Lo stile è ciò che resta, quando tutto è finito“. Reduce da un ottimo Europeo chiuso agli ottavi di finale, esattamente lo stesso risultato conseguito all’ultimo Mondiale in Brasile, la Svizzera di Vladimir Petkovic baderà poco allo stile e molto più all’efficacia al fine di dimostrare ancora una volta il proprio valore. Lo farà cambiando relativamente poco rispetto alla squadra che partecipò all’ultima passerella francese (mancheranno Von Bergen, Frei, Hitz, Tarashaj, Memhedi e Derdiyok, ndr), confermando 17 calciatori di quella spedizione e inserendo sei nuovi profili: dal portiere Mvogo, in forza al RedBull Lipsia, alle punte Drmić e Gavranović passando per il difensore Akanji (Borussia Dortmund), l’ala sinistra Zuber (Hoffenheim) e il centrocampista dell’Atalanta Remo Freuler.

Sorteggiata per le qualificazioni in un girone sufficientemente abbordabile per racimolare i punti necessari a diventare una delle migliori seconde che avrebbero potuto accedere direttamente ai Mondiali, durante tutte le dieci gare del girone ha segnato molto (23 gol), concedendo pochissime reti (7) e confermando tale trend anche nelle amichevoli disputate ad inizio giugno contro Spagna (1-1) e Giappone (2-0). Alla sua undicesima partecipazione alla Coppa del Mondo, la quarta di fila dopo Germania 2006, punta a migliorare lo storico risultato dei quarti di finale che mancano da 64 lunghi anni.

 

PORTIERI – Sommer (Borussia Mönchengladbach), Bürki (Borussia Dortmund), Mvogo (RB Lipsia);

DIFENSORI – Lichtsteiner (Juventus), Djourou (Antalyaspor), Rodríguez (Milan), Schär (Deportivo la Coruña), Lang (Basilea), Moubandje (Tolosa), Akanji (Borussia Dortmund), Elvedi (Borussia Mönchengladbach);

CENTROCAMPISTI – Behrami (Udinese), Shaqiri (Stoke City), Gelson Fernandes (Eintracht Francoforte), Dzemaili (Bologna), Xhaka (Arsenal), Zuber (Hoffenheim), Freuler (Atalanta), Zakaria (Borussia Mönchengladbach);

ATTACCANTI – Seferović (Benfica), Drmić (Borussia Mönchengladbach), Embolo (Schalke 04), Gavranović (Dinamo Zagrabia);

DA TENERE D’OCCHIO – Esordiva con la nazionale svizzera quando aveva da poco compito diciotto anni, di fatto precludendosi la possibilità di giocare in futuro nel Camerun, suo paese di nascita. Breel Embolo, che a suo tempo raccontò di avere come idolo Mario Balotelli, fin dai primi passi nel calcio che conta ha avuto le idee chiare. Alcuni compagni di squadra lo hanno definito più che un giocatore, “una sensazione“, perché unisce a rapidità e tecnica una grande freddezza sotto porta e un fisico già pronto per battagliare ad alti livelli, anche nelle competizioni europee dove il Basilea, sua prima squadra, ha sempre cercato di stupire e migliorarsi di anno in anno. Un po’ come lui, che non a caso è ancora oggi è uno degli otto più giovani marcatori nelle competizioni europee, avendo contribuito a portare la formazione svizzera prima ai quarti di finale di Europa League (2013/14), poi agli ottavi di finale di Champions la stagione successiva. Oggi, all’età di soli 21 anni, è tra i giovani più costosi d’Europa e il suo curriculum recita 152 presenze tra club e nazionale con 40 gol fatti e 27 assist forniti. Nell’ultima stagione ha partecipato alla cavalcata dello Schalke 04, secondo in classifica alle spalle del Bayern Monaco a fine stagione.

COME SI SCHIERA – La strategia tattica di Vladimir Petkovic con la nazionale svizzera è ormai consolidata da tempo, come testimoniano anche le modeste modifiche in sede di convocazioni. La difesa, prima linea da superare in un 4-2-3-1, ha nel quartetto composto da Lichtsteiner, Schär, Djorou e Ricardo Rodriguez un vero e proprio punto di riferimento. Molte le soluzioni per la mediana, con Freuler e Zakaria (lo seguì il Genoa la scorsa estate) valide alternative a Behrami, Xhaka e Dzemaili. Abbondanza sul fronte d’attacco: sugli esterni la scelta è spesso ricaduta su Embolo e Zuber, con Shaqiri dietro l’unica punta Seferovic, e presumibilmente ricadrà ancora su di loro vista la rinuncia al Mondiale di un titolarissimo come Admir Memhedi, esterno del Bayer Leverkusen che aveva detto “sì” alla pre-convocazione di Petkovic ma, ancor alle prese con un’operazione al piede destro sostenuta a marzo, alla fine ha abbandonato il ritiro di Lugano annunciando di essere in ritardo di condizione e di aver scelto “più con la testa che col cuore“.