Giornata delicata per il VAR, che fa e disfa in diverse occasioni, interpellato con maggiore frequenza che in altre giornate di questa stagione. Le polemiche partono dall’anticipo del sabato fra Torino e Parma e culminano col posticipo serale fra Milan e Juventus. Una sola rete convalidata dopo essere stata annullata ( o per meglio dire “congelata”) per presunto fuorigioco: quella di Santander al “Bentegodi”, rimesso in gioco dal tocco del clivense Bani. Dinamica molto simile a quella del gol di Gagliardini contro il Genoa.
TORINO-PARMA – Il tocco di mano di Djidji nel primo tempo è la prima occasione in cui l’imperiese Massa viene richiamato da Chiffi per revisionare la dinamica: il tocco di braccio c’è, ma è involontario. Massa non farà altro che confermare la decisione presa in campo di non assegnare calcio di rigore. Fin qui tutto nella norma: al massimo si potrà imputare al fischietto ligure un eccesso di scrupolo.
Al 43′ del primo tempo c’è la prima, vera occasione che scalda gli animi: De Silvestri viene atterrato da Gagliolo mentre si dirige in porta. Massa fa proseguire il gioco e il VAR non interverrà. Più di qualche dubbio grava però sull’episodio: il contatto è evidente, il gesto del difensore crociato denota imperizia e negligenza e interrompe una potenziale chiara occasione da gol (DOGSO nel comune gergo arbitrale). Poco prima è rimasto a terra Bastoni (Parma) per un contatto con Iago Falque, a sua volta non sanzionato. Un intervento VAR avrebbe potuto ribaltare la decisione, facendo espellere il difensore del Parma. La partita, in quel momento sul 2-1, sarebbe cambiata col Parma in dieci uomini? Certo è che pure al 91′, nella spinta finale del Torino alla ricerca del pareggio, lascia qualche dubbio il contatto Scozzarella-Belotti in area di rigore. L’attaccante granata ha le due mani di Scozzarella poggiate sulla schiena, la spinta – più che la trattenuta – è evidente ma giudicata da Massa non tale da comportare l’assegnazione del rigore. Concorde anche Chiffi al VAR: Mazzarri e Cairo, pur spettatori di una prestazione sotto tono del Toro, non saranno nuovamente felici per le decisioni prese dal sestetto arbitrale.
GENOA-NAPOLI – La sfida tra Genoa e Napoli chiude il sabato di decisioni VAR prese o non prese. Se il contatto aereo Mazzitelli-Mario Rui è troppo leggero per trasformarsi in calcio di rigore a favore dei rossoblu (se ne ricorda piuttosto uno ben più duro, sempre ai danni di Mazzitelli, subito contro il Parma nella medesima area di rigore ed ovviamente non sanzionato) L’episodio è fondamentalmente uno, ovvero sia la già documentata spinta di Albiol ai danni di Biraschi in occasione dell’autorete che avrebbe consegnato la vittoria ai partenopei. Il direttore di gara, Abisso di Palermo, è appostato al limite dell’area per valutare eventuali contatti e sicuramente è più libero nella visuale per vedere la maglia tirata del difensore napoletano (Biraschi lo tiene con la mano sinistra) rispetto al suo braccio destro che farà leva sulla schiena del difensore rossoblu per divincolarsi dalla stretta marcatura. Il gesto di Albiol, che in molti non hanno voluto vedere pur essendo chiare le immagini, ingannerà anche Di Bello al VAR facendolo passare in secondo piano rispetto alla scivolosità del terreno di gioco e alla precedente trattenuta su Albiol. In altre parole, la “spintarella” è quel tocco che non permetterà più a Biraschi di impattare il pallone con l’interno, ma sfiorarlo quanto basta per beffare Radu. Come si scriveva ieri mattina nel nostro editoriale, il go del vantaggio azzurro risulta dunque “viziato da una toccatina non di grande intensità ma estremamente efficace sul deretano da parte di Albiol”. L’interpretazione dell’episodio e l’attesa nella revisione (durante la quale verrà ammonito Criscito, ndr) ha fatto il resto. Nulla da eccepire, invece, sulla punizione da cui nascerà il gol: il tocco di mano di Omeonga è evidente e blocca un tentativo di ripartenza di Fabian Ruiz.
ROMA-SAMPDORIA – La partita delle scelte di campo “revocate” dal VAR è quella dell’Olimpico che impegna Irrati e Rocchi, in cabina VAR, nel decidere su due episodi. Il primo al 52′ di gioco quando Manolas ferma in area Gaston Ramirez. Il giocatore blucerchiato cerca il contatto con la gamba sinistra di Manolas, fermo con le braccia già aperte in segno di non colpevolezza. Irrati però ha pochi dubbi: è calcio di rigore. Un rigore che presto Rocchi lo inviterà a rivedere perché Ramirez viene accusato di aver cercato il contatto e, quindi, di aver simulato. Rigore che sarà revocato senza sanzione disciplinare per il calciatore blucerchiato. Sorride dunque la Roma, tentata di farlo anche al 65esimo quando Irrati le assegna calcio di rigore. Colley colpisce infatti di mano in area su tiro di El Shaarawy, spedendo il pallone in angolo. A velocità di gioco, l’arbitro indica il dischetto salvo poi tornare sui propri passi su suggerimento di Rocchi. Una capatina al minischermo ed ecco che il rigore diventa corner. Stessa situazione di Djidji del Torino: il movimento è conforme a quello del resto del corpo, la conclusione violenta e da breve distanza. Giusto non concedere calcio di rigore sinché vigerà la distinzione fra volontarietà ed involontarietà.
MILAN-JUVENTUS – Ancora una volta c’è San Siro nel tourbillon delle polemiche VAR. Lo stadio col maggiore dispiegamento di telecamere in Italia offre la possibilità a Mazzoleni di ritornare sui propri passi quando Benatia, al 38esimo, intercetta di mano in area di rigore un tentativo di Higuain di farsi beffe di lui e mettersi uno contro uno con Szczesny. La decisione passa dalla chiamata di Fabbri (VAR), che invita il direttore di gara a rivedere tutto al mini-schermo. I dubbi vengono spazzati via: il rigore verrà assegnato senza ombra di dubbio e Benatia, già ammonito da una decina di minuti, riceverà il secondo giallo. Non sarà così: il difensore marocchino non riceverà il secondo giallo (o rosso diretto) e dirotterà la partita su sponda juventina, nel secondo tempo, facendosi bersaglio della frustrazione di Higuain. Episodio che fa discutere e non mancherà di innescare polemiche visto che all’orizzonte ci sono ancora 26 turni di campionato e, senza dubbio, si vedranno episodi analoghi puniti doppiamente con ammonizione (o espulsione) e calcio di rigore.