Nella vittoria per 1 a 0 del Genoa sulla Fiorentina ci sono almeno tre episodi da moviola, tutti nel secondo tempo. Il primo episodio si verifica al minuto 10′ della seconda frazione: Muñoz esce palla al piede dalla difesa, si propone sulla fascia di destra e serve Rigoni in profondità; nel frattempo, al limite dell’area viola, Gonzalo Rodriguez spintona Simeone: l’arbitro Guida sembrerebbe poter notare l’intervento, ma probabilmente con gli occhi è proiettato sul possessore di palla (Muñoz) e grazie al supporto dai suoi collaboratori non ritiene l’intervento punibile. Simeone, dopo essersi gettato a terra con le mani in volto, si rialzerà pochi secondi dopo senza protestare.
Diversa la situazione che interessa l’attaccante argentino del Genoa al 45esimo del secondo tempo. Errore di Badelj in fase di impostazione che serve Simeone lanciandolo in porta. A presidiare l’area Gonzalo Rodriguez e il rientrante Sanchez: saltato il primo, Simeone si defila e attende di essere colpito da Sanchez. Effettivamente il colpo d’anca arriva ed è netto: per quanto Guida avesse adottato un metro di giudizio simile per tutta la partita, non sanzionando interventi dalla cintola in già di questa entità, la dinamica è tutt’altro che ingannevole e sufficientemente chiara per poter dire che resta più di un dubbio sulla non assegnazione del calcio di rigore. Tanto più che il direttore di gara si trovava in una posizione ottima per valutare l’intervento.
Ultimo episodio da segnalare il contrasto Bernardeschi-Burdisso al minuto 28′, sempre della seconda frazione di gioco. L’esterno viola si libera in maniera eccezionale della marcatura di tre uomini e si dirige pericolosamente verso il dischetto del rigore. Il controllo di palla del calciatore viola non è però perfetto e Burdisso trova il tempo di impattare sulla sfera e impedire al giocatore di concludere a rete. Il capitano rossoblu colpisce il pallone, ma la violenza dello scontro fa restare Bernardeschi a terra per diversi minuti. L’addizionale e il direttore di gara non ritengono di dover concedere il calcio di rigore dopo aver assistito all’episodio da distanza ravvicinata. Decisione che sembra in linea con tutta la direzione mantenuta nel corso dei 66 minuti di gioco effettivi.