Genoa Crotone 2 a 2 e Vecchio Balordo in castigo dietro la lavagna, uno specchio in lutto per i due gol incassati su calci di punizioni diretti con spioventi provenienti dalla trequarti.
Sulla carta quello tra Genoa e Crotone era uno scontro tra le squadre meno in forma del campionato: il Grifone veniva da 4 sconfitte consecutive mentre i calabresi avevano perso le ultime 3. Nessuna parata di Lamanna e Cordaz.
Piove sul bagnato in casa rossoblu: stirato Rigoni al gluteo, Cataldi ammonito in diffida che salterà la prossima. Dalla tribuna gridavano: Juric spogliati e gioca. Non giocherà invece il Pirata perché dovrà abbandonare le grandi strade e prendere dei sentieri per uscire dalla crisi.
Notiziario della domenica: giornata fredda (5° centigradi) e forte vento di tramontana; campo in pessime condizioni. Presenti Preziosi, Milanetto, la componente femminile e Zarbano. Lunghi striscioni nella Nord: “Forza Fabietto non mollare. Un cuore rosso blu non si ferma mai”. “Fulvio ti abbracciamo di cuore. La brigata ti è vicina nel dolore”. Nella Sud: “Ciccio vive”. Spettatori paganti 759 di cui 93 tifosi del Kroton nella gabbia.
Un Genoa timido e contratto nei primi minuti di gara ha permesso al Crotone di fare il gioco e prendersi non solo il centrocampo ma anche le corsie laterali. Genoa ordinato e preoccupato in difesa a non fare errori. Dopo venti minuti il Grifone incominciava a cercare di volare, imbastiva qualche combinazione di gioco ma mentre la clessidra era pronta a girarsi nella metà campo dei pitagorici arrivava subito l’infortunio muscolare di Rigoni che fra l’altro incominciava a macinare anche nel ruolo di mediano.
Dentro Cofie con due tappi nelle orecchie per non sentire il brusìo del loggione prima di toccare il primo pallone. Ormai il numero 4 rossoblu è come un foruncolo coccigeo per la maggioranza dei tifosi rossoblu malgrado abbia cercato subito di dare il suo contributo di pressing con l’attaccare il pallone e l’avversario, mettendo in condizioni di calciare a rete per la prima volta in 43’ Simeone, ormai sempre più abile a smarcarsi a ridosso della linea difensiva. Gol del Genoa inaspettato e abbracci più a Cofie che a Gio da parte dei compagni e della panchina. Si trattava di una marcatura che permetteva al Genoa di andare in vantaggio alla fine del primo tempo con l’unico tiro in porta.
Nel secondo tempo, Genoa in controllo della gara e del vantaggio ma l’ennesimo calcio diretto dalla trequarti il quarto dopo i due del Palermo e Inter faceva crollare la difesa rossoblu confermando che potrebbe essere giusto onorare la zona, ma non ci si dovrebbe comunque dimenticare di marcare a uomo almeno gli specialisti avversari nel gioco areo.
Il Genoa cercava poi di ripartire: Pandev dava la scossa. Del resto ci voleva poco anche con tre gare in una settimana: si vedeva nuovamente qualche combinazione di gioco che aveva procurato nel girone di andata non solo applausi o elogi alla prestazione ma anche risultati e gol. In men che non si dica, arrivava il rigore e la formazione rossoblu passava in vantaggio.
Subito dopo però, senza che il Crotone imbastisse azioni pericolose per Lamanna con il gioco – solamente una con Trotta – l’ennesimo gol fotocopia (quinto) su pallone inattivo metteva tutt’altro che il sale sulle ali del Grifo. Troppe però le assenze importanti per non ostentare questa fragilità a centrocampo.
I rossoblu ci provavano con tanta volontà a superare le linee calabresi ben organizzate e messe in campo con la verve di Pandev e Pinilla. Qualche occasione con nervi, ma il Grifo mollo a centrocampo confermava che combina solo azioni individuali. La squadra, anche nel girone di andata, non aveva mai avuto eccelsa qualità e per rendere al meglio è sempre dovuta stare sotto pressione: tutto funzionava solo se tutti erano al top della forma nella corsa.
Già detto varie volte: anche se il fiato rappresenta le fondamenta su cui costruire poi serve anche un pizzico di tecnica per fare la differenza: tutti sono capaci di correre. Juric è bravo, la sua mano oggi si vede solamente quando la squadra si muove in modo compatto e in spazi strettissimi.
Tutto ciò con il Kroton non è successo, anche perché la formazione pitagorica era ben messa in campo e non meritevole di quella classifica. Il Genoa, dal canto suo, non ha mai trovato soluzioni di vantaggio numerico con un dribbling, un taglio in profondità, una sovrapposizione degna di nota e, per di più, mai un cambio campo antico con corsie laterali che diventassero autostrade verso la porta di Cordaz. Anche Cataldi ha dimostrato nella sua prima apparizione al Ferraris di dover avere qualcuno vicino che detti i tempi della manovra sia in fase di possesso e viceversa per rendere al meglio.
Il doppio lavoro marcare il centrocampista e fare la diagonale a coprire la fascia ancora non l’ha digerito bene: cambiare modalità di gioco, sovrapposizioni, scalature tattiche non sono di facile apprendimento, come confermato da Juric in ogni conferenza stampa. Anche Cataldi crescerà perché la gamba, la voglia e l’intelligenza di stare in campo non gli mancano.
Il Genoa visto ieri al Ferraris è stato il più brutto della stagione solo per mancanza di fiducia e paura che produce troppi errori nelle zone del campo dove si dovrebbe sbagliare poco.
Adesso tra infortuni e squalifiche Juric dovrà inventarsi qualcosa anche se con la rosa a disposizione ad oggi non si vedono alchimie particolari, soprattutto se vorrà continuare con il suo sistema di gioco. Una delle tante potrebbe essere Izzo a centrocampo, già annunciata da Juric in una vecchia conferenza stampa, sebbene ieri sia stato quasi assente dopo due giorni di flebo al San Martino
Sull’arrivo del nuovo centrocampista, sia Preziosi che Juric hanno fatto capire che è inutile andare a mettere nel gruppo uno tanto per rimpolpare la rosa in questo momento.
La valutazione in questi prossimi giorni della settimana sarà ponderata e se sarà presa il Joker dovrà mettere mano al portafogli per portare a Pegli qualcuno in grado di fare la differenza nel cuore del gioco.
Dispiace per Davide Nicola, quasi certo prima di arrivare in conferenza stampa di essere stato depauperato di un rigore al 42’ del secondo tempo. Sul piano delle massime punizioni il Grifone ha vinto per 2 a 0: oltre a quello su Pandev non ne è stato fischiato uno su Simeone al 4’ del primo tempo, scoperto alla moviola.
Resta comunque difficile dire a un Genoano, in questo momento, “sorridi e respira”. La contestazione non è più dietro l’angolo se ne sono accorti i pochi calciatori rossoblu sulla Freccia quando sono usciti dal Ferraris. Solo per il bene del Genoa, anche se le contumelie che arriveranno saranno tante, 14 punti dalla zona rossa a gennaio non si contavano neanche ai tempi di Milito: solo per consolarmi e non farlo per nessun altro.