La notte di Halloween del 2018 si è vestita di rossoblu a quarti. Le zucche genoane sono diventate facce spaventose, streghe cattive, vampiri e fantasmi che scoperchiano le tombe e vengono a trovare il Vecchio Balordo. A tutto ciò va fatta, una premessa, non avendo ancora avuto una risposta: perché una gara da giocare il 19 agosto è stata recuperata il 31 ottobre? Non sarebbe successo nulla, ma qualche dubbio rimane avendo visto il Diavolo che, dopo 10 giornate all’Inferno o quasi, festeggia la zona Champions League. Figurarsi una settimana dopo l’inizio del campionato.

Milan-Genoa è tutta una gara di dolcetti e scherzetti da parte entrambi gli allenatori. Difficile fare un film senza regista. Gattuso e Juric ci hanno provato. Ringhio lasciando in panchina Bertolacci, il Pirata con Veloso non al massimo non fidandosi di Bessa play, regista. Hanno scelto dei mediani di lotta che hanno poco da dividere con la regia:  Bakayoko rossonero, Mazzitelli rossoblu.

Il primo scherzetto genoano saltato dopo quattro minuti quando Mazzitelli e Zukanovic, non a suo agio sulla corsia laterale da esterno per gamba e per di più a marcare Suso, hanno aperto la gabbia preparata al buio per l’ex genoano, pronto fare il solito gioco:  spostarsi da destra verso il centro tentare il tiro da lontano, tiro che Radu non avrà visto partire. Secondo gol fotocopia di tanti altri visti in campionato, che condannano il Genoa e il lavoro di Juric. Quello di De Paul domenica scorsa e quello di Suso.

Il dolcetto per Gattuso arriva dalla non paura di levare le ragnatele dal soffitto affinché non cada il tetto, cambia modulo passa al 3-4-3 anormale con Kessie sulla corsia di destra e mette Bessa, la qualità genoana in campo, a fare il marcatore. Il dolcetto per Juric arriva dal 30’ del primo tempo, quando il vecchio Balordo prende in mano la superiorità a centrocampo, si spinge in avanti e capisce che il Diavolo – anche se è la sua serata sul calendario – non fa paura. Si creano due ghiotte occasioni per Piatek una di testa in tuffo, con il VAR che avrebbe potuto controllare ed un’altra sprecata su un pallone rubato da Kouamé, con il polacco che per la prima volta in questo campionato non attacca la profondità sul primo palo. “Perché?” si chiedono quelli che lo hanno visto giocare da luglio. Fulminato, stanco dai troppi chilometri consumati fuori dall’area di rigore?

Speranze genoane durante l’intervallo di ripetere la prestazione anti Madama.Tutto si è avverato con il gol, non fotocopia ma quasi, di Kouamé, che ruba un altro pallone e con l’aiuto di Romagnoli centra il bersaglio. Il Genoa dava l’impressione, pur tirando poco, di fare l’intera posta. Gattuso cambia modulo nuovamente, ritorna al 4 4 2 tirando fuori un Laxalt irriconoscibile, Juric risponde con l’ingresso di Miguel Veloso al 60’ senza azzeccare il cambio con Romulo, il più presente e in partita dei centrocampisti fino a quel momento. Veloso, non al pieno della forma, ha cominciato a far girare meglio la squadra e in particolare Lazovic, libero di appropriarsi della corsia di destra dopo aver fatto il marcatore di Laxalt. Scherzetto di Donnarumma: dopo un primo tempo disastroso sui passaggi indietro dei compagni, con una parata super salva su tiro di Lazovic e dall’altra  parte Radu confeziona almeno 4 dolcetti con ottime parate su Higuain e compagnia.

Non gol e all’improvviso il baricentro del Genoa si abbassa, permettendo al Diavolo di attaccare. In questo lasso di tempo dal 75’ in poi compare il numero di Pandev, annunciato dallo speaker al posto di Piatek e ritirato dopo essere stato controllato dal quarto uomo prima di mettere il piede in campo. Altro dolcetto la non sostituzione di Pandev, non presa bene dal macedone. Dopo due minuti di sa fa male Mazzitelli. La ruota ha girato a favore del Grifo è stato il primo pensiero. Juric sceglie Omeonga, da tanto tempo fuori squadra, al posto dell’ex Sassuolo e lascia in panchina Hiljiemark, svedese in quarantena con il Pirata.

Altro scherzetto al 40’ la sostituzione di Pandev, che sbocciolava con Juric al posto di Piatek. Scherzetto per il polacco, alla prima sostituzione in campionato e dopo il rigore non fatto tirare la settimana precedente. Piatek è un capitale del Genoa, guai a svalutarlo anche se non fa gol.

Lo scherzetto finale lo confeziona Radu in una serata che avrebbe potuto consacrarlo sulla via del successo. La solita “pugnetta” – non pugnetto – inutile che ha tolto qualche punto alla squadra rossoblu dall’inizio campionato. Non è ancora tempo di scrivere lettere a Gesù Bambino, ma per Juric invece è il momento giusto. Ivan, tu non hai la qualità di chi non toglie le ragnatele dal soffitto, temendo che cada il soffitto. E’ il momento che torni Pirata con il tuo modo di giocare, modo che ti ha lanciato come allenatore dopo aver portato il Crotone per la prima volta in Serie A. Mi unisco ai 50/60milioni di allenatori italiani affinché tu possa farci un pensiero.

Avendo visto il Genoa dal luglio scorso, con qualsiasi allenatore il modulo giusto per me è il 4-2-3-1 con la fase difensiva e quella offensiva in grado di poterlo supportare e sopportare, con una linea difensiva già contro l’Inter con Biraschi, Gunter, Romero e Lazovic (Criscito squalificato). Due davanti alla difesa, chi sta meglio tra Sandro e Veloso con Romulo o altro mediano vicino, poi Pandev, Bessa con il doppio ruolo di mezzala come contro l’Udinese, Koaumé e Piatek. Si potrebbe prendere qualche gol in più rispetto a quelli che si brandiscono normalmente, ma se ne potrebbero fare in più rispetto agli avversari. Scusami Ivan, per questo mio intervento, non vedendo e seguendo la squadra giornalmente. Ma i dolcetti genoani contro il Milan sono pochi ma buoni: Biraschi, Gunter, Criscito (mai saltato da Suso) e Kouamé.


Rassegna Stampa dell’1 Novembre: pagelle contrastanti per il Genoa. Juric sufficiente, male Radu e Mazzitelli