Inevitabilmente se lo sono domandati un po’ tutti: come mai sino alla 13esima giornata il Genoa non aveva mai subito reti da calcio piazzato (eccetto un penalty col Sassuolo) mentre adesso, da due mesi a questa parte, sembra divenuta la tendenza della retroguardia rossoblu? Le risposte a questa domanda potrebbero essere molte e differenti.
Tanti potrebbero dare la colpa al mercato dimenticando però che Lazio-Genoa (3 a 1) venne disputata il 20 novembre quando ancora le sirene del mercato risuonavano molto lontane. Altri potrebbero magari prendere in considerazione la maggior qualità di avversarie come Lazio e Inter, ma si ricorderebbero poi che ben 4 reti subite su calcio piazzato sono arrivate con due delle ultime tre della graduatoria. La motivazione, in realtà, andrebbe probabilmente ricercata in casa rossoblu, in particolar modo nella gestione della linea del fuorigioco e delle marcature su palla inattiva.
Iniziamo col dire che il Genoa ha subito fino ad oggi 29 reti. Di queste, ben 11 sono arrivate su calcio piazzato, e per “calcio piazzato” s’intendano i calci di rigore, gli angoli e le punizioni. A voler escludere i tiri dagli undici metri a sfavore subiti contro Sassuolo (4°), Lazio (13°) e Cagliari (20°), rimangono 8 situazioni da palla inattiva che hanno visto capitolare la retroguardia di Juric.
Proprio per questo motivo il Genoa ha tra le proprie statistiche anche quella di aver concesso il 38% dei gol su sviluppo da calcio piazzato, percentuale molto alta rispetto al resto della Serie A. E prima di andare a confrontare i rossoblu con le altre 19 formazioni del massimo campionato, ricordiamo brevemente quali sono gli otto gol a cui si faceva riferimento poche righe sopra:
- 13° giornata: calcio d’angolo per la Lazio dalla destra; la difesa rossoblu spazza al limite dell’area dove è appostato Felipe Anderson che carica il tiro e con un gran gol sorprende Perin;
- 14° giornata: il Genoa subisce l’indolore punizione di Pjanic per l’1 a 3 bianconero;
- 16° giornata: una Inter compassata e a secco di idee passa in vantaggio a San Siro sugli sviluppi di un corner, sempre dalla destra: il pallone viene spazzato dalla difesa rossoblu, ma al limite dell’area colpisce di prima intenzione col piatto destro Brozovic per il vantaggio nerazzurro;
- 17° giornata: la piaga dei calci piazzati prende il sopravvento e un Genoa sfortunato contro il Palermo (nel primo tempo perderà Veloso, ndr) subisce una clamorosa rimonta da 3-1 a 3-4. Temibili le battute di sinistro da parte di Diamanti, che prima batte un calcio di punizione dalla trequarti di destra per la testa di Goldaniga, poi scodella in area il cross a rientrare che permetterà a Rispoli (in sospetta posizione di fuorigioco) di trovare il pari dopo la deviazione di Perin;
- 18° giornata: A Torino Juric schiera un Genoa spavaldo, ma la punizione di Ljajic a inizio secondo tempo beffa la retroguardia rossoblu e permette a Belotti di sbloccare una partita difficile per i granata;
- 21° giornata: in ordine di tempo è quella con le ferite più scoperte: si tratta del Genoa-Crotone che ha visto i pitagorici recuperare il doppio svantaggio grazie a due ottime punizioni dalla trequarti di destra battute da Barberis per propiziare le reti di Ceccherini e Ferrari.
E se per cercare di capire il motivo di questi cali di tensione si possono analizzare ancora le parole di Davide Nicola riportate già nell’editoriale di ieri mattina dove si parlava della difficoltà della formazione di Juric nel fare il fuorigioco, forse non solo per cali di attenzione ma anche per penuria di centimetri, andiamo ora a vedere con una speciale classifica la percentuale di gol subiti da calcio piazzato da parte delle restanti squadre della Serie A, il tutto rapportato al numero totale delle reti concesse dalle singole formazioni. Nel calcolo sono considerati rigori, corner e calci di punizione sia di prima che di seconda:
Il Genoa si trova in cima a questa classifica, anche se a scalarla sono bastate nove giornate. Prima il Vecchio Balordo non solo era tra le migliori difese del campionato, ma competeva anche per il miglior rendimento casalingo del campionato in fase difensiva. Poi le défaillance con Palermo e Crotone hanno minato alcune certezze in un reparto difensivo che aveva strappato elogi ed applausi a tutto il “Ferraris”.
Prima di chiudere si tenga in considerazione un ultimo dato, ovvero sia quello legato all’Atalanta. Sarà una casualità che in questa particolare graduatoria si trovi al secondo posto con un rotondo 33,3 per cento? In realtà non dovrebbe stupire che Gasperini e Juric condividano le zone alte di tale classifica, essendo così simili nell’interpretazione della fase difensiva e l’uno prosecutore e innovatore del modulo del proprio mentore.
Già a suo tempo, nella prima stagione di Serie A del Genoa made in Gasperini, vi era stato un periodo di inceppamento degli ingranaggi difensivi a cui avevano fatto seguito le prime critiche nei confronti del tecnico di Grugliasco. In molti ricorderanno infatti un rocambolesco Genoa-Palermo (3 a 3) con reti di testa, su sviluppi di calci di punizione battuti da analoga posizione, da parte di uno specialista come Amauri e di una mina vagante dal baricentro molto più basso come Brienza. E pensare che quella partita avrebbe potuto consegnare a Juric la sua seconda rete in maglia rossoblu, sempre che sulla sua strada non avesse trovato un Fontana in stato di grazia.
Ricorsi storici a parte, oggi saranno la concentrazione e il lavoro in allenamento a fare la differenza. Per dirla con Rubinho, “dopo le tempeste tornano sempre le belle giornate“.