“Così non VAR“. Titolava così un manifesto cartaceo distribuito all’ingresso dello stadio Olimpico lunedì scorso, quando ci dirigevamo per raccontarvi la partita fra Lazio e Genoa. Le polemiche erano per le discusse scelte del 22° turno, alcune fortemente penalizzanti nei confronti della truppa di Simone Inzaghi. Era un titolo che stonava rispetto a quanto si era visto nel weekend appena concluso, dove le scelte del VAR hanno sollevato pochissime polemiche. L’unico episodio dubbio restava il tocco di mano di Murru al “Ferraris”, in tempo reale non visto da nessuno e non finito al centro delle polemiche. Un po’ come quello di Cutrone proprio in Milan-Lazio. Una serie di gesti tecnici al limite che, assieme al doppio tocco di mano di Laxalt che porterà all’annullamento del gol dell’1-2 genoano all’Olimpico, aprono ad un’istanza chiara in una giornata pur sempre limpida e senza nubi: perché non cambiare la regola 12 sul fallo di mano? La volontarietà non può essere aleatoria e occasionale e, tantomeno, non può esserci una volta sì e altre nove volte no. Altrimenti è lecito aprire un dibattito sull’opportunità o meno di farsi del sangue marcio, come si dice da queste parti, ogni giornata di campionato. Magari non ai livelli di quanto succede in Portogallo, in Alves-Boavista, dove un bandierine offusca la visuale del VAR che decide di assegnare un gol ma non può revisionare l’eventuale offside.
absolute scenes in Portugal tonight, Boavista concede a blatantly offside goal but the ref can't use VAR to prove it because someone was blocking the camera with a giant flag pic.twitter.com/pJQkwef6iu
— alex (@illiquidswords) February 7, 2018
Insomma, a parte tutto il contorno internazionale, serve una regola più chiara, che renda il VAR ancor più attento nelle diverse circostanze (al Ferraris perché non si è visto a posteriori il tocco di Murru, comunque involontario? Che stava osservando il VAR? Senza proteste non c’è revisione al VAR?) ma anche più libero di prendersi delle responsabilità in linea con un regolamento più al passo con un calcio televisivo da cui sottrarsi diventa ormai quasi impossibile. Il VAR non può intervenire soltanto quando si infervorano le polemiche tra spalti e campo: altrimenti la strada è tracciata e l’occhio di falco del mondo del tennis, per dirne una, potrebbe diventare una strada ancora percorribile. A chiamata corrisponderebbe revisione.