, per aumentare il livello tecnico e tattico della squadra. Ma la crescita del Genoa è una crescita anzitutto fisica.
Il Genoa ha fatto la prima parte di campionato in condizioni abbastanza drammatiche. Quando ha iniziato a stare meglio, i risultati hanno iniziato a farsi vedere e una partita chiave, anche prima dell’arrivo di Ballardini, è stata quella col Milan. Una partita dove il Genoa ha rischiato di vincere – e avrebbe probabilmente meritato – e si è vista la svolta fisica. Da allora il Genoa ha continuato a migliorare e questo sarebbe comunque l’aspetto centrale: mantenere, oltre l’equilibrio tattico, la tranquillità e la saggezza portate da Ballardini, l’aspetto fisico. L’aspetto fisico sarà fondamentale, non solo per il Genoa ma per tutto il campionato. Se il Genoa riuscirà a mantenere questo livello di rendimento atletico potrà salvarsi in maniera tranquilla, altrimenti sarà un pochino più complicato. Anche se aver girato a 18 punti è abbastanza importante visto che c’è questo grande gruppo di squadre e in questo grande gruppo il Genoa è una delle formazioni che stanno meglio”.