Segnò e decise il derby della stagione successiva, con quella punizione sotto la Nord che fece esplodere il “Ferraris”. Ma il precedente derby, quello preparato in più tappe tra Aix-en-Provence, Montpellier e Tolosa, se lo ricorda ugualmente bene Cosimo Francioso, che lo definisce “il top dell’organizzazione”. Fu per scaramanzia, su ordine del Professore, che si scelse ancora la via del ritiro lontano dalla Liguria, e l’ex attaccante rossoblu, 132 presenze in rossoblu e 88 reti, malgrado ci divida la cornetta del telefono, lascia intendere neppure troppo velatamente che quel ritiro ha avuto un’importanza e una storia che non possono passare sotto silenzio. Fu un ritiro che diede ancora una volta ragione al tecnico di Messina. Ecco il racconto di Cosimo Francioso, che rispolvera anche il ritiro di Bellinzona dell’anno precedente.
“Prima di quel 2-1 andammo in Svizzera. Quando arrivò Scoglio, alla vigilia del primo derby ci portò a Bellinzona. Il secondo, perché avevamo vinto 1-0, per scaramanzia ci portò in Provenza. E quel ritiro fu proprio il top dell’organizzazione.
Dopo il primo ritiro fatto con lui, in occasione del secondo ci meravigliammo: giocavamo a Genova. Per quale motivo dovevamo andare per forza lontano, in Provenza? Ci allenammo un paio di giorni, poi giovedì giocammo un’amichevole col Marsiglia a Montpellier. Eravamo in Provenza e andammo là in pullman. Poi, a fine partita – c’era stata una riunione precedente -, Scoglio volle tornare con il gruppo che riteneva formazione titolare con un aereo da 12/13 posti con partenza da Tolosa. Praticamente, invece che avvicinarci a Genova, ci avvicinavamo sempre di più alla Spagna. Molti giocatori erano contrari a questa situazione: si voleva tornare tutti assieme. Non volevamo tornare a gruppi, un po’ in aereo e gli altri il giorno dopo con il pullman. Alla fine Scoglio decise così e andammo quindi a prendere l’aereo da Tolosa.
Non vi dico il viaggio di ritorno. Fu bruttissimo, perché una volta arrivati a Portofino sembrava che l’aereo dovesse cadere da un momento all’altro. Qualcuno addirittura si mise a piangere. Adesso ci ridiamo, ma quando ci trovavamo su quell’aereo ci prendemmo paura tutti quanti. Alla fine comunque tornammo, il pomeriggio del giorno successivo arrivarono gli altri e quel venerdì ci allenammo a Pegli. L’indomani vi fu la partita.
La partita alla fine ci vide vincere e Scoglio ebbe ragione un’altra volta. A quel punto non si poteva dire più niente perché il risultato aveva fatto capire che non c’è bisogno di prepararla nella propria città, ma si può anche andare lontanissimo, preparare la partita e vincerla”.
DI SEGUITO L’AUDIO DELL’INTERVISTA A COSIMO FRANCIOSO: