Comincia puntuale l’assemblea degli azionisti del Genoa presso la sala conferenze del Museo in Palazzina San Giobatta. Sono da poco passate le dieci quando la platea, l’amministratore delegato Zarbano e gli esponenti di Audirevi, società di revisione dei conti che già nel giugno 2017 era stata riconfermata per tenere sott’occhio il bilancio rossoblu anche per l’anno a venire, si riuniscono per deliberare.
L’anno scorso, alla chiusura del bilancio d’esercizio 2016, le perdite erano state ripianate di quasi sei milioni e restavano di poco superiori ai quattro milioni di euro. La parola inizialmente è dell’amministratore delegato Zarbano, che passa alla descrizione del bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2017.
“Ricavi assestati sullo stesso importo degli anni precedenti. Le due voci modificate sono state gli ammortamenti, cresciuti, e il costo del lavoro, più alto rispetto al passato visto che alcuni calciatori hanno ricevuto stipendi un po’ più alti rispetto alla media (si aggira poco al di sotto dei 100 milioni di euro, ndr). Degno di nota il fatto che il patrimonio giocatori, come valore di bilancio, sia nettamente sotto stimato rispetto a quello che riteniamo il reale valore di mercato. Al 31 dicembre era 25 milioni, ma ci sono valori inespressi”. E la situazione pareggio di bilancio? La perdita è nuovamente aumentata, da 4 a 11,7 milioni, ma è stata in qualche modo “ripianata” con le cessioni avvenute nel mese di Gennaio 2018 di Pellegri e Centurion. Da segnalare 6,9 milioni di euro su ricavi da premi su futura rivendita incassati nell’anno sotto bilancio, che diventano quasi otto milioni e mezzo considerando anche i prestiti. In particolare poi da evidenziare il passaggio del bilancio in cui si recita che “in particolare nell’ultima sessione invernale di mercato dello scorso gennaio sono state realizzate plusvalenze, al netto delle minusvalenze, di oltre 20 milioni di euro che hanno consentito il pieno superamento della fattispecie di cui all’articolo 2447 del Codice Civile rilevata al 31 dicembre 2017, permettendo agli amministratori di redigere il bilancio 2017 adottando il presupposto della continuità aziendale”. Alla data del 28 febbraio 2018 una nuova situazione economico-patrimoniale avrebbe rilevato il superamento dell’articolo 2447.
“Il fatto che ci siano vendite di giocatori permette un costo del lavoro più alto” – ha spiegato l’ad Zarbano. “Per quanto riguarda il fatto che il bilancio tenga conto di un solo anno, dico che tiene conto del finale di stagione 2016/17 e della prima parte di quello in corso. Il fatto di mantenere la Serie A non è un risultato così scontato: è quello minimo, ma non è automatico“. A chi tra i piccoli azionisti sostiene che non bisogna inserirlo ed esprimerlo nella relazione che l’obiettivo, che da minimo rischia di passare come massimo, sia quello di mantenere la categoria, Zarbano risponde che “dodici anni di Serie A credo siano un ottimo risultato”.
Un altro capitolo importante è stato quello legato alla licenza UEFA, che se l’anno scorso non era stata richiesta, quest’anno è stata invece domandata. Il Genoa, come annunciato da Zarbano, sta attendendo una risposta dagli uffici di competenza che dovrebbe arrivare entro metà maggio. I requisiti sarebbero, come spiega l’amministratore Zarbano, più o meno gli stessi richiesti dalla federazione italiana per il conferimento della licenza nazionale, pur con date differite da parte della FIGC rispetto alla UEFA. “Quest’anno abbiamo richiesto la licenza UEFA: siamo in attesa di sapere se sarà rilasciata dall’ufficio di competenza. Lo sapremo entro il 10 maggio” ha quindi spiegato l’amministratore delegato rossoblu.
Sul tema MediaPro e proventi dai diritti televisivi, auspicando che la situazione volga in positivo, il pagamento e gli introiti che dovrebbero essere divisi fra le varie società dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo e 200 milioni di euro. L’importo che il Genoa si vedrà assegnato i prossimi anni dopo il cambio della Legge Melandri? Senz’altro di più grazie anche alla posizione di rispetto che il Genoa ricopre non affluenza allo stadio e bacino d’utenza (è intorno all’ottavo posto in Serie A), ma difficile quantificarlo. Ha provato a fare una stima ancora Zarbano. “L’incremento potrebbe andare ad assestarsi intorno ai dieci milioni di euro, ma molte variabili restano ancora in gioco” – ha puntualizzato Zarbano – “e il Genoa potrebbe vedersi riconosciuto un importo fra 45/47 milioni di euro“.
Dalla platea degli azionisti, prima dell’approvazione, viene richiamata la questione del mancato cambiamento di strategia da parte della società nel fronteggiare specialmente la situazione debitoria, che risulta pressoché invariata rispetto all’anno precedente (32 milioni di debiti con l’erario rateizzati sino al 2021, ndr). A sollevare la tematica la dottoressa Epifani.
“Il debito è rateizzato su cinque anni, oggi si aggira attorno ai 32 milioni – ha risposto Zarbano, aggiungendo che “con le banche rimane solamente un debito con Carige su un mutuo con esborso di circa 200mila euro al mese, anche questo debito estinguibile entro i prossimi quattro anni. Sono debiti che prevedono un termine di pagamento definito negli anni. Dal bilancio risultano non pagate IVA ed IRAP 2017? Provvederemo a pagarle in breve tempo” annuncia lo stesso Zarbano.
Un bilancio però, come sottolineerà ancora la dottoressa Epifani, non dovrebbe essere annacquato da bilanci precedenti o successivi, “postergati” per fare menzione di quanto espresso in sede di assemblea. Questo aspetto ha spinto gran parte dell’assemblea, con 16 astenuti, a non prendere una posizione sul bilancio. Solamente tre i voti a favore.
Dopo varie domande e vari approfondimenti, dallo stadio su cui verte una perizia di cui si attendono a breve gli esiti al prezzo del riscatto di Lapadula (13 milioni da pagare a fine stagione 2018/19 e suddivisi in tre rate, ndr), si è proceduto all’approvazione del bilancio. Un’approvazione conclusa con 3 voti a favore, fra i quali Fingiochi, zero contrari e 16 astenuti.