“La mia testa è piena del mio stomaco vuoto“. L’aforisma non è certo del sottoscritto, ma di Robert Maric, romanziere nativo di Spalato. Ben descrive la situazione della nazionale croata: sempre fra le più temute per l’imprevedibilità e la genuinità di gran parte dei propri talenti, ma pressoché sempre beffata e costretta a farsi da parte nella lotta al titolo, al primo gradino del podio. Da quando non esiste più la Jugoslavia, la rappresentativa con capitale a Zagabria ha colto sei qualificazioni e un terzo posto al Mondiale di Francia ’98. Era quella la Nazionale di Davor Šuker, capocannoniere della competizione.
Oggi la Croazia, una delle nazionali che esporterà più calciatori “italiani” al Mondiale russo, è fra le squadre più temibili di una fantomatica “seconda fascia” e schiererà in Russia quattro fra i dieci giocatori con più presenze in Nazionale croata della storia: si tratta di Modric, Corluka, Rakitic e Mandzukic. Per alcuni di loro potrebbe essere l’ultimo Mondiale, l’ultima chance per scrivere un pezzo di storia del pallone croato. Assieme a loro, c’è chi sarà invece alla sua prima Coppa del Mondo: dal centrocampista Bradaric – che il Genoa seguiva nel gennaio 2017 – al centravanti Pjaca passando per il terzino Jedvaj, ex giallorosso passato due anni fa al Bayer Leverkusen.
PORTIERI – Subasić (Monaco), L.Kalinić (Gent), Livaković (Dinamo Zagabria);
DIFENSORI – Pivaric (Dinamo Kiev), Lovren (Liverpool), Corluka (Lokomotiv), Strinic (Sampdoria), Jedvaj (Bayer Leverkusen), Vida (Dinamo Kiev), Vrsaljko (Atlético Madrid), Çaleta-Car (RedBull Salisburgo);
CENTROCAMPISTI – Modric (Real Madrid), Rakitic (Siviglia), Badelj (Fiorentina), Kovacic (Inter), Brozovic (Dinamo Zagabria), Bradaric (Rijeka);
ATTACCANTI – Mandzukic (Juventus), Rebic (Eintracht Francoforte), Pjaca (Schalke 04), Perisic (Inter), Kalinic (Milan), Kramaric (Hoffenheim)
LA STELLA – Luka Modric sembrava ieri che cominciava a dipingere la propria storia calcistica al Tottenham, in Inghilterra, prima che il Real Madrid facesse follie per aggiudicarselo. Oggi ha 33 anni ed è fra quei giocatori che hanno scritto pagine di storia madridista in Coppa dei Campioni e che attendono di mettere le mani su qualche altro trofeo. Capitano e trascinatore della propria nazionale, sembra quasi inutile doverlo descrivere. Duttile e utile a ricoprire più ruoli a centrocampo, dal regista alla mezzala destra, Modric ha collezionato 523 presenze tra club e nazionale impreziosendole con 72 gol e una marea di assist. Se giocherà, come pronosticatile, le prime tre partite del girone D, ecco che raggiungerà i connazionali Ivica Olić e Josip Šimunić, diventando il terzo calciatore con più presenze in Nazionale.
COME SI SCHIERA – La Nazionale ha vissuto nel corso del percorso di qualificazione un avvicendamento in panchina, con l’addio di Ante Čačić e l’arrivo di Zlatko Dalić. Avvicendamento vitale soprattutto per permettere alla nazionale croata di arrivare allo spareggio playoff con la Grecia con un’idea chiara di gioco. La strategia tattica non è cambiata (4-2-3-1) ma sono cambiate le posizioni degli interpreti: se Čačić schierava Modric in mezzo al campo affiancandolo a Rakitic, Dalić lo ha spostato a ridosso della prima punta (uno tra Kalinic e Kramaric) supportandolo con Perisic a sinistra e Mandzukic a destra. Ora il Mondiale sarà la prova del nove. Risultano molti meno i cambiamenti per quanto riguarda il pacchetto difensivo: intoccabile Vrsaljko sulla destra, con Lovren e Vida centrali difensivi e Strinic sulla sinistra.
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