Milan Genoa 0 a 0: una partita da vincere per il Vecchio Balordo. Il Milan già alla vigilia con le altre partite di campionato ed Europa League aveva dimostrato di non possedere una squadra all’altezza della fama del club rossonero. Rossoneri che lo hanno dimostrato contro il Genoa 11 contro 11 e giocando un po’ meglio 10 contro 11, dando stura al vecchio detto “si gioca meglio in dieci che in undici”. Paradossalmente l’uscita di Bonucci è stata più positiva per il Diavolo che per il Grifone.
Undici contro undici si è visto un Grifone attento a chiudere gli spazi e ripartire, un Galabinov pronto a misurare i nervi di Bonucci (tre corpo a corpo persi per il centrale difensivo più pagato del campionato italiano). Il fallo di frustrazione contro Rosi e il cartellino rosso – anche senza VAR – ne sono la conferma.
Undici contro dieci per noi cronisti da Pio Signorini apparivano in proiezione il pressing ultra offensivo, il possesso pallone a ritmi vertiginosi, i cambi campo come negli allenamenti: invece fino alla fine del primo tempo, con la sorpresa della Dea bendata di giocare in superiorità numerica, ha dato pochi frutti rossoblu. Durante l’intervallo e nella ripresa in molti aspettavano un altro Genoa, un’altra lettura della gara da parte di Juric e un diverso sfruttamento della superiorità numerica. Nulla di particolare, semplicemente una maggior prontezza nel concludere così come nell’accelerare su tutti i palloni, anche quelli sporchi. Regolarmente tutto è rimasto allo stato di desiderio. Nessuna indulgenza polemica in questo rilievo: semplicemente una constatazione logica.
I cambi di Juric alla Tomaso di Lampedusa (“cambiare tutto perché nulla cambi”) non hanno portato i benefici auspicati. I vecchi cronisti in Tribuna Stampa si chiedevano come mai non entrasse Pandev, i giovani come mai non entrasse Omeonga. Il macedone con le giocate poteva approfittare della Brancaleone Montella nel cuore del gioco, il coloured con i suoi strappi far saltare in aria il Diavolo e mandarlo all’Inferno.
L’uscita di Rigoni ha rivitalizzato Biglia, tagliato fuori fino a quel momento, e di conseguenza, alzatosi il baricentro rossonero con il solo Veloso a continuare a fare pressione individuale cercando di tenere il timone dritto, il pressing collettivo latitava.
Coi se i coi ma non si va da nessuna parte e se Juric avrà fatto quei cambi avrà capito cosa stava succedendo. Di conseguenza ha voluto anticipare gli sviluppi più che immediati, futuri: portare a casa un punto auspicato da molti alla vigilia. Oltre i cambi in una gara ci sono altri quesiti da essere posti affinché un’analisi della gara diventi precisa e necessariamente anche logica. La logica è stata razionale da parte di Juric a fine gara dal momento che in conferenza stampa ha detto:
“potevamo e dovevamo giocare meglio, troppi errori tecnici”
Genoa, Juric: “Potevamo e dovevamo giocare meglio, tanti errori tecnici ma ho visto cose giuste”
Lapadula, che non si può discutere, nell’occasione della gara più eclatante per fare gol o costringere l’avversario a un fallo da ultimo uomo non si sarebbe dovuto far bruciare 10 metri su 40: è stata la flagrante dimostrazione che vista la lunga assenza, senza scatto e potenza atletica, un giocatore non può mai essere completo, anche se tecnico.
Alla fine Milan-Genoa è un incontro che tecnicamente è da definirsi povero. Al Vecchio Balordo sarebbe bastato l’80% di quello che si vede in ogni allenamento per portare a casa i tre punti. Paura di vincere o perdere: il filo è sottile. Montella da questo pareggio con il Genoa e con le due probabili giornate di squalifica a Bonucci può far ripartire il Diavolo con un ritorno tattico al passato fiorentino. I giocatori sulla carta se non sono diventati tutti brocchi all’improvviso ci sono, e ci sono non soltanto per fare la difesa a quattro. Montella contro il Genoa ha fatto poco sul piano tattico. L’unica mossa dopo 40 anni è stata cambiare la panchina da destra a sinistra, anche se disturbato dall’assistente di linea. La vera speranza che Milan-Genoa non sia stata vista dal Congresso del PCC cinese, altrimenti potrebbe partire un’inchiesta sul prezzo del cartellino di alcuni calciatori che calcano il “Meazza” in maglia rossonera.
Per finire sul Genoa, ribadire concetti polemici ormai così chiaramente scontati sembra ozioso. Il fatto per noi positivo che il Vecchio Balordo appare sulla strada giusta. Anche se al “Meazza” si è battuto con impeto meno gagliardo rispetto che contro Inter e Cagliari. Lasciando da parte il rosso a Bonucci non ha assolutamente rubato il pareggio: anche 11 contro 10 di fronte si aveva il Milan.
Perin ha detto che il Milan ha giocatori che possono risolvere un gara con una giocata. Il Genoa ha imposto il pareggio anche 11 contro 11 non dominando ma giocando meglio, come aveva preparato la gara Juric. Se avesse vinto forse avrebbe destato qualche pericolosa illusione che non avrebbe tolto nulla all’equità dell’esito.
Quattro punti in due trasferte erano da sottoscrivere alla vigilia. Adesso il bicchiere dopo San Siro e mezzo vuoto? Può riempirsi mercoledì contro il Napoli perché la luna di miele della salute calcistica del Vecchio Balordo appare in crescita.
Genoa, Perin: “Rammaricati per non aver vinto, Juric insegna un grande calcio. Napoli il vero esame”