Ad Arenzano arrivava l’Atalanta, reduce da 3 pareggi consecutivi ma sempre ferma al 1° posto, in comproprietà insieme all’Inter. Con i nerazzurri di Milano impegnati sul campo dell’Hellas Verona in contemporanea ed il Genoa a pochi passi dal 4° posto, ecco che la sfida tra i Grifoncini di Carlo Sabatini e gli avversari allenati da Massimo Brambilla assumeva le caratteristiche di una vera e propria sfida fra grandi.

Nella giornata di ieri, a poche ore dalla sfida di questo pomeriggio, abbiamo intervistato il responsabile del settore giovanile rossoblù Michele Sbravati, presente come di consueto al “Nazario Gambino” di Arenzano. Presenti sugli spalti, fra gli altri, anche Donatelli e Perinetti, il terzo portiere Lukas Zima e l’ex allenatore in seconda Alberto Corradi.

LA FORMAZIONE DEL GENOA – Rollandi; Candela, Altare, Oprut, Zanoli, Sibilia, Karic, Bruzzo, Zanimacchia, Micovschi, Piccardo. Ben 3 classe 2000 lanciati in campo da mister Sabatini dal 1′. Parte dalla panchina Salcedo, al quale sono stati applicati 4 punti di sutura per un colpo alla testa: dentro Romairone, la maglia numero 9 passa a Micovschi. Prima di cominciare, un commovente minuto di silenzio in ricordo di Davide Astori.

 

Primo tempo in un clima primaverile, con l’Atalanta in tenuta da trasferta ed il solito binomio Latte-Barrow tra la fascia sinistra ed il centro dell’attacco. Poche emozioni nei primi 20′ di gioco, prima che un progressivo incedere della manovra offensiva nerazzurra porti al vantaggio su calcio di punizione da posizione centrale. Rete firmata da Bolis (nel primo tempo battitore di ogni calcio piazzato ospite), che conclude di destro alle spalle di Rollandi, molto reattivo in un paio di occasioni qualche minuto dopo. L’Atalanta imperversa e in cinque minuti mette a segno anche il raddoppio con Barrow (24º gol in campionato) su assist di Migliorelli. L’autore del momentaneo 0-2, attaccante del Gambia classe 1998 (già in campo per pochi minuti contro il Crotone, in Serie A), sigla così la rete numero di 38 gol in 37 partite con la maglia dell’Atalanta Primavera. La 24ª in questa stagione, un numero impressionante per un attaccante fin troppo elegante per la categoria.

Il Genoa non ci sta e dopo aver vanificato un paio di buone ripartenza, Bruzzo allo scadere della prima frazione accorcia le distanze su una rimessa laterale dalla destra, battuta a lunga gittata da Candela. Spizza Micovschi ed il numero 8 rossoblù addomestica, calcia di destro battendo l’estremo difensore avversario: arriva un sorriso, all’intervallo si va sull’1-2.

Se nel primo tempo era stata la maglia bianca numero 3 di Migliorelli una fra le spine nel fianco per gli avversari, nella seconda frazione si accende definitivamente Claudiu Micovschi, spostato nella posizione naturale dopo l’ingresso proprio di Salcedo, che come ricordavamo in precedenza non era al meglio in seguito ad un colpo rimediato al capo. Cross dalla desta di Candela (fresco di convocazione con l’Under-17 di Nicolato), abile a trovare libero proprio Micovschiche insacca di prima intenzione: 2-2 al Gambino, tutto riaperto. Oprut si sposta in difesa nel 3 5 2, il Genoa gioca d’anticipo e crea pericoli tanto con l’appena entrato Salcedo quanto con il numero 10 Zanimacchia. Sempre il solito Barrow fa tremare il palo alla destra di Rollandi con un colpo a giro di sinistro, che tiene in equilibrio la partita. Melegoni calcia largo al 20′, il Girfone concede e prova a ripartire ma non sfrutta i contropiede a disposizione, un copione già vistosi nel primo tempo. Detto, fatto: al 22′ sull’asse Zanimacchia-Bruzzo-Salcedo nasce una ripartenza mortifera dalla destra, orchestrata al meglio e fermata soltanto dal palo. Azioni a ripetizione, questa volta di marca atalantina: prima una parata spettacolare di Rollandi, poi un tiro deviato, quindi un’azione nello stretto fermata fallosamente, in area di rigore, dal neo-entrato Silvestri. Dal dischetto si presenta Barrow, che segna e sigla la 25a rete in campionato. Rollandi, per dovere di cronaca, aveva intuito anche questa.

Sabatini prova a cambiare, Zanimacchia e Micovschi cambiano fascia nell’ultimo quarto d’ora di una gara spigliata e divertente. Fra i cori dei tanti bambini accorsi al Gambino, è decisiva un’imbucata di Barrow per Zortea, che supera Rollandi con un tiro rasoterra, sotto le gambe. L’Atalanta risponde da squadra, compatta, al pareggio di un Genoa propositivo ma ferito dai colpi della capolista. Tecnica e tattica contano nel calcio, ma sono le combinazioni di gioco fra difesa, centrocampo ed attacco a far la differenza. L’Atalanta arriva sempre e solo in area di rigore, trovando la porta senza grande fatica, con una facilità a tratti disarmante. Il Grifone prova ad impostare ma è costretto a ripiegare continuamente, bloccato dal muro nerazzurro o da qualche errore individuale. A 10′ dalla fine fuori Colpani e dentro Chiossi, entra anche l’ex di giornata Szabo Levente al posto del marcatore Bruzzo. Tanto palleggio fine a sé stesso, prima che una prodezza da fuori area di Melegoni sancisca il definitivo 2-5 in favore dei nerazzurri, primi in classifica e padroni del campo.

IL TABELLINO – 28′ Bolis (ATA) 33′ Barrow (ATA) 44′ Bruzzo (GEN) 48′ Micovschi (GEN) 62′ Barrow (ATA), 77′ Zortea (ATA), 87′ Melegoni (ATA)

In attesa della sfida di domani pomeriggio (ore 15) tra la Fiorentina e la Juventus, attualmente ferme rispettivamente a 37 e 33 punti, e considerata la vittoria dell’Inter sull’Hellas Verona, la classifica in testa rimane immutata: le due nerazzurre volano a quota 44, il Genoa aspetta e spera di non perdere campo sul 4° posto. Ora testa alla Viareggio Cup, dove il Genoa sfiderà SPAL, AZ Alkmaar e Lucchese in una settimana di fuoco tra la Liguria e la Toscana.

Donatelli“Chi non ha visto la partita potrebbe pensare che l’Atalanta abbia vinto in tutto per tutto, ma non è stato così. Il Genoa ha fatto una buona partita con le sue occasioni, che non ha saputo sfruttare.”

Perinetti“Tutte le volte che posso vengo volentieri, mi spiace non aver visto tutti i giovani ma vorrei farlo prossimamente per vedere il valore tecnico e potenziale a disposizione, che è tanto”.