Il calcio viaggia a cento all’ora e con esso anche il mondo del calciomercato, che non ha più tempi ristretti e ritmi serrati ma vive una propagazione nel tempo farcita di incontri, trattative, dettagli da limare. Dopo la sentenza Bosman del 1995 che permise a Jean-Marc Bosman di accasarsi al Visè dopo cinque anni dalla scadenza del contratto con l’RFC Liegi, la figura del calciatore ha ricevuto garanzie non soltanto per quanto concernesse la possibilità di accordarsi a zero alla scadenza del contratto, ma pure per quanto riguardasse la possibilità di vivere la vita da professionista del pallone con maggiore libertà, con la possibilità di scegliere cosa fosse meglio per il proprio destino. In altre parole, per avere pieno potere decisionale riguardo al restare in una squadra oppure cambiare aria per migliorare.
BLATTER E LA DEREGULATION – Nel tempo, con sempre maggiore prepotenza, hanno fatto capolino nel mondo del pallone gli intermediari, oggi chiamati più comunemente “agenti” o “procuratori”. Chiamati in tal modo erroneamente visto che dal primo aprile 2015 la deregulation FIFA promossa da Blatter ha di fatto cancellato l’albo dei procuratori, rotto gli argini di quel 3% oltre il quale le commissioni degli agenti non sarebbero potute andare e permesso un po’ a chiunque, a patto di una fedina penale intonsa, di intraprendere la strada delle procure calcistiche e vestire quindi i panni dell’intermediario, persona fisica e giuridica il cui scopo resta quello di traghettare gli interessi dei propri assistiti verso l’obiettivo più proficuo, esso sia un rinnovo contrattuale oppure un trasferimento a cifre più vantaggiose. Per il calciatore, ma anche per chi lo assiste e lo consiglia.
INTERMEDIARI A PESO D’ORO – All’incirca un anno fa, Sportweek approfondiva la tematica sui “padroni del calcio” individuando in Mino Raiola, Jorge Mendes, Jonathan Barnett e Kia Joorabchian quattro dei più grandi agenti del calciomercato mondiale. Tutti e quattro con scuderie di calciatori di ampissimo respiro, con nomi altisonanti e cifre da capogiro. E qualcuno, peraltro, con qualche citazione anche nelle carte dell’inchiesta Football Leaks.
Ad oggi si parla di quattro nomi che l’estate non terrà certo dietro le scrivanie. Basti pensare che Carmine “Mino” Raiola, già piazzato Ibrahimovic, si appresta a dover trovare casa a Balotelli e forse pure a Pogba (52° sportivo più pagato al mondo), sempre tenendo un occhio a nuovi prospetti e un orecchio alla situazione Donnarumma. Jorge Mendes invece, cresciuto come venditore smerciando i capelli della madre e pellicole da videoteca, ha tra le mani il destino di un ex nerazzurro come Cancelo – che a tutti i costi vorrebbe fare approdare in Inghilterra, al Wolverhampton – e un fardello pesante ma remunerativo come quello di Cristiano Ronaldo, terzo sportivo più pagato al mondo secondo Forbes, che ha aggiornato la propria classifica soltanto due giorni fa.
Non passeranno un’estate sotto l’ombrellone neppure Jonathan Barnett, chairman di Stellar Football che ha in uno scontento Gareth Bale (35° sportivo più pagato al mondo) il purosangue migliore della propria scuderia, e Kia Joorabchian, che oltre a qualche scatto a cena allo stesso tavolo del rossoblu Izzo documentato lo scorso inverno ha fra le mani un nome come quello di David Luiz, ora al Chelsea ma già nel mirino di Ancelotti dopo il suo approdo a Napoli.
Si tratta soltanto di quattro teste di ponte e pochi nomi altisonanti, ma la carovana degli intermediari di grido aumenta di giorno in giorno: basti pensare a quanto sia liquida e variabile la situazione dopo la sparizione dell’albo dei procuratori, il dilagare dei fondi d’investimento e il propagarsi di nomi e figure che ogni anno continuano a sommarsi ai nomi già affermati di Wagner Ribeiro, intermediario di Neymar (andrà a Madrid se partirà Ronaldo?) ma pure di Hulk e Lucas Moura, oppure a quelli dei molti soggetti che hanno valorizzato il calcio tedesco e i suoi calciatori negli ultimi anni, come i gruppi Pro Profil (Neuer) e Sports Total (Kroos, Reus, Götze, Howedes).
E non ci si dimentichi in tutto questo mondo di calciomercato post-deregulation di Fernando Felicevich, che detiene la procura di Arturo Vidal e che nel gennaio scorso ha portato Alexis Sanchez dall’Arsenal al Manchester United, o dei gruppi ROGON, First Eleven e quella Mondial Sport Management che negli ultimi anni ha superato la GestiFute di Jorge Mendes potendo sfoderare un mazzo pieno di assi, che annovera fra gli altri Cavani, Martial, il grande escluso francese Rabiot, il neo blaugrana Coutinho, il difensore madridista Varane, l’appena riscattato Douglas Costa e quel Nabil Fekir che – è notizia di ieri – sarebbe pronto ad accasarsi dal Lione al Liverpool per una cifra intorno ai 53 milioni di sterline. Ponendo che la cifra sia confermata e la commissione possa assestarsi al massimo a quella soglia d’attenzione del 3%, si parlerebbe di una cifra di poco superiore a 1,8 milioni di euro. Tanto per rendere l’idea su un’operazione di medio respiro, in linea coi prezzi folli del recente calciomercato. E in Italia cosa accade?
I COMPENSI AI PROCURATORI IN ITALIA – Per analizzare rapidamente la situazione italiana dall’introduzione della deregulation FIFA è giusto affidarsi ai dati forniti dalla FIGC, prodotti alla Federazione dalle singole società del massimo campionato. Alla voce “Compensi Procuratori Sportivi” che va dall’1 aprile 2015 al 31 dicembre 2015 (otto mesi), la FIGC riporta una cifra di 84,4 milioni di euro. Nell’arco dei dodici mesi del 2016, invece, si registra un aumento sostanziale sino a 193,3 milioni di euro che ha però evidenziato una discesa a 138 milioni per quanto riguarda l’anno 2017. Va detto che la FIGC nell’esporre i dati e l’andamento delle transazioni propone solamente un calcolo complessivo, non sulle singole operazioni di natura economica con l’uno o l’altro intermediario, pur sempre citati.
DATO 2015 (fonte FIGC)
DATO 2016 (fonte FIGC)
DATO 2017 (fonte FIGC)