Da domani torneremo attivamente a parlare di Genoa in tutte le sue tematiche più calde, dalle quali ci stiamo volontariamente tenendo a distanza di sicurezza. Oggi parleremo anche del Grifone, prendendola tuttavia un po’ alla larga analizzando un trend, quello dell’età media delle squadre della Serie A, che merita di essere posto sotto la lente di ingrandimento.

Prendendo coi piedi di piombo le cifre dei trasferimenti, o non prendendole proprio in considerazione, e confrontando i valori dell’età media della stagione 2016/17 e quelli attuali, saltano subito all’occhio due aspetti:

  • la squadra più giovane del campionato attuale (Crotone, ndr) ha aumentato di oltre un anno (+1,07, ndr) l’età media che apparteneva all’Udinese, considerata lo scorso anno la formazione con meno primavere della Serie A (23,53 anni, ndr);
  • soltanto una squadra, l’Atalanta, ha avuto una tendenza al mantenimento dell’età media sui livelli della passata stagione restando sotto la soglia dei 25 anni. Nessuna squadra di quelle che già disputavano la Serie A è riuscita a diminuire l’età media della propria rosa.

A cosa potrà portare un trend in rialzo nell’età media delle singole squadre, non è dato saperlo adesso. Presumibilmente l’esperienza in più sul campo non potrà che fare la differenza: oltre a tanti blasoni del massimo campionato, se ne sono accorte in estate anche le tre neopromosse, che rispetto all’età media ben al di sotto dei 24 anni relativa alla loro militanza in Serie B hanno tutte registrato un incremento non inferiore al +1.8 attestandosi nella classifica generale (delle età medie, ndr) tra 8° e 16° posto.

Senza dubbio, osservando questi numeri, la strada tracciata in Italia dalla Lega, con le rose da 25 uomini che consentono l’inserimento di un numero illimitato di Under 21, non sta producendo un decremento così netto e incisivo. I numeri anzi parlano del contrario. Il che, attenzione, non è necessariamente un dato negativo: più che altro è corretto parlare di una situazione in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Nazionali comprese.

"Una Nazionale Italiana di Calcio a trazione offensiva con quattro giocatori dalla propensione offensiva e due…

Publié par Buon Calcio a Tutti sur dimanche 3 septembre 2017

 

Sabato scorso al “Bernabeu” il più giovane azzurro in campo (dal primo minuto, ndr) era Belotti, 24 anni da compiere il prossimo dicembre, seguito da Spinazzola (1993) e Verratti (1992). Dall’altra parte una lunga schiera di classe ’92 (Koke, Isco, Carvajal) cresciuti calcisticamente nella cantera di squadre come Atletico Madrid e Real Madrid e immediatamente gettati nella mischia, al massimo con qualche anno di prestiti (Isco al Malaga per dirne una, ndr). Per non parlare poi di Marco Asensio, unico classe ’96 sceso in campo. L’Italia un azzardo così, in termini di età, non se lo sarebbe mai potuto permettere in una sfida così importante come quella del “Bernabeu”. Questione che deve far riflettere: età ed esperienza sul campo sono direttamente proporzionali o si può lavorare ancora negli perché non sia così?

In Italia – o nel calcio in generale – una risposta a questa domanda la si dovrà pur dare prima o poi. Attualmente perdura piuttosto una grande ma inestinguibile tradizione, che corroborata da qualche inserimento di lusso nelle rose delle prime squadre aveva fatto sì che la Nazionale Under 21 di mister Di Biagio si presentasse agli ultimi Europei come una delle favorite alla vittoria finale. Questa tradizione è quella di far crescere i profili più giovani e interessanti in Serie B e dare solo a pochi la chance di giocare fin dall’inizio nel massimo campionato. In tal senso il Genoa è più di  un’eccezione visti i profili di Pellegri e Salcedo, solo gli ultimi di una lunga risma di giocatori, da El Shaarawy a Mandragora passando per Sturaro, cresciuti in seno al settore giovanile rossoblu e poi esplosi in Serie A.

Morosini sale a 15 reti in Serie B. Urla strozzate in gola anche per l'ex gioiellino della Primavera rossoblu Raul Asencio. Tanto Genoa anche in giro per l'Italia e l'Europa #buoncalcioatutti

Publié par Buon Calcio a Tutti sur dimanche 3 septembre 2017

 

Ma cosa è cambiato nell’età media del Genoa? Quel che emerge è che si è alzata di quasi tre anni (+2,7) con un incremento secondo solamente a quelli di Juventus (+3,4) e Cagliari (+3,2). Attenzione: il calcolo viene fatto sul tutta la rosa, non soltanto sui componenti della lista dei 25 (23 più Pellegri e Salcedo, non inseriti in quanto Under, ndr), e per questo motivo può variare in eccesso di qualche decimo. Il trend resta comunque lo stesso, avvicinandosi ai due anni e mezzo in più rispetto al campionato passato.

Giusto analizzare questi dati perché fanno parte del campionato e sono una delle sue variabili impazzite. In fondo all’articolo, per completezza, proponiamo la classifica per età media di questa stagione col Chievo sempre in testa e il Genoa al terzo posto. Di seguito invece la graduatoria che inquadra gli incrementi maggiori in termini di anni dall’uno all’altro campionato (dalla classifica sono escluse le neopromosse, ndr):

1° – Juventus: +3,4 anni rispetto alla stagione 2016/17

2° – Cagliari: +3,2

3° – Genoa: +2,7

4° – Roma: +2,4

5° – Sampdoria: +2,3

6° – Lazio:  +2,2

7° – Bologna: +2,1

8° – Chievo: +2

9° – Torino: +1,9

10° – Inter: +1,9

11° – Napoli: +1,4

12° – Udinese: +1,4

13° – Sassuolo: +1,2

14° – Milan: +1,1

15° – Fiorentina: +0,7

16° – Crotone: +0,1

17° – Atalanta: +0

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Publié par Buon Calcio a Tutti sur jeudi 31 août 2017