Koray Günter nasce ad Höxter, città tedesca in cui oggi gioca il fratello Ferdi. Vive il suo periodo d’oro e visibilità nelle giovanili del Borussia Dortmund fra le stelle e con le stelle della Champions League a far luccicare la squadra giallonera. Lo fa da dietro le quinte, perché se i grandi spiccano con Jurgen Klopp, un 18enne come lui può e deve consolarsi con un ruolo da protagonista nelle under, che sia con il club o con le nazionali poco cambia. Cambia anche il paese da difendere: prima la Turchia, poi il Die Mannschaft.
In Germania cresce a dismisura. Sembra sia arrivato il tempo per un graduale inserimento fra i giganti Hummels e Subotic, insieme agli altrettanto fioriti Sven Bender e Matthias Ginter, ma un doppio infortunio muscolare lo tiene fermo proprio sul più bello. Günter salta tutto il finale di stagione, prima che una ricaduta non gli permetta di presentarsi al meglio neppure alle porte della campagna 2013/14.
Proprio il 2014 è l’anno del cambiamento: la madrepatria chiama, risponde al nome di Galatasaray e a rispondere presente è lo stesso Koray, che forte della doppia nazionalità è ancora alla ricerca della definitiva consacrazione fra i grandi.
Sascha Eickel, tecnico delle giovanili proprio del Borussia Dortmund fino al 2013, in una trasmissione televisiva lo presentò così: “Siamo sicuri che ce la farà ad arrivare a giocare tra i professionisti. Le premesse sono ottime, la strada è ancora lunga, ma ha buone possibilità. Si allena duramente e non si arrende mai”. Nemmeno dopo 250 giorni di inattività proprio ad Istanbul, nel quartiere di Galata fondato dai genovesi fra carruggi e torrette a cielo aperto.
Tecnica di base invidiabile, propensione a lanci lunghi e qualche partita nei ruoli di terzino destro e centrocampista centrale: perso un Armando Izzo se ne può fare un altro?
Ambiente, emozioni, fiducia: fattori di spinta che potrebbero mettere il difensore in condizione di riprendersi fra le mani una carriera calcistica ancora attraccata in porto, per cause di forza maggiore. Koray Günter non si ferma mai, come disse mister Eickel quando tutto era più facile. Chissà che uno sguardo alle alture di Genova non possa far rinascere lo spirito combattente del pupillo di Jurgen Klopp. Città “verticale, vertigine, aria, scale”. Quelle che portano al successo. Neve Give Up.