Gianni Mura, giornalista e scrittore che ha dedicato un’intera vita al calcio e che oggi lavora per “La Repubblica”, ma che è stato anche firma de “La Gazzetta dello Sport” distinguendosi per passione e bravura retorica, ci ha brevemente detto la sua sul campionato sin qui disputato. Ecco il suo punto della situazione.
Cosa ci ha detto questo campionato in queste prime 26 giornate?
“Ci ha detto che la Juventus è sempre quella: non appaga molto l’occhio ma quello che le serve porta a casa. Ci ha detto che il Napoli è rimasto quello che gioca ad alti livelli, ma col limite che giocano sempre quelli. E ci ha detto che c’è un certo movimento nella zona sottostante.
La Lazio è entrata a vele spiegate. Non c’è solo Immobile, ma un’organizzazione di gioco intorno ad Immobile. Ci sono giocatori come Milinkovic-Savic, Leiva, Luis Alberto, De Vrij: è una squadra che promette di andare in Europa per la porta grande. Poi c’è l’Inter, la grande delusione, che pure era partita bene. Fin troppo bene per i meriti e che adesso sembra avvitata in una ricerca di sé stessa: gioco non ce n’è. Sarà quindi abbastanza difficile per Spalletti raddrizzare la rotta. La Roma va fra alti e bassi e la sorpresa, se vogliamo, è il Milan che ha sorpreso due volte. La prima partendo malissimo con Montella, la seconda con Gattuso risalendo la corrente come i salmoni da una dozzina di partite a questa parte.
Sorpresa perché lo sta facendo con giocatori fatti in casa come Cutrone o Calabria, che nessuno prenderebbe come prime scelte in una top ten. La terza sorpresa nel Milan è poi Gattuso: evidentemente non è solo uno che predica scontro fisico, pressing, grinta. Quelli servono sempre, ma è riuscito anche a farsi ascoltare su quella che è un’impostazione di gioco.
Metterei ancora fra le sorprese l’Atalanta per come si è battuta nella prima fase dell’Europa League, per la sfortunaccia nera con cui è uscita ne è uscita e per la conferma data che anche le provinciali – ed è conferma piacevole – hanno coraggio e si battono con squadre più forti. Aggiungerei anche la Sampdoria: probabilmente a fine stagione il gol di Zapata resterà fra i più belli della Serie A. E anche lì c’è una squadra molto giovane con Linetty, Torreira, Praet che promettono bene e un allenatore destinato a fare le valige per altri lidi, di una fascia superiore. Anche se la Sampdoria è comunque alla pari col Milan”.
Come vede il Genoa attuale e la lotta salvezza?
“Fermo restando che non avrei mandato via Juric, devo dire che l’arrivo di Ballardini ha fatto cambiare radicalmente le cose. Il Genoa secondo me non meritava una classifica così bassa allora; adesso è, se non si distrae troppo, praticamente salvo e potrà divertirsi un pochino. La lotta salvezza riguarda piuttosto le squadre dal Cagliari in giù: e qui ci sono colpi di coda da parte di squadre che parevano già condannate. Il Benevento condannato resta perché gioca meglio, ma il tempo è quello che è. Anche il Verona sembrava spaccato e invece con la vittoria sul Torino si è riportato sotto. Così anche il Crotone, nonostante la sconfitta contro la Spal. Attenzione dovrà farla pure il Chievo. A mio avviso il Cagliari è la più forte fra queste squadre”
Vale ancora il prima non prenderle in Serie A?
“Diciamo che, oltre Juventus e Genoa da lei citate, è quello che ha fatto anche Gattuso al Milan oppure quello che sta facendo Sarri al Napoli sulle punizioni. Direi di sì, che vale ancora. Migliorare la difesa però non vuol dire difendere in otto o nove uomini, ma armonizzare i movimenti e tenere svegli i difensori. Se notiamo, tutte le partite diventano più belle quando qualcuno fa gol: finché c’è lo 0-0 tutti quanti aspettano l’errore altrui. Tutti giocano con una certa prudenza attendendo l’errore dell’avversario: quindi è vero che conta più non beccare gol che segnarne”.
DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI GIANNI MURA (REPUBBLICA):
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