Gianluca Lapadula, al termine del quarto turno di Coppa Italia che ha visto il Grifone chinare la testa ai calci di rigore contro la Virtus Entella, ha commentato la prestazione della squadra ai microfoni di Radio Nostalgia.
Pesante il pallone del decimo rigore
“Non l’ho calciato come faccio di solito, mi prendo le mie responsabilità. Credo che questo errore sia una conseguenza delle occasioni mancante durante il match.”
Come vi siete messi d’accordo per i calci di rigore?
“Io l’avrei calciato nei primi cinque. Siccome però nell’ultimo tiro di destro ho sentito il flessore indurirsi non me la sono sentita. Però, vedendo com’è andato dopo, era giusto che lo calciassi.”
Si sperava che questo 3-2 potesse portare il Genoa agli ottavi di finale
“Io ci tenevo molto a regalare una gioia ai miei compagni siccome si trattava anche della mia prima partita quest’anno; la mia intenzione era quella di mandare anche un segnale a tutta Genova: il gesto di togliere la maglia ed abbracciarla l’ho fatto per questo. Ci dispiace di essere usciti.”
Domani arriva Prandelli
“Di questo non so nulla. Io sono qui per parlare di questa sconfitta e per prendermi le responsabilità. Bisogna che l’ambiente rimanga unito, a partire dalla tifoseria che per me è molto importante.”
Spiegaci meglio perché hai abbracciato la maglia
“Io oggi, dopo aver calciato la maglia, l’ho subita tolta e abbracciata per mandare anche un messaggio importante dopo quello che è avvenuto a Torino.”
DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI GIANLUCA LAPADULA